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Notiziario Marketpress di
Lunedì 03 Ottobre 2011 |
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AL FESTIVAL VERDI LA MUSICA DI ENSEMBLE PROMETEO
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Parma, 3 ottobre 2011 - La musica di Ensemble Prometeo diretto da Marco Angius inaugura lunedì 3 ottobre 2011, ore 20.30 all’Auditorium Niccolò Paganini di Parma, i Concerti in Auditorium – La musica contemporanea al Festival Verdi, realizzati in collaborazione con la Xxi rassegna internazionale Traiettorie – Fondazione Prometeo. Uno dei massimi capolavori musicali del Novecento è protagonista del primo concerto dell´Ensemble Prometeo, gruppo musicale costituito per iniziativa della Fondazione Prometeo, in questa edizione di Traiettorie: Pierrot lunaire di Arnold Schoenberg, scritto novantanove anni fa e presentato in prima assoluta a Berlino nel 1916, è ormai considerato saldamente la pietra fondante dell’espressionismo musicale e senza dubbio l’opera più conosciuta di Schoenberg, origine di quel cantar-parlato che passa sotto il nome di “Sprechgesang” e vertice incontrastato di quel romanticismo violento e nostalgico, di quel doloroso viaggio nel buio che c’è dentro ognuno di noi e che caratterizza la cultura europea fra le due guerre. Il solitario Pierrot che invoca la luna, si finge assassino, s’inebria al colore delle rose e infine torna a Bergamo, riassaporando la fragranza di antiche fiabe, parla sulle poesie del francese Albert Giraud, ma la musica assorbe in sé tutta la potenza espressiva, tutta quella nostalgia da giorni felici che sfugge appena Pierrot l’assapora, e il dolore non è che un desiderio. A fianco di questo capolavoro, l´Ensemble Prometeo propone altri due pezzi, diversi eppure densissimi: Etwas ruhiger im Ausdruck di Franco Donatoni, del 1967, che gioca sull’effetto che può suscitare sull’ascoltatore la moltiplicazione di un suono, la sua frammentazione e la sua ricostruzione; e Luoghi d’infinito andare dello svizzero Nadir Vassena, del 2003, un esercizio di sonorità singolari che esplodono e implodono, saturano lo spazio e confondono staticità con immobilità, il vuoto con il pieno, creando un’atmosfera geometrica e surreale quasi come se fossimo sprofondati in un microcosmo di frattali, o in un’isterica notte metropolitana di cui non si capisce se siamo spettatori o parte integrante. |
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