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Notiziario Marketpress di Mercoledì 17 Gennaio 2007
 
   
  ALLO SPAZIO OBERDAN ULTIMO APPUNTAMENTO DEGLI ‘APERITIVI DEL GIOVEDÌ CON LA CURATRICE’, VISITA GUIDATA ALLA MOSTRA ‘WHEREVER WE GO – OVUNQUE ANDIAMO. ARTE, IDENTITÀ, CULTURE IN TRANSITO’, TENUTA DA GABI SCARDI.

 
   
  Milano, 17 gennaio 2007 - Giovedì 18 gennaio, alle ore 19, presso lo Spazio Oberdan, Viale Vittorio Veneto 2, ultimo appuntamento degli ‘Aperitivi del giovedì con la curatrice’: visita guidata alla mostra “Wherever We Go – Ovunque andiamo. Arte, identità, culture in transito”. Gabi Scardi guiderà i visitatori attraverso le varie opere allestite, approfondendone i singoli aspetti. Nel corso della visita, della durata di circa un’ora, verrà offerto un aperitivo multietnico. Le visite guidate sono gratuite, acquistando il biglietto della mostra. “Wherever We Go – Ovunque andiamo. Arte, identità, culture in transito” è una collettiva, a cura di Hou Hanru e Gabi Scardi, promossa dalla Provincia di Milano in collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea. Sarà aperta allo Spazio Oberdan di Milano fino al 28 gennaio 2007. Orari: tutti i giorni 10-19. 30, martedì e giovedì fino alle 22, chiuso il lunedì. Biglietto: intero €6,20, ridotto €4,10; gruppi scolastici €2,70 - ingresso libero il primo martedì di ogni mese. Catalogo edito da 5 Continents. Di provenienza differente, dall’Albania al Sud Est asiatico al Medio Oriente, questi artisti sono accomunati dal fatto di abitare in Paesi diversi da quelli in cui sono nati e di aver sperimentato in prima persona l’incontro con valori, visioni del mondo e sistemi di vita eterogenei, facendosi portatori di una cultura sfaccettata che integra punti di vista molteplici. Proprio questo tipo di personalità sta infondendo oggi all’arte nuove energie creative, in un rapporto di confronto, di scambio, di travasi e di influssi. Attraverso le opere di Adel Abdessemed, Nindityo Adipurnomo, Kristine Alksne, Maria Thereza Alves, Keren Amiran, Carlos Amorales, Maja Bajević e Danica Dakić, Yael Bartana, Banu Cennetoglu, Magali Claude, Latifa Echakhch, Huang Yong Ping, Mella Jaarsma, Koo Jeong-a, H. H. Lim, Elena Nemkova, Ni Haifeng, Adrian Paci, Pascal Marthine Tayou, Tsuyoshi Ozawa, Nari Ward e Shen Yuan si manifesta così l’orientamento interculturale che caratterizza molta parte della società e dell’arte del presente, e si esprimono i temi della dislocazione e della stratificazione culturale, della rappresentanza, e l’idea di cultura come ambito dotato di vitalità capace di assimilare ed integrare continuamente, nella propria forma e nella propria tradizione espressiva, elementi nuovi ed estranei. Ogni opera, frutto di una riflessione-azione, racconta cose del luogo in cui il suo autore è nato, ma anche di quello in cui attualmente vive. Tra i video in mostra: What Is the Colour of German Roses? di Maria Thereza Alves; I Like – I Don’t realizzato a quattro mani da Maja Bajević e Danica Dakić; la doppia video proiezione Wild Seeds di Yael Bartana; Vajtojca di Adrian Paci, dove l’artista mette in scena il proprio funerale e la propria rinascita; la poetica videoanimazione che Carlos Amorales ha realizzato a partire da una serie numerosissima di disegni digitali, parte dei quali a loro volta in mostra e Turtely di Keren Amiran: una donna proietta emozioni e nostalgie su una tartarughina domestica, con la quale avvia uno struggente monologo. Parte delle sale espositive è occupata da grandi sculture e installazioni: è il caso, tra l’altro, degli interventi site-specific di Koo Jeong-a e di H. H. Lim, dell’opera appositamente concepita da Nindityo Adipurnomo per Wherever We Go, consistente in una serie di sedie montate l’una sull’altra facenti da supporto a una telecamera e di Crusader di Nari Ward, una sorta di totem realizzato a partire da materiali riciclati ad alto valore simbolico: un carrello della spesa, pezzi di plastica, taniche per la benzina, un lampadario. Shen Yuan mette a disposizione del pubblico un’installazione da utilizzare come trampolino, consistente in un ampio materasso colorato e ricamato con simboli del mondo intero. Una postazione per l’accesso in rete è riservata all’opera di Elena Nemkova: l’artista ha un blog in cui inserisce disegni ispirati alle notizie di attualità che più la colpiscono. Banu Cennetoglu esprime attraverso una serie di fotografie l’esperienza del viaggio e l’idea che il tragitto possa essere più importante della meta stessa. E Magali Claude si fa ritrarre insieme a personaggi vicini e lontani che hanno contribuito in modo significativo alla sua formazione. L’esposizione è accompagnata da un catalogo (casa editrice 5 Continents) con testi critici dei due curatori e di Elvan Zabunyan, Gilane Tawadros, Pier Luigi Tazzi, apparati fotografici a colori e schede biografiche degli artisti. Wherever We Go–ovunque andiamo rientra in un progetto della Provincia di Milano di valorizzazione e integrazione delle culture, che è condiviso dal Gruppo Unicredit anche attraverso il sostegno alla produzione artistica. Spazio Oberdan, tel. 02. 7740. 6300/6302 .  
   
 

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