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Notiziario Marketpress di Venerdì 07 Ottobre 2011
 
   
  MILANO (PICCOLO TEATRO STREHLER): DOPO LA BATTAGLIA - VIAGGIO VISIONARIO DI PIPPO DELBONO TRA TEATRO, DANZA, MUSICA E CINEMA - DAL 18 AL 23 OTTOBRE

 
   
  Un viaggio visionario, in cui fantasia e individualità si intrecciano in una sintesi “in stato di grazia” di musica, teatro e danza con la partecipazione di Alexander Balanescu e dell’étoile dell’Opéra di Parigi Marie-agnès Gillot. Con Dopo la battaglia, in scena al Piccolo Teatro Strehler dal 18 al 23 ottobre 2011, Pippo Delbono, personalissimo, intimo e privato ma al tempo stesso universale ed ecumenico, percorre tutti i linguaggi dell’arte restituendoli, amalgamati ed esaltati, in uno spettacolo che rappresenta senza veli, vizi e miserie di un popolo ingabbiato e cieco. Eppure, in un mondo massacrato dall’ipocrisia, è possibile l’irruzione della bellezza. Essa parla attraverso la poesia di Pasolini, Artaud, Kafka, della Merini, di Walt Whitman e Alejandra Pizarnik. Si esprime in musica, con la nota dominante di Verdi, intrecciata a Maria Salgado, a Irène Jacob, alla brasiliana Elis Regina, al violino di Alexander Balanescu, autore ed esecutore in scena di musiche composte per lo spettacolo. Ma si manifesta, soprattutto, in un appassionato, affettuoso omaggio alla grande Pina Bausch, per Pippo da sempre fondamentale ispirazione, come persona e come artista. La partecipazione di Marie-agnès Gillot (étoile dell’Opéra di Parigi) sottolinea il legame con la danza. Gran direttore d’orchestra di questa sarabanda saettante, di questo inno all’amore vero, che travalica diversità, razzismo, emarginazione, è Bobò, l’attore protagonista, cui Pippo dedica lo spettacolo. Nella sua storia, nei suoi anni in manicomio, nella sua sordità, nella sua spontanea grandezza di attore, risiede l’anima della rappresentazione, la libertà di essere oltre apparenza e regole. A volte danzare per non sentirsi perduti, danzare trasformandosi in rose dal profumo di un giardino ritrovato, danzare come parole sulla bocca di un muto, indica la strada, una via d’uscita, per tornare a essere. Per sentirsi finalmente in pace dopo la battaglia. Pippo Delbono: “Ogni mio spettacolo è una tappa che fa parte di un viaggio personale, e di un viaggio nel tempo che ci circonda. Un tempo turbolento, questo, di contrasti, di violenze, di una libertà difficile da conquistare, ma anche di grandi rivolte, un tempo in fiamme. A volte mi piace pensare di essere già in un tempo nuovo, immaginando che quel tempo oscuro sia rimasto indietro, ma altre volte mi trovo ancora chiuso in una gabbia, asfissiato, dove sembra che non ci sia via d’uscita. Per questo spettacolo ho pensato a un luogo vuoto, come quelle stanze vuote, memoriali di orrori passati, che però portano ancora forti i segni, i colori, gli odori delle prigioni. Ma pensando anche alle stanze della mente, svuotate dopo le grida di passione, di amore, di rabbia, di dolore. Un bisogno di lucidità dopo la follia.” In occasione dello spettacolo, il Comune di Milano Assessorato alla Cultura, in collaborazione con Compagnia Delbono ed Emilia Romagna Teatro Fondazione, dedica un omaggio al cinema di Pippo Delbono con due giorni di proiezioni (22-23 ottobre 2011) al Cinema Gnomo, dal titolo “Il sogno visionario”. Info: www.Piccoloteatro.org    
   
 

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