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Notiziario Marketpress di Mercoledì 05 Ottobre 2011
 
   
  CRITERI NAZIONALI PER ACQUISTI RISTORAZIONE E AGROALIMENTARE PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.

 
   
  Venezia - “Il concetto di produzione a km 0 ha fatto strada e scuola, alla faccia di quanti lo hanno snobbato, probabilmente perché non l’hanno capito. Brava la ministra dell’ambiente Stefania Prestigiacomo per averne recepito alcuni degli elementi fondamentali di quella che è una moderna concezione del territorio, della qualità e della sostenibilità”. Franco Manzato, assessore all’agricoltura del Veneto, è soddisfatto per la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dei “criteri ambientali minimi per il servizio di ristorazione collettiva e la fornitura di derrata alimentari’, in attuazione del Piano di azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nella Pubblica Amministrazione. “Per quanto mi riguarda posso solo dire che il Veneto ha anticipato un ulteriore esempio utile in questa materia, con la sua legge sul km 0 – ha detto ancora Manzato – rispetto ad un provvedimento ministeriale che va nella giusta direzione. Abbiamo anticipato gli appalti verdi e costruito un esempio virtuoso di collaborazione pubblico – privato. E questo si è riverberato non solo sulle forniture per mense importanti come quelle di qualche Ulss o scolastiche, ma anche su azioni di prossimità che coinvolgono gli agricoltori nel settore del verde pubblico”. Il provvedimento ministeriale, in particolare, nel riferirsi all’offerta “economicamente più vantaggiosa”, attribuisce “un punteggio tecnico a prestazioni ambientali e, ove possibile, sociali, più elevate (non inferiore al 30 per cento del punteggio totale), tipiche di prodotti meno diffusi e talvolta più costosi, senza compromettere l’esito della gara”. Tra l’altro gli appaltatori devono produrre tutte le certificazioni ambientali del caso e, per la generalità dei prodotti ortofrutticoli e alimentari, compreso l’olio extravergine d’oliva, è prevista la provenienza per almeno il 40 per cento da produzione biologica e per almeno il 20 per cento da sistemi di produzione integrata, i prodotti ortofrutticoli devono essere stagionali; per la carne è prevista anche la fornitura da prodotti tipici e tradizionali. “Gli unici appunti che mi sento di fare – ha concluso Manzato – riguardano il fatto che si poteva tenere più in considerazione la produzione di prossimità, in quanto è a minor consumo energetico e minor impatto ambientale, allo stesso modo in cui è stato considerato punteggio di favore, per analoghi motivi, alla prossimità tra luogo di cottura e luogo di consumo. Mi pare inoltre fuorviante il riferimento ai prodotti esotici, che di massima esulano dal concetto di stagionalità e sicuramente richiedono per il trasporto un grande dispendio in termini i consumo di energia e di produzione di Co2, anche se ne è prevista la provenienza da coltivazioni biologiche e solidali”.  
   
 

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