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Notiziario Marketpress di
Martedì 11 Ottobre 2011 |
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AMBIENTE, COMMISSIONE UE APPROVA SCELTE REGIONE LOMBARDIA DA CENTRALINE ARPA MISURAZIONI ALLINEATE A STANDARD RICHIESTI GRANDI PERICOLI DA DIESEL,LEGNA,OLIO COMBUSTIBILE E AMMONIACA
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Milano, 11 ottobre 2011 - La Commissione europea, attraverso il proprio centro di ricerca di Ispra - il Jrc (Joint research Center) - ha lodato le strategie messe in campo da Regione Lombardia per ridurre l´inquinamento atmosferico. Questo, in sintesi, il contenuto del progetto di ricerca quinquennale (2006-2011) presentato stamani dal direttore generale dell´Assessorato all´Ambiente, Energia e Reti, Franco Picco e dal direttore dell´Institute for Energy and trasport della Ue, Giovanni De Santi. Cinque i macrotemi analizzati dal Jrc in sede di stesura del rapporto: 1) l´impatto dei motori diesel e l´efficacia dei filtri antiparticolato; 2) il contributo della combustione della legna sul Pm10; 3) l´olio combustibile; 4) l´innalzamento del Pm10 legato alle emissioni dei motorini e alla produzione di ammoniaca in ambito agricolo; 5) la corrispondenza delle rete di rilevamento della qualità dell´aria do Arpa Lombardia rispetto agli standard richiesti dall´Unione europea. ´Per ciascuno di questi punti - ha commentato l´assessore Marcello Raimondi - la Commissione ha certificato l´efficacia della nostra azione. E lo ha fatto partendo da un approccio scientifico al problema. Ha studiato le diverse possibili fonti dell´innalzamento del particolato e poi ha verificato l´efficacia nel contrastarle dei nostri provvedimenti. Misure strutturali, le uniche in grado di fornire risultati importanti in un territorio, come è il nostro, fortemente penalizzato dalla propria conformazione orografica. Per questo sono inutili provvedimenti spot. Il nostro obiettivo è però quello di arrivare ad un cambio di mentalità´. Centraline Arpa Promosse - Il Jrc ha anzitutto certificato con intercomparazioni che le centraline dell´Arpa sono perfettamente rispondenti agli standard richiesti dalla normativa vigente, con misure di Pm10 corrette sia dal punto di vista normativo, sia rispetto alla valutazione dell´effettiva presenza di particolato in aria. La valutazione è assolutamente in linea con quella riscontrata in un programma di controllo di qualità coordinato dal Jrc che ha coinvolto 18 Paesi europei utilizzando la stessa tecnica e gli stessi strumenti di riferimento. Anzi, è capitato non di rado, che le rilevazioni dell´Arpa siano state più severe di quelle del Jrc. I Diesel - Emerge fin dalle prime pagine del rapporto come le emissioni di particolato fine siano uno dei principali problemi dei motori diesel. Proprio alla luce di queste conferme, Regione Lombardia ha deciso di proseguire nella direzione di disincentivare l´utilizzo di questa motorizzazione, favorendone la sostituzione e privilegiando quelle meno inquinanti (gpl, metano, benzina Euro 4). Queste emissioni oggi sono controllate con estrema efficienza dai filtri antiparticolato. La Legna - I risultati del rapporto confermano l´importanza delle emissioni derivanti dalla combustione della legna non solo per il particolato primario ma anche per Co (anidride carbonica), Cov (composti organici volatili), Ipa (idrocarburi policiclici aromatici) e diossine. I dati forniti dallo studio relativamente alla composizione del particolato misurato indicano che il contributo complessivo medio della combustione della legna/biomassa alla formazione di Pm10, in massa, è dell´ 11-13% e del 12-19% per Pm2,5. Se si scende però nel dettaglio, si nota che la combustione della legna è la maggiore fonte di polveri primarie dopo il traffico su strada e, in inverno, raggiunge percentuali più elevate soprattutto nelle zone alpine e prealpine. L´ulteriore criticità della combustione della legna è che i singoli componenti del Pm10 derivanti da tale processo di combustione sono tra i più pericolosi per la salute dell´uomo: per esempio di Benzo(a)pirene o diossine. Per questo Regione Lombardia ha attivato un Tavolo tecnico tra le Regioni del bacino padano, in accordo con il Ministero, per definire standard emissivi per gli apparecchi da utilizzare anche - quale riferimento - per l´adozione di misure per la qualità dell´aria da parte di ogni singola amministrazione. Olio Combustibile - Lo studio mostra che gli elementi traccianti dell´olio combustibile sono presenti nella composizione del Pm10 nelle campagne eseguite nel 2007, ma non nel Pm2,5 misurato nel 2009, anno in cui il divieto dell´utilizzo di questo combustibile era già consolidato da anni in Lombardia per il riscaldamento civile. La Lombardia, infatti, anticipando la normativa nazionale, dal 2002 ha introdotto il divieto di utilizzo del carbone e dell´olio combustibile negli impianti di riscaldamento ad uso civile. Lo Stato solo successivamente ne ha limitato l´uso (nel 2010). Per contro, grazie a una rilevante politica di sostegno, la rete di distribuzione del metano ad usi civili in Lombardia ha raggiunto quasi tutto il territorio regionale e gli impianti domestici alimentati a metano arrivano oggi al 90%. Motorini - I motocicli, soprattutto se di vecchia costruzione e con motore a due tempi, se paragonati ad una autovettura a benzina di ultima generazione, hanno emissioni nettamente più elevate. Ciò è soprattutto vero per i piccoli motocicli dotati di motore di 50 cc. Dal prossimo 15 ottobre, così come prevede la Legge sulla Qualità dell´aria, saranno banditi da tutto il territorio regionale 24 ore al giorno. Ammoniaca - L´uso dei fertilizzanti, soprattutto derivanti dal ciclo dei liquami, sono la principale fonte di emissione di Nh3 (ammoniaca) in atmosfera che - reagendo con i gas acidi (So2 ed No2) - forma i sali di ammonio, principale componente del Pm10 secondario. I dati di cui dispone Regione Lombardia sono ampiamente confermati dai risultati della ricerca del Jrc: il nitrato ed il solfato d´ammonio sono componenti molto importanti del Pm10 la cui formazione è legata oltre che alle emissioni di ossidi di azoto e di zolfo, a quelle di ammoniaca, che proviene al 95-96% dal comparto agricolo. Le emissioni di ammoniaca provenienti soprattutto da allevamenti, liquami/fanghi e uso di fertilizzanti azotati, si confermano quindi tali da considerare questa un´importante area di intervento per la riduzione dell´inquinamento atmosferico. |
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