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Notiziario Marketpress di Giovedì 18 Gennaio 2007
 
   
  L’ARTE DI VESTIRE I PIEDI: LA RISPOSTA PERFETTA VIENE DALLE PRODUZIONI DELLA RIVIERA DEL BRENTA DOVE LE SCARPE SONO SCOLPITE ARTIGIANALMENTE PER UN LUSSO A TUTTO TONDO

 
   
  Oggi più che mai i calzaturifici della Riviera del Brenta, distretto industriale situato nella rinomata area geografica tra Venezia e Padova che si snoda lungo l’alveo del fiume omonimo, riaffermano l’unicità a livello nazionale e mondiale della propria produzione di scarpe di lusso da donna che, contrariamente ad altre tipologie di calzature, non conosce crisi. Se oggi le donne più eleganti del mondo usano scarpe create in Riviera del Brenta, il merito è anche degli aristocratici veneziani che, cinque secoli fa, quando andavano in villa per la villeggiatura portavano con sé non solo la servitù, ma anche gli artisti e gli artigiani. Fra questi, nelle piccole corti sul Brenta lavoravano i calegheri, cioè i calzolai che fin dal 1268 si erano costituiti in Confraternita, a tutela della propria “arte”. Dalle ville dei ‘nobilomeni’ della Serenissima, questi artigiani cominciarono a diffondersi nell’area, sull’esempio, del resto, di tanti altri ‘mestieri che vanno per via’. La tradizionale economia dell’area, che per secoli si è fondata sull’agricoltura, è stata violentemente scossa e ossigenata dall’esplosione delle attività calzaturiere all’inizio del 1900 e in particolare dal boom del secondo dopoguerra che ha seminato fabbriche in tutta la Riviera. Il design è tutt’ora senza paragoni. La “via aristocratica alla bellezza” non è dunque mai chiusa, da queste parti. Come documenta la memoria storica affidata oggi al Museo della Calzatura, aperto nella settecentesca Villa Foscarini Rossi a Stra di proprietà di Luigino Rossi, lungimirante imprenditore alla guida, dal 1956, del calzaturificio Rossimoda con sede a Vigonza. Oggi il “sistema calzaturiero brentano” è costituito da 806 aziende complessive, tutte Pmi, tra calzaturifici e aziende della filiera (cioè produttori di componenti quali tacchi, suole, ecc. ) che producono 20,8 milioni di paia di calzature all’anno, risultato di processi artigianali pur prodotte in strutture industriali. In molti casi, ogni singola calzatura viene manipolata 180-200 volte in media durante il processo produttivo. Il fatturato dell’intero sistema è stato nel 2005 pari a 1,74 miliardi di €uro, l’89% del quale destinato all’export in tutto il mondo. Qualche curiosità: le scarpe qui prodotte sono il 95% da donna, il restante 5% da uomo, mentre è pressoché assente la produzione da bimbo; le migliori griffes mondiali sono ideate, prodotte e commercializzate da aziende della Riviera del Brenta, leader del gusto; i migliori stilisti della calzatura di ogni parte del mondo si formano al Politecnico Calzaturiero, con sede a Capriccio di Vigonza; tutte le scarpe inventate e prodotte lungo le rive del Brenta hanno mediamente un costo tre volte superiore alle altre, e questo per tre buone ragioni: alta qualità dei materiali, lavorazione raffinata made in Italy, elevato contenuto moda costantemente aggiornato e all’avanguardia. .  
   
 

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