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Notiziario Marketpress di Giovedì 13 Ottobre 2011
 
   
  TOGLIETEMI TUTTO MA NON IL MIO EGO, LA NUOVA PRIVACY DEGLI ITALIANI: PER I BENEFICI DEL WEB SI È DISPOSTI A COMPROMESSI. MA PIÙ CHE IL DENARO O LE INFORMAZIONI È L’IMMAGINE CIÒ CHE SI HA PAURA DI PERDERE.

 
   
  Milano, 13 ottobre 2011 - Più che la navigazione sul Web temono l’uso del cellulare. Le telecamere in città passano inosservate mentre l’uso della carta di credito preoccupa ancora, ma meno. E poi c’è Facebook: molti sono gli italiani che non possono farne a meno, prestano attenzione a ciò che scrivono ma temono di ritrovarsi in immagini pubblicate qua e là da amici reali o “di social”. Benvenuti nella nuova versione della privacy, dove l’online non è considerato un particolare pericolo soprattutto nei suoi strumenti classici. Il social network deve essere ancora digerito e qualche ansia è procurata anche dall’emergente geolocalizzazione. Ma l’italiano medio si sente tutto sommato al sicuro. Questo almeno è quanto emerge dal “Privacy&permission Marketing Report 2011”, la nuova ricerca sulla privacy in rete realizzata da Diennea Magnews in collaborazione con Human Highway e presentata oggi a Milano durante la giornata di apertura di Iab Forum. Lo studio, realizzato su un campione online di 1018 italiani fra i 18 e i 64 anni, rivela un atteggiamento disincantato degli italiani nei confronti del trattamento dei dati. E un’attenzione minima per i problemi delle intercettazioni. “Abbiamo scelto di portare avanti questo progetto di ricerca con l’idea di comprendere meglio un fenomeno che fa parte del nostro mondo e che non possiamo trascurare se vogliamo far crescere l’industria del marketing digitale – commenta Maurizio Fionda, Amministratore Delegato di Magnews - .Rendere pubblico cosa sanno le persone della profilazione nel web e quanto questa consapevolezza incida nel loro quotidiano significa fare un primo passo di conoscenza reciproca, una sorta di patto di fiducia”. Rispetto all’edizione 2009 il fronte di chi è poco o per nulla preoccupato si è ampliato lievemente - 31% contro il 29% - mentre si è ristretto il campo dei timorosi che sono invece molto o abbastanza preoccupati (30% rispetto al precedente 34%). Sostanzialmente stabile è invece la schiera di coloro che si collocano a metà strada (che passa dal 37% al 38%). Passando a esaminare nello specifico le diverse situazioni nelle quali una persona può essere “tracciata”, si scopre però che la percentuale di preoccupati aumenta significativamente fino a coinvolgere la metà della popolazione internet quando si parla di Social Network. L’eventualità di ritrovarsi inconsapevolmente ritratti su Facebook in scatti che si preferirebbe mantenere riservati è ciò che preoccupa maggiormente gli italiani (ben il 53% della popolazione di riferimento), tanto che il 44,1% degli intervistati afferma che, a seguito di questo timore, ha modificato il modo in cui utilizza questo social network. Preoccupazione che scalza la paura del tracciamento dati della propria carta di credito, fino a due anni fa in cima alla classifica, tuttavia ancora oggi avvertita da una quota consistente di popolazione (44%). Segue la preoccupazione data dagli effetti della geolocalizzazione (34%) che va a influenzare il comportamento del 30,5% degli utenti e che supera la paura di essere intercettati sul cellulare (condivisa dal 29% degli utenti). Il timore di essere tracciati durante la navigazione sul web è espresso da circa un rispondente su quattro (28%) ed è ancora più bassa la quota di quanti esprimono preoccupazioni legate all’uso dell’eMail (23%) e alle ricerche sul Web (circa il 20%). In tutte le situazioni analizzate c’è un’evidente relazione diretta tra la preoccupazione verso un certo tipo di tecnologia di tracciamento e i comportamenti di difesa: all’aumentare della preoccupazione le persone affermano con maggior frequenza di modificare il proprio comportamento. È interessante però notare come, pur consapevoli e preoccupati dalle «tracce» lasciate in rete durante la navigazione, non siano tuttavia disposti a modificare ad esempio il proprio stile di navigazione: i vantaggi sono così tanti che si è disposti a rinunciare a una parte della propria privacy in cambio dei benefici ottenuti.  
   
 

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