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Notiziario Marketpress di Lunedì 17 Ottobre 2011
 
   
  UE: LA COMPETITIVITÀ DELL´INDUSTRIA È LA RISPOSTA PER ASSICURARE LA RIPRESA ECONOMICA

 
   
  Bruxelles, 14 ottobre 2011 – La Commissione europea ha presentato il 14 ottobre la sua comunicazione "Politica industriale: rafforzare la competitività", che esamina in modo specifico i risultati dell´industria sul piano della competitività nei vari Stati membri. La ripresa economica dell´Ue è stata relativamente lenta e rimane fragile. Ciò si rispecchia nel pessimismo riscontrabile nel sistema economico europeo. Vi sono inoltre chiari rischi di una flessione della crescita dovuti ai mercati finanziari, all´aumento dei prezzi energetici e delle materie prime e alla necessità di un consolidamento dei bilanci. L´industria dell´Ue è però un´industria sana ed ha le potenzialità per riportare l´economia europea sui binari della crescita. Tra gli Stati membri si riscontrano notevoli differenze: la produttività media del lavoro nel settore manifatturiero va da quasi il 125% del valore aggiunto lordo per persona occupata in Irlanda a meno del 20% in Bulgaria. La percentuale delle imprese innovatrici varia dall´80% in Germania al 25% in Lettonia. Le regolamentazioni business-friendly sono maggiormente sviluppate in Finlandia, mentre l´Italia si situa all´ultimo posto. Innanzi a questa situazione la comunicazione pubblicata oggi incoraggia gli Stati membri a attuare celermente le politiche necessarie per arrivare ad una convergenza su livelli di competitività coerenti con la partecipazione alla zona dell´euro e al mercato interno. Gli Stati membri devono pertanto attuare politiche forti e coordinate all´indirizzo dell´industria e delle Pmi. A tal fine, la Commissione è pronta a promuovere e a monitorare i miglioramenti strutturali poiché l´economia europea deve ritornare quanto prima sulla via della crescita. Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea e responsabile per l´industria e l´imprenditoria, ha affermato: "L´industria europea è un´industria sana ed è pronta ad affrontare le sfide della concorrenza. Il rallentamento della ripresa dovrebbe però indurci ad attribuire alla competitività e alla crescita una priorità ancora maggiore sull´agenda politica. Abbiamo bisogno di riforme strutturali in grado di sprigionare le potenzialità dei nostri imprenditori, che sono gli attori principali per la ripresa". La comunicazione pubblicata oggi è corredata della "Relazione 2011sulla competitività europea " e della relazione su "I risultati e le politiche degli Stati membri in materia di competitività 2011". Per ulteriori informazioni si rinvia a Industrial Competitiveness: "An Industrial Policy for the Globalisation Era" Principali ambiti d´intervento - Il potenziamento della competitività globale dell´industria europea è un elemento essenziale poiché il 75% delle esportazioni dell´Ue è ascrivibile al settore manifatturiero che assicura anche l´80% della R&s dell´industria. La comunicazione ha identificato i seguenti ambiti chiave in cui si potrebbe ulteriormente rafforzare la competitività dell´Ue al fine di progredire in modo significativo verso gli obiettivi della strategia Europa 2020: (1) incoraggiare i cambiamenti strutturali nell´economia, per passare a settori più innovativi e basati sulle conoscenze che presentano una maggiore produttività e risentono meno della concorrenza globale (come, ad esempio, le ecoindustrie, il settore delle apparecchiature elettriche e ottiche); (2) incoraggiare l´innovazione nelle industrie, in particolare mettendo in comune le risorse altrimenti limitate, riducendo la frammentazione dei sistemi a sostegno dell´innovazione e concentrando maggiormente i progetti di ricerca sugli sbocchi di mercato. I mercati per le tecnologie abilitanti fondamentali (ad esempio, le nanotecnologie, i materiali avanzati, la biotecnologia industriale), ad esempio, dovrebbero crescere addirittura del 50% entro il 2015, creando migliaia di nuovi posti di lavoro ad elevato valore aggiunto; (3) promuovere la sostenibilità e l´efficienza nell´uso delle risorse, in particolare dando impulso all´innovazione e all´uso delle tecnologie pulite, assicurando un accesso equo alle materie prime e all´energia senza che vi siano distorsioni nei prezzi nonché assicurando il potenziamento e l´interconnessione delle reti di distribuzione dell´energia; (4) migliorare il contesto imprenditoriale, in particolare riducendo gli oneri amministrativi che gravano sulle imprese e promuovendo la concorrenza tra i fornitori di servizi che usano la banda larga, l´infrastruttura energetica e quella dei trasporti; (5) valorizzare le potenzialità offerte dal mercato unico, sostenendo i servizi innovativi e attuando appieno il regolamento sul mercato unico, in particolare la direttiva "Servizi". La piena attuazione della direttiva "Servizi" potrebbe produrre su scala Ue un beneficio economico pari a 140 miliardi di euro corrispondente a un potenziale di crescita dell´1,5% del Pil; (6) sostenere le piccole e medie imprese (Pmi), in particolare favorendo l´accesso ai finanziamenti, agevolando l´internazionalizzazione e l´accesso ai mercati e assicurando che le amministrazioni pubbliche riducano i tempi per i pagamenti. I principali risultati delle relazioni - La produttività del lavoro (per persona occupata nell´industria manifatturiera): il tasso di produttività è superiore alla media Ue in Irlanda, Paesi Bassi, Austria, Finlandia, Belgio, Lussemburgo e Svezia, mentre è al di sotto della media in Slovacchia, Polonia, Slovenia, Cipro, Ungheria, Repubblica ceca, Portogallo, Estonia, Lituania, Romania, Lettonia e Bulgaria. L´ue dispone di un minor numero di giovani imprese innovative: le imprese dell´Ue presentano risultati inferiori, in termini di applicazioni e di commercializzazione della ricerca e dell´innovazione, rispetto agli Usa e al Giappone. La percentuale di imprese innovative tra tutte le imprese è particolarmente elevata in Lussemburgo, Germania, Belgio e Portogallo, mentre è bassa in Ungheria, Polonia, Lettonia e Lituania. L´industria è sempre più interconnessa con i servizi: in particolare, i servizi alle imprese ad elevata intensità di conoscenze vengono usati in misura crescente dall´industria quali input diretti e indiretti e corrispondono fino al 9% delle esportazioni dell´Ue-12 e al 18% di quelle dell´Ue-15. L´industria Ue sta migliorando l´efficienza delle materie prime: essa fa un uso crescente di materiali riciclati e di succedanei innovativi, ma l´accessibilità e l´abbordabilità delle materie prime non energetiche sono essenziali per la competitività di diverse industrie manifatturiere ad alta intensità di materie prime nell´Ue. Efficienza industriale: L´ue si trova in generale su posizioni più avanzate rispetto agli Usa e sta colmando il divario con il Giappone. Si registrano però notevoli differenze in termini di risultati tra Stati membri e settori industriali nell´Ue. La business-friendliness della regolamentazione pubblica: il gruppo di paesi in cui la regolamentazione è meno onerosa per le imprese comprende Lussemburgo, Finlandia, Estonia, Cipro, Danimarca e Svezia, mentre le imprese denunciano una situazione meno favorevole in Belgio, Portogallo, Grecia, Ungheria e Italia. Per ulteriori particolari si rinvia al Memo/11/702.  
   
 

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