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Notiziario Marketpress di Martedì 18 Ottobre 2011
 
   
  ENTI LOCALI, TOSCANA: C’È BISOGNO DI UNA RIFORMA RADICALE CHE AIUTI LO SVILUPPO

 
   
  Firenze, 18 ottobre 2011 – “Alla Toscana dobbiamo una risposta: quale architettura istituzionale può meglio favorire la crescita e lo sviluppo. La riforma degli enti locali che abbiamo presentato in Consiglio regionale mesi fa prova a rispondere a questa domanda”. Lo sottolinea l’assessore alle riforme e al rapporto con gli enti locali, on. Riccardo Nencini, intervenuto il 14 ottobre al seminario, sulla riforma delle autonomie locali in Toscana, organizzato dalla prima commissione del Consiglio regionale a Palazzo Bastogi a Firenze. “Si può discutere nel merito della proposta – dice Nencini – Ed è giusto e legittimo aprire un dibattito. Ma la bussola che dobbiamo sempre avere in mente è la migliore riforma per accompagnare ed aiutare lo sviluppo. Altrimenti, se costruiamo una riforma solo pensando ad abbassare i costi della democrazia, che non sempre sono poi i costi della politica, e senza una visione organica, di riforme non ha senso parlare”. L’assessore, nel corso del suo intervento, aveva anche richiamato la specificità toscana. “Qui nel Settecento c’è già stata una riforma e una semplificazione amministrativa – ha spiegato -: infatti abbiamo molti meno Comuni che in altre regioni d’Italia, al sud come al nord”. Vercelli in Piemonte, 180 mila residenti, ne conta 86. Cuneo, quasi seicentomila abitanti, ne ha 250. La provincia di Firenze, con quasi il doppio di abitanti, si ferma a 44 Comuni. E in tutta la regione sono 287. “Ma una riforma, una riforma radicale – annota l’assessore –, è necessaria anche in Toscana. La globalizzazione e la situazione contingente ci dicono che servono istituzioni più forti e significative per sostenere lo sviluppo. Abbiamo cancellato le comunità montane e incentivato le unioni di Comuni. Ci mancano anche vere città ed aree metropolitane, perchè lo sviluppo ha sempre marciato più velocemente nelle città e Firenze, per le sue infrastrutture, non può considerarsi tale. Ed anche rispetto questa mancanza la nostra proposta prova a indicare una strada”. Certo una riforma completa non può essere portata avanti dalla sola Regione. Serve una cornice nazionale. “Che purtroppo – conclude l’assessore – in questo momento manca od appare solo ad intermittenza”.  
   
 

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