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Notiziario Marketpress di Martedì 18 Ottobre 2011
 
   
  SOSTENERE COLTIVAZIONI ALTERNATIVE CONTRO LA CARENZA DI MATERIE PRIME

 
   
  Nei prossimi 10 anni la popolazione mondiale passerà da 6,8 miliardi di persone a 9 circa (stima Nazioni Unite), con un conseguente e inevitabile incremento della richiesta di cibo, acqua, energia e materie prime. Oggi il 75% delle terre sono utilizzate per il pascolo e per la coltivazione di foraggio per bestiame, questo vuol dire che se non si interviene in tempo, anche apportando piccole modifiche alla nostra alimentazione quotidiana, entro il 2030 avremo bisogno di 2 pianeti per rispondere alla crescente richiesta di consumi. Partendo da queste considerazioni, e dalla necessità quindi di rispondere alle problematiche di efficienza e ottimizzazione delle risorse disponibili, è stato organizzato un incontro tra i parlamentari europei e gli stakeholders in occasione della “Settimana Europea della Soia”. Consumare i nutrienti essenziali per il nostro organismo senza abusare delle risorse naturali del pianeta per la produzione è diventata una priorità. Gli esperti concordano sul fatto che gli attuali modelli di consumo non sono sostenibili e che occorre adottare piccoli cambiamenti nelle nostre abitudini alimentari per ridurre l’impatto ambientale. Grazie alla loro origine vegetale, i prodotti a base di soia richiedono un minor utilizzo di terra e acqua e generano minori quantità di gas serra e al tempo stesso rispondono bene alle esigenze di alimentazione sana e stili di vita bilanciati che oggi vengono raccomandati. Oggi il consumo di carne pro capite nei 27 Stati Membri dell’Ue supera gli 83 Kg/anno, una cifra ben lontana da quelle che sono le esigenze umane di proteine animali (circa 90 g al giorno). Il 18% dei gas serra mondiali provengono dagli animali (Fao), e solo in Europa il settore animale è responsabile del 9,1–12,8% delle emissioni totali del Vecchio Continente (Joint Research Center della Commissione Europea). Ma non solo, la produzione di cibo a base animale richiede il dispendio di numerose risorse naturali siano esse terra, acqua o combustibili fossili, un consumo che gli esperti ritengono non sostenibile ancora per molto. Da qui emerge l’esigenza di puntare su alimenti alternativi, di origine vegetale, come i prodotti a base di soia, che hanno la peculiarità di poter vantare una produzione sostenibile. Produrre 1 litro di soia drink richiede 3 volte in meno di terra, 2,5 volte in meno di acqua e una emissione di Co2 inferiore di ben 5 volte rispetto a quanto serve per la produzione di 1 litro di latte di mucca. Produrre 1 kg di carne alternativa a base di soia richiede 45 volte in meno di terra, 20 volte in meno di acqua e produce emissioni di Co2 10 volte inferiori rispetto alla produzione dello stesso quantitativo di carne. Senza contare che per produrre 1 kg di carne sono necessari 7 kg di cereali da foraggio e 15.000 litri di acqua. Se la popolazione europea sostituisse gli alimenti a base di carne con quelli a base di soia almeno 1 giorno a settimana, questo avrebbe un effetto in termini di emissioni di Co2 pari a 13.7 milioni di auto in meno su strada (Ensa). Solo in Italia corrisponderebbe a 1 milione e 700 mila auto in meno su strada. Come avviene per le energie verdi, l’Unione Europea dovrebbe sostenere e incoraggiare la produzione e il consumo di quei cibi che hanno un impatto ambientale efficiente come la soia. Bernard Deryckere, Presidente dell’European Natural Soyfood Manufacturers’ Association (Ensa), ha dichiarato: “Gli europei hanno progressivamente adottato le lampadine a basso consumo energetico, non appena compreso che un piccolo cambiamento avrebbe potuto avere un impatto concreto sull’ambiente. Ma questo vuole anche dire riuscire ad apportare energia al nostro organismo attraverso risorse che abbiano un impatto ambientale efficiente. I cibi a base di soia sono una parte di questa soluzione”.  
   
 

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