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Notiziario Marketpress di Martedì 18 Ottobre 2011
 
   
  L’EMPATIA FAVORISCE L’IMITAZIONE RICERCATORI DELLA SCUOLA INTERNAZIONALE SUPERIORE DI STUDI AVANZATI DI TRIESTE HANNO SCOPERTO CHE IL CONTESTO EMOTIVO INFLUENZA LE ABILITÀ DI REPLICARE I GESTI ALTRUI. LO SPIEGANO SULLA RIVISTA SCIENTIFICA BRAIN RESEARCH

 
   
  Trieste, 18 ottobre 2011 - Guarda e impara. Questo non è solo un consiglio che tante volte danno insegnanti e genitori. Osservare qualcuno mentre compie un’azione e riprodurne il gesto è una capacità innata negli esseri umani. L’imitazione è infatti un importante processo di apprendimento, il più economico. Ora, ricercatori della Sissa di Trieste hanno scoperto che l’empatia promuove le risposte imitative. Cristiano Crescentini, Paola Mengotti, Raffaella Rumiati, della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, e Alessandro Grecucci, del Cimec di Trento ed ex studente di dottorato alla Sissa, spiegano sulla rivista Brain Research in che modo il contesto emotivo influenza le abilità di imitazione. Attraverso un esperimento realizzato con la risonanza magnetica del Consorzio di neuroimmagine del Friuli Venezia Giulia, presso l’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, i neuroscienziati hanno riscontrato che un contesto emotivo prosociale influenza i sistemi neurali deputati al controllo motorio, favorendo l’identificazione con un’altra persona e la riproduzione delle sue azioni. Inoltre, hanno constatato che questa facilitazione non si verifica quando il modello da imitare è un agente non biologico, come per esempio un oggetto robotico: replicare un gesto è più facile dunque quando il modello da imitare è un altro essere umano. Il nostro sistema nervoso centrale è provvisto di meccanismi cognitivi e neurali per mezzo dei quali possiamo capire i comportamenti delle altre persone e anticiparli. Si tratta di una facoltà fondamentale per la comprensione e l´apprendimento. Quando osserviamo qualcuno mentre lancia una palla, per esempio, nel nostro cervello possono attivarsi le stesse aree necessarie per l’esecuzione di quel gesto: le cortecce motorie, premotorie e parietali. C’è quindi un notevole grado di sovrapposizione tra aree neurali deputate all’osservazione e quelle che sovraintendono lo svolgimento di una azione. In particolare se le azioni sono svolte da altri agenti biologici. Questo perché quando osserviamo un’altra persona che compie un’azione attiviamo il repertorio motorio immagazzinato nella memoria semantica. Anche i meccanismi empatici si basano su un principio simile: osservare qualcuno che prova paura, tristezza o gioia induce un’attivazione degli stessi circuiti neurali che si attivano quando siamo noi stessi in prima persona a vivere tali emozioni. L’empatia, del resto, è la capacità di comprendere quello che provano gli altri, i loro sentimenti, le loro emozioni, e in un certo senso di condividerle, e si basa su un processo di simulazione interna degli stati emotivi altrui. «Con la risonanza magnetica, abbiamo monitorato l’afflusso di sangue in queste aree del cervello (motorie, premotorie, e parietali) durante l’osservazione e l’imitazione di gesti eseguiti da un agente biologico (una mano) o da un agente non biologico (un puntino)» spiega Raffaella Rumiati, responsabile del comitato scientifico del Consorzio fMri del Friuli Venezia Giulia. I neuroscienziati hanno così osservato una maggiore attivazione del sistema motorio quando la persona deve imitare il movimento della mano (osservata su un monitor) in un contesto emotivo che promuove empatia (un volto triste, per esempio, a differenza di una faccia arrabbiata). «Il sistema emotivo influenza il sistema motorio e in particolare le emozioni prosociali influenzano la nostra capacità di imitare gli altri» conclude Cristiano Crescentini, 32 anni, ricercatore alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste. «Del resto – continua – un contesto emotivo che promuove empatia fa sì che noi ci identifichiamo con la persona che abbiamo di fronte, siamo in grado di capire la sua emozione, di provarla e di entrare in risonanza con il suo stato emotivo».  
   
 

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