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Notiziario Marketpress di Giovedì 18 Gennaio 2007
 
   
  PORTO MARGHERA – UN FUTURO DI CHIMICA VERDE – PROPOSTA APINDUSTRIA

 
   
  Venezia, 18 gennaio 2007 - C’è un possibile futuro verde per la chimica a Porto Marghera, capace di conciliare l’esigenza di garantire l’ambiente in una zona dirimpetto alla città più bella del mondo, il permanere di una tipologia industriale storica con caratteristiche però non inquinanti e proiettata anche verso produzioni di alto valore aggiunto, la vocazione logistica dell’area. Ne è convinta Apindustria Venezia, che l’altra sera ha promosso, in collaborazione con Cisver (Comitato Italiano per lo Sviluppo delle Energie Rinnovabili) e Dimapla (Distretto Multipolare Veneto della Gomma e delle Materie Plastiche) un primo confronto con Regione, enti locali veneziani e organizzazioni imprenditoriali potenzialmente interessate, per presentare le linee di un progetto specifico che, secondo i proponenti, offre concrete prospettive di investimento e di sviluppo: economico e occupazionale. All’incontro, presieduto dal presidente dell’associazione Gian Pietro Penso, è intervenuto lo stesso assessore regionale alla riconversione di Porto Marghera Renzo Marangon, che ha espresso l’interesse personale e della Giunta veneta nei confronti dell’iniziativa, rispetto alla quale si farà promotore di un approfondimento allargato, con la presenza anche dei colleghi all’ambiente Giancarlo Conta e all’agricoltura Luca Zaia. Il progetto guarda allo sviluppo di un’industria di biocarburanti, nel contesto di una filiera agroindustriale corta e di una filiera “chimica” verde e integrata. Secondo i proponenti (l’iniziativa è stata illustrata dal dott. Simone Padoan, coordinatore del Cisver, e dal prof. Giampalo Vannozzi dell’Università di Udine, presidente del Comitato), l’avvio di una filiera bioenergetica con un impianto di bioraffineria risponderebbe ad esigenze strategiche del Paese; avrebbe comunque un riscontro economico positivo; permetterebbe di rispondere ad alcune esigenze emergenti del sistema rurale la cui massima convenienza verrebbe da una partecipazione attiva all’iniziativa; potrebbe sfruttare la posizione di Porto Marghera come terminal marittimo per l’approvvigionamento dall’estero di buona parte della materia prima necessarie e come snodo logistico per lo smistamento dei prodotti finiti; consentirebbe di operare in maniera pulita in settori avanzati non solo energetici, quali l’alimentare, il farmaceutico, il cosmetico, l’oleochimica, i materiali bioderivati (lubrificanti, plastiche, fibre, chimica fine, gomma naturale ecc. ). L’ottimizzazione del sistema si avrebbe con l’avvio e il conferimento diretto di una produzione in loco di oleaginose ad alto contenuto oleico (per esempio girasole, che permetterebbe di ricavare una tonnellata di biodiesel per ettaro e sarebbe un’alternativa e un complemento di rotazione alle attuali monocolture). A questo si aggiungerebbe la materia prima importata che giungerebbe a Marghera via mare e che consentirebbe di ottimizzare i risultati economici. “Guardiamo con favore a questo proposta – ha commentato l’assessore Marangon – che troverebbe in Porto Marghera una collocazione ideale e consentirebbe di risolvere una serie di problematiche offrendo concrete prospettive di sviluppo all’area. Si tratterà di approfondirla e di mettere assieme tutti i potenziali interlocutori imprenditoriali”. .  
   
 

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