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Notiziario Marketpress di Giovedì 18 Gennaio 2007
 
   
  DEMOLIZIONE ECOMOSTRO DI COPANELLO, ADAMO: QUEL DOLOSO SILENZIO ASSORDANTE DELLA STAMPA NAZIONALE

 
   
   Reggio Calabria, 18 gennaio 2007 - Abbiamo consapevolezza che governare è un compito arduo e difficile. Quando il centrosinistra ha vinto le elezioni nel 2005 sapevamo che governare la Calabria sarebbe stato assai complesso; sapevamo si richiedeva uno sforzo straordinario. Oggi sappiamo che governare è una fatica enorme, uno strenuo sforzo per risolvere i problemi, a volte senza alcun riscontro da parte di chi dovrebbe informare la pubblica opinione. Ma sappiamo anche che governare non significa sottoporsi ai ritmi e alle agende dei giornali, delle televisioni e dei mass media in genere. Il fine del governo non è quello della visibilità mediatica ma, detto ciò, non si può fare a meno di evidenziare che mai come in questa fase - soprattutto dal 2005 ad oggi - ogni fruscio di foglia che potesse confermare o rafforzare un´immagine stereotipata negativa della Calabria ha trovato facilmente spazio nelle prime pagine dei quotidiani nazionali. Nessun vittimismo, per carità, ma occorre prendere atto che se l’altra mattina la pregiata pineta di Copanello fosse stata violentata da qualche abusivo o da qualche attacco di piromani o di tritolo mafioso avrebbe forse avuto più spazio nei titoli di apertura della grande stampa nazionale, che ieri invece praticamente ignora l´abbattimento dell´ecomostro di Copanello voluto e deciso, nell´ambito di un dettagliato programma che prevede altre demolizioni, da questa giunta regionale. Del resto, non è sfuggito a nessuno che questa Giunta regionale e la Calabria sono quotidianamente sotto tiro, con notizie riferite allo stato di degrado e agli sperperi di pubblico denaro che si sono determinati nei decenni trascorsi riguardanti, ad esempio in questo momento, pezzi della sanità calabrese. Per ultimo, la mancata apertura dell´ospedale di Rosarno. Non si mette, invece, in evidenza lo sforzo di cambiamento che si sta cercando di operare anche nella sanità e in altri comparti della pubblica amministrazione regionale. Oggi dobbiamo, però, solo amaramente constatare che all´incalzare e all´aggressione che abbiamo letto attraverso articoli di stampa nazionale sull´esistenza dell´ecomostro di Copanello, si tace quando per la prima volta in Calabria si ricorre da parte della Regione all´uso delle ruspe. La conferma di questo silenzio l´avevamo già avuta prima: non era mai accaduto in Italia che in seguito alla scelta di una Giunta regionale di costituirsi parte civile nei processi di mafia le cosche venivano condannate a risarcire la Regione. Anche in quel caso un doloso silenzio quasi assordante e generalizzato da parte della grande stampa nazionale. Ovviamente la mafia fa notizia quando a essa si cede, quando con essa ci si compromette e non è, evidentemente, notizia interessante quando la si combatte sul serio e si riesce a strappare qualche risultato. Ma non mi si dica che il problema è sempre lo stesso: la colpa è della debolezza della politica e del sistema calabrese. Almeno per questa volta avremmo solo dovuto attenerci ai fatti, ai semplici fatti come ci insegnano le più elementari regole giornalistiche. Cosa che non è stata fatta. Anche questo è un fattore costitutivo della grave emergenza democratica calabrese. Se ne può discutere o siamo costretti a ragionare sempre su un canovaccio stilato sulla base di pregiudizi e preconcetti a volte espressi anche piu´ o meno in malafede? Per riprendere la fiducia e la speranza che la Calabria ce la possa fare ci vuole il concorso di tutti. Ovviamente ciò non significa fare sconti o non incalzare le responsabilità del governo regionale. Allora, per concludere: non invochiamo promozioni immeritate ma nemmeno possiamo subire criminalizzazioni stroncanti che, a volte, sono generate persino da notizie forzate o inopinatamente amplificate o da notizie che non vengono nemmeno date. .  
   
 

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