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Notiziario Marketpress di Lunedì 24 Ottobre 2011
 
   
  “NUOVI MODELLI DI APPROCCIO FARMACO-ECONOMICO E LA NECESSITÀ DI NUOVI TOOL DI GESTIONE” A CURA DI GIULIANO RIZZARDINI, DIRETTORE DIVISIONE I E II MALATTIE INFETTIVE, AZIENDA OSPEDALIERA LUIGI SACCO DI MILANO

 
   
  Milano, 24 ottobre 2011 - Le stime del Ministero della salute, effettuate sulla base dei dati disponibili rilevati attraverso il sistema di notifica delle infezioni, indicano che in Italia sono attualmente presenti tra 143.000 e 165.000 persone Hiv positive viventi, di cui più di 22.000 in Aids. Un sieropositivo su quattro non sa però di essere infetto. Grazie ai progressi della terapia antiretrovirale, le persone che sono a conoscenza della propria sieropositività possono vivere più a lungo e guadagnare o riguadagnare una condizione di salute che permette loro di ricoprire un ruolo attivo nella società, con una sopravvivenza stimata sempre più vicina all’aspettativa di vita delle persone non infette. La terapia antiretrovirale è basata sulla combinazione di farmaci, che inibiscono la replicazione del virus e permettono un recupero qualitativo e quantitativo dei linfociti Cd4, bersaglio elettivo del virus. I nuovi farmaci introdotti sul mercato hanno un profilo di efficacia e di tollerabilità più favorevole rispetto alle prime molecole utilizzate per il trattamento dell’infezione, tuttavia, i pazienti affetti da Hiv necessitano di un monitoraggio regolare del profilo biochimico e metabolico per individuare precocemente eventuali tossicità. Per favorire l’aderenza alla terapia antiretrovirale, è importante, laddove fosse possibile, scegliere regimi terapeutici semplici, con un ridotto numero di compresse e un basso numero di somministrazioni nella giornata. La necessità di fornire opzioni terapeutiche sempre più vicine alle esigenze dei pazienti ha spinto a sperimentare nuove modalità di utilizzo dei farmaci, e tra queste l’utilizzo degli inibitori delle proteasi in monoterapia. L’ipotesi alla base di questi studi, condotti sia su popolazioni di pazienti naïve alla terapia che nell’ambito di strategie di semplificazione, è che alcune molecole della classe degli inibitori della proteasi, caratterizzate da buona potenza antivirale e alta barriera genetica, possano garantire un completo controllo della replicazione di Hiv anche se assunti da soli, al di fuori dei classici schemi di combinazione costituiti da tre farmaci. I risultati preliminari degli studi pubblicati fino ad ora incoraggiano a proseguire la ricerca in questa direzione. Fondamentale sarà comprendere le caratteristiche dei pazienti che possono beneficiare al massimo di questa strategia senza incorrere nel rischio del fallimento della terapia. Infine, è utile sottolineare, anche in considerazione dell’attualità, come l’utilizzo appropriato delle risorse economiche anche in ambito sanitario sia una priorità nell’agenda di tutti gli amministratori pubblici. Se i dati clinici e viro-immunologici supporteranno questa strategia, essa sarà una possibilità in più nelle mani dei clinici per fornire ai pazienti una assistenza ottimale con un contenimento della spesa farmacologica.  
   
 

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