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Notiziario Marketpress di Lunedì 22 Gennaio 2007
 
   
  PROCESSO TELEMATICO: L´ISTITUTO DI RICERCA SUI SISTEMI GIUDIZIARI HA FATTO IL PUNTO SULL´ATTUAZIONE DEL PROCESSO CIVILE TELEMATICO A CINQUE ANNI DALLA SUA REGOLAMENTAZIONE

 
   
  A 5 anni dal regolamento ministeriale per l´informatizzazione dei processi civili, in Italia la rivoluzione dell´e-justice è ancora lontana. Queste le conclusioni, pubblicate nel volume "Tecnologie per la giustizia. I successi e le false promesse dell’e-justice", cui è giunto l´Istituto di ricerca sui sistemi giudiziari (Irsig) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna, che ha condotto un´indagine per comprendere a che punto sono le amministrazioni giudiziarie, dell´Italia e di altre nazioni, nell’utilizzo delle nuove tecnologie. I risultati italiani sono deludenti, gli uffici giudiziari rischiano di collassare sotto il peso di 9 milioni di processi pendenti e di 2,5 milioni di reati denunciati ogni anno. Dal punto di vista meramente tecnologico il Ministero della Giustizia ha fatto passi in avanti nella realizzazione delle infrastrutture di base, grazie ai cospicui fondi investiti durante gli anni ´90 sino al 2001, tuttavia, per quel che le tecnologie di supporto al lavoro di cancellieri e magistrati e all’utilizzo delle reti informatiche per scambiare dati e documenti giudiziari, i risultati sono assai poco soddisfacenti. Un significativo numero di iniziative avviate non sono state portate a termine per motivi diversi. La riduzione degli stanziamenti, causata dalla contrazione della spesa pubblica, ha provocato la paralisi del ministero, intrappolato in progetti eccessivamente complessi che non riescono ad abbandonare la fase sperimentale per gli alti costi di sviluppo e implementazione”. Alcuni applicativi, funzionanti in tutti i 165 tribunali, necessiterebbero di radicali aggiornamenti: nei casi in cui si è cercato di migliorare a livello locale, la Direzione generale Sistemi informativi automatizzati del Ministero avrebbe disincentivato tali iniziative. Secondo lo studio, quindi, il processo civile telematico non produrrà i risultati indicati nel piano triennale per l´informatica 2005 - 2007. Nella nota del Cnr, in particolare, si legge che "l´approccio italiano avrebbe finito per proiettare il paese in un tunnel di progetti costosi, difficili da sviluppare e da adottare, e di un apparato normativo sovradimensionato". Ed ancora, "se il Ministero della Giustizia nei prossimi anni non sarà capace di semplificare sistemi informativi e regole di accesso ai servizi, focalizzando gli sforzi in base a priorità reali, l´e-justice in Italia difficilmente farà passi in avanti. I ritardi vengono sempre imputati alla mancanza delle risorse, senza spiegare perchè i passati finanziamenti abbiano prodotto risultati tanto modesti". All’estero i casi di successo mostrano come un approccio più pragmatico sia in grado di favorire l’evoluzione dei servizi elettronici. In Inghilterra e Galles, Money Claim On-line permette, ad esempio, al cittadino di ottenere un decreto ingiuntivo on line. In Finlandia, è possibile iniziare un procedimento civile o penale attraverso una comunicazione via fax o e-mail con il risultato che il 65% dei documenti ricevuti dalle corti in materia civile sono depositati in forma elettronica. L’austria incentiva l’utilizzo del proprio sistema di e-justice attraverso una riduzione dei cosiddetti diritti di cancelleria da applicare ai documenti giudiziari inviati per posta elettronica. . .  
   
 

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