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Notiziario Marketpress di Mercoledì 26 Ottobre 2011
 
   
  COME SI PRODUCEVA IL PIGMENTO 100.000 ANNI FA

 
   
  Bruxelles, 26 ottobre 2011 - Il modo in cui gli esseri umani estraggono, mischiano e conservano sostanze che aiutano a far progredire le pratiche sociali e tecnologiche è una testimonianza di come la cognizione umana si sia evoluta immensamente in migliaia di anni. Adesso un team internazionale di scienziati rivela come un´antica fabbrica di pigmento produceva e conservava una mistura liquida ricca di ocra in conchiglie di Haliotis midae (aliotide). Anche se le applicazioni della mistura rimangono un mistero, questa scoperta poteva essere utile per la decorazione e la protezione della pelle. Presentati sulla rivista Science, i risultati rappresentano la più antica testimonianza storica di produzione e conservazione di pigmento e ci forniscono importanti informazioni sulle abitudini di fare progetti dei nostri antenati preistorici. Scienziati provenienti da Australia, Francia, Norvegia e Sud Africa hanno fatto luce su come gli artigiani preistorici hanno sviluppato ricette e tecniche innovative 100.000 anni fa o 60.000 anni prima dei dipinti della grotta di Chauvet, nel sud della Francia, i più antichi dipinti conosciuti. I ricercatori hanno analizzato i resti de pittura conservati in grandi conchiglie e su strumenti risalenti a 100.000 anni fa nella grotta di Blombos in Sud Africa. I ricercatori hanno già riconosciuto come gli europei e gli africani preistorici hanno usato l´ocra rossa, gialla e nera, spesso fatta di ossidi di ferro, per almeno 20 millenni. Ma rimaneva il problema della preparazione e della conservazione dei pigmenti … fino a ora. Quasi 3 anni fa, i ricercatori hanno recuperato due serie di strumenti e frammenti di ocra, risalenti a 100.000 anni fa, nella grotta di Blombos in Sud Africa. Questa "cassetta degli attrezzi" completa comprendeva una grande conchiglia, che gli esperti hanno identificato come una conchiglia di aliotide, coperta da uno strato spesso cinque millimetri di ocra rossa. Conteneva anche un frammento di pigmento usato e una scaglia di quarzite (una roccia fatta di quarzo e cristalli). Il contenuto della conchiglia era protetto da un ciottolo che mostrava segni di percussioni. Fanno parte del kit anche una lastra di quarzite e scaglie di quarzo che mostrano residui di pigmento e tracce di un loro uso per macinare o schiacciare. Il kit comprende anche un osso allungato, probabilmente usato per mescolare o applicare il pigmento, un fanone di foca e una vertebra di erbivoro. Un secondo gruppo di utensili consiste in un abalone, con al suo interno uno strato di pigmento. Sono presenti anche un piccolissimo blocco di quarzite macchiato di ocra e un frammento di minerale rosso con tracce di abrasione e tagli. In una dichiarazione, il Centre National de la Recherche Scientifique (Cnrs), uno degli istituti di ricerca che hanno partecipato allo studio, dice che il team è riuscito a riprodurre le ricette sviluppate dagli antenati preistorici per produrre i loro pigmenti studiando i frammenti di ocra e i residui trovati sugli utensili e sulle conchiglie ritrovate. I ricercatori hanno identificato l´uso intenzionale di tre tipi di rocce contenenti alte quantità di ematite e goethite, che secondo gli esperti sono due dei più comuni ossidi di ferro. Gli artigiani dell´epoca facevano una polvere di pigmento seguendo uno di questi due metodi: rompevano e sbriciolavano le rocce o le raschiavano usando macinatori di quarzite. Hanno anche identificato il possibile uso di midollo osseo come legante e hanno scoperto che la mistura era liquida. I pigmenti erano mischiati e conservati nelle conchiglie. Il team sottolinea che le paste coloranti erano usate per colorare materiali come pelle e roccia, per proteggerli e conservarli e per fare medicine, integratori alimentari e dipinti. Per maggiori informazioni, visitare: Cnrs: http://www.Cnrs.fr/  Science: http://www.Sciencemag.org/    
   
 

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