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Notiziario Marketpress di Lunedì 22 Gennaio 2007
 
   
  PIÙ DONNE IN POLITICA

 
   
  Strasburgo, 22 gennaio 2007 - Con il recente allargamento Ue, la presenza delle donne nel Parlamento ha subito un leggero calo. Il Parlamento rivendica l´importanza della parità fra uomini e donne nelle decisioni politiche e si appella ai gruppi politici affinché incentivino la piena partecipazione delle donne alla vita pubblica. L´aula ha tuttavia respinto la proposta di invitare i partiti politici europei a provvedere affinché nelle loro liste per ogni organo collettivo venga introdotto un sistema obbligatorio di quote. Adottando la relazione di Anna Záborská (Ppe/de, Sk), il Parlamento afferma che la rivendicazione circa la parità fra uomini e donne «deve concretizzarsi in un´impostazione pratica che non opponga le donne agli uomini», affinché l´integrazione della dimensione di genere comporti sviluppi positivi per entrambi i sessi. Questa integrazione, è tuttavia precisato, non può sostituire politiche specifiche miranti a rimediare a situazioni risultanti da disparità uomo-donna. In proposito, ricorda che le politiche specifiche finalizzate alla promozione della parità tra i sessi e all´integrazione della dimensione di genere sono complementari e, pertanto, vanno condotte di pari passo per conseguire l’obiettivo della parità fra uomini e donne. La relazione rileva inoltre che l’integrazione della dimensione di genere postula che la parità di trattamento tra uomini e donne occupi «una posizione centrale» in tutte le attività, quali la definizione delle politiche, la ricerca, la rappresentanza, il dialogo, la legislazione, l’attribuzione di risorse o l’attuazione e la verifica degli scadenzari di programmi e progetti. I deputati insistono poi sul rilevante ruolo che i gruppi politici possono svolgere per incentivare, appoggiare e rendere possibile la piena partecipazione delle donne nella vita pubblica. In particolare, tramite l´applicazione e la valutazione dell´integrazione della dimensione di genere nell´ambito dei loro programmi e attività, nonché incoraggiando una maggiore partecipazione delle donne alle elezioni al Parlamento europeo e ai parlamenti nazionali. Con 174 voti favorevoli, 240 contrari e 3 astensioni, il Parlamento ha soppresso i paragrafo che invitava i partiti politici di tutta Europa «a provvedere affinché nelle loro liste per ogni organo collettivo venga introdotto un sistema obbligatorio di quote». Per quanto riguarda la presenza di donne nell´amministrazione del Parlamento europeo, deplorando che vi siano solo due Direttrici generali (tra cui un´italiana, ndr), la relazione «sprona le donne a prospettare seriamente una loro candidatura a posti di responsabilità». D´altra parte, è lamentato il fatto che lo Statuto dei funzionari delle Comunità non preveda misure sufficienti riguardo alla conciliazione della vita familiare e professionale ed è chiesto che si tenga conto della prospettiva di genere nel bandire i posti vacanti all´interno delle istituzioni dell´Ue. Background - Le deputate al Parlamento europeo - Dal 1979 si è osservata una costante progressione della percentuale di donne membri del Parlamento europeo. Tale percentuale è passata dal 17,5% al 30,46% (ottobre 2006). L´adesione di Bulgaria e Romania ha tuttavia portato ad una leggera flessione della presenza femminile, che scende al 30,44%. Per quanto riguarda il nostro Paese, le italiane presenti oggi al Parlamento europeo sono solo 14 su un totale di 78 deputati (17,95%). Sempre meglio di Cipro e Malta che non hanno nessuna rappresentante donna, e della Polonia che conta 7 donne su 54 deputati (poco meno del 13%), ma molto al di sotto delle percentuali svedese che - record europeo - è pari al 52,63%, estone e lituana (50%), oppure olandese (44,44%), slovena (42,86%) e francese (42,31%). La Germania conta 32 donne su 99 deputati (32,32%), il Regno Unito 20 su 78 (25,64%) e la Spagna 18 su 54 (33,33%). .  
   
 

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