Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Giovedì 03 Novembre 2011
 
   
  DE FILIPPO: SVILUPPO SE SI INNOVA E ATTENTI A COESIONE GLI INTERVENTI IN UNA DUE GIORNI CHE HA VISTO IL PRESIDENTE DELLA REGIONE BASILICATA AFFRONTARE IL TEMA IN INIZIATIVE PUBBLICHE A COSENZA, RAVELLO E MATERA

 
   
  Potenza, 3 novembre 2011 - “Quando lo Svimez parla di uno tsunami demografico che sta interessando il Sud si riferisce proprio alla così detta fuga dei cervelli e concentrarci su questo tema è un dovere che abbiamo non soltanto verso le giovani generazioni interessate dal fenomeno”. Lo ha affermato il 29 ottobre il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, partecipando a Matera al dibattito “L’emigrazione intellettuale e le prospettive di sviluppo della Basilicata”. “L’emigrazione dal Mezzogiorno è negli ultimi decenni sostanzialmente cambiata. Prima emigravano muratori, operai generici, addetti agricoli. Oggi tocca a chi ha una laurea o un diploma. Assistiamo a quel fenomeno definito mismatching in base al quale a fronte di una sostenuta offerta di lavoro per profili bassi, al punto da offrire opportunità anche a un numero consistente di immigrati, mancano le opportunità per i laureati. Ogni anno la Basilicata produce circa 3500 laureati, segnando un tasso di alta scolarizzazione superiore ad altre realtà, ma non riesce a produrre un pari numero di opportunità di lavoro per questi profili”. De Filippo ha sottolineato come la questione abbia una dimensione meridionale. “Sempre lo Svimez – ha detto – stima che per questi motivi saranno circa 200mila i giovani che dal Sud si sposteranno al Nord e questo creerà problemi all’area meridionale nel suo complesso, aumentando il tasso di invecchiamento e diminuendo quello di crescita”. Il governatore lucano ha anche illustrato la strategia della Regione Basilicata per contrastare il fenomeno. “Bisogna lavorare non solo per creare occupazione, ma per creare quella occupazione di livello che solo uno sviluppo basato su ricerca e innovazione può portare avanti. In questo, le scelte della Regione Basilicata mirano a sostenere i processi di eccellenza, partendo dalla ricerca di base, per la quale ci sono interventi di sostegno ad Università o Cnr, articolandosi l’aiuto a che questi processi si trasformino in cicli produttivi, mission di Basilicata innovazione, incentivando, con diversi bandi, le imprese che in questo momento di crisi spendono per migliorare cicli produttivi, capacità tecnologiche e prodotti e, infine, sostenendo, con il reddito ponte, anche l’ingresso di giovani cervelli in queste realtà. Certo – ha concluso De Filippo – si tratta di un processo lungo, fatto da singoli successi e mentre, fortunatamente, altri ragazzi continuano a laurearsi e a cercare una collocazione. Ma se riusciamo, come credo, a invertire la tendenza avremo utilizzato le difficoltà del presente per garantire la serenità del futuro”. I temi affrontati da De Filippo oggi a Matera sono in linea con quelli trattati ieri dal governatore lucano A Cosenza in un dibattito sul tema “Idee per il Mezzogiorno”. E’ importante – ha spiegato in Calabria De Filippo – prepararsi ad uscire dalla crisi e non solo trovare il modo di superarla, perché le condizioni di base con cui i territori saranno in grado di affrontare la ripresa del mercato determineranno i nuovi equilibri economico-politici. Purtroppo – ha spiegato – devo prendere atto di un Governo nazionale che sembra invece concentrato interamente sull’assetto ragionieristico del problema, che mira a risolvere la contingenza dei conti e non riesce a mettere in campo la strategia dello sviluppo. In Basilicata – ha testimoniando stiamo invece mettendo in campo ogni possibile sacrificio per il sostegno allo sviluppo sapendo che il primo requisito di efficacia è la condivisione delle scelte”. De Filippo si è soffermato, in particolare, a parlare di “Obiettivo 2012”, il documento condiviso con le forze sociali lucane per le strategie da mettere in campo e ha spiegato che “è illusorio attendere che arrivi un uomo della provvidenza a risollevare le sorti dell’economia del nostro Paese o delle nostre Regioni, quello che serve è un salto di mentalità e un metodo e alla politica sta il compito di promuovere questi elementi, di creare condizioni di contesto, ma senza invadere il campo rispetto ai soggetti che devono operare nel mercato”. Alla politica, De Filippo ha attribuito anche un altro ruolo, quello di garantire la coesione sociale, ed ha approfondito il tema questa mattina, a Ravello, concludendo i lavori del convegno “Trasformazioni urbane, ecosistemi creativi e coesione sociale”. “La coesione – ha spiegato – è uno degli elementi su cui lavorare sempre, ma lo è ancor più in momenti difficili come questi. Per quel che riguarda la Basilicata, in questi ultimi anni abbiamo fatto la scelta strategica di tagliare tutto tranne che le risorse per coesione e sviluppo. Ma si tratta di una scelta che segue un’impostazione storica, se è vero, come è vero, che gli studiosi della London School of economics hanno misurato in una terra tradizionalmente considerata povera come la Basilicata un elevato “capitale sociale” costituito proprio da coesione e condivisione. Ma la logica della coesione deve essere intesa come una chiave di lettura che investe altri campi, a iniziare da quello del merito: è giusto dire che un giovane di Milano che si laurea alla Bocconi e inizia a fare esperienza nella grande industria abbia più merito di un suo coetaneo del Pollino che va a studiare a 300 chilometri da casa e inizia a inserirsi con sacrificio in un sistema economico più debole? La politica e le scelte non possono vivere di valori assoluti, ma devono ripiegarsi nella realtà dei fatti, per capire come creare condizioni di coesione tra uomini e territori, per capire come superare quello che, in 150 anni di Unità d’Italia, si configura come il più antico divario di sviluppo del mondo all’interno dello stesso Paese”.  
   
 

<<BACK