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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Novembre 2011
 
   
  2501 VEICOLO ADAMANTINO MILANO, 9 NOVEMBRE-9 DICEMBRE 2011

 
   
   Milano, 7 novembre 2011 - Dal 10 novembre al 10 dicembre 2011 The Don Gallery ospita sui white walls del suo spazio di via Cola Montano 2501, uno dei pionieri dellŽurban art italiana, con Veicolo Adamantino, una mostra che trae ispirazione dal Buddhismo tibetano Ghelupa. A dare il titolo alla mostra è il Vajraiana, il Veicolo Adamantino, una pratica Buddhista Mahayana che dona allŽuomo saggezza, padronanza fisica e psichica e la liberazione dal dolore, una liberazione che si raggiunge solo tramite lŽilluminazione, stato di coscienza oltre la vita e la morte, già presente in noi stessi sepolto, ma con cui bisogna ritornare in contatto. Nei lavori presentati in mostra lŽartista omaggia questa filosofia orientale, che da sempre lo accompagna. Colori cangianti a base alcolica, opere di grandi dimensioni e una pittura fortemente espressiva e gestuale riportano negli spazi della galleria tutta lŽenergia e lŽintensità di Vajrapani, una divinità Buddhista caratterizzata da continuo movimento, tensione e potenza, forte di unŽenergia che assoggetta i demoni interiori. Ed è proprio Vajrapani che è presente, seppure celato tra le opere in mostra. Presente ma apparentemente invisibile, individuabile solo grazie a uno sguardo concentrato e attento, uno sguardo intenso, lucido, rapido, mai affrettato, proprio come Vajrapani. Ritrovare un tempo per lŽosservazione, lasciandole un margine sufficientemente ampio perchè si trasformi in contemplazione, permette di rientrare in contatto con sé stessi. In questo senso i lavori dellŽartista diventano un vero e proprio attivatore della creatività dello spettatore: le opere si fanno vive, le macchie di colore assumono forme e significati nuovi, cambiando a seconda della percezione di chi le guarda. UnŽinteriorità evolutasi negli anni vissuti in un ambiente Buddhista, arricchitasi sui banchi della Bauhaus di Weimar in Germania, resa vibrante dagli anni di writing trascorsi nei depositi dei treni di Milano e dallŽenergia solare San Paolo del Brasile, dove ha dipinto con gli esponenti di spicco della street art brasiliana. Questa è la peculiarità sfaccettata di 2501, che fonde una ricerca filosofico-intimista con lŽattitudine diretta e incisiva che caratterizza lŽattività artistica in strada. Questi due aspetti integrati nella ricerca dellŽartista contribuiscono alla costruzione di un particolarissimo rituale del dipingere, un momento in cui lŽimpeto della gestualità tipico dellŽazione nel public space incontra la meditativa pratica filosofica Buddhista. Dipingere allora diventa un vero e proprio rito di passaggio, una porta concettuale per avere accesso al proprio mondo interiore fatto di energia e quiete, di spazi mentali. Spazi ricolmi di energia giocosa e solare, come quella emanata dalle sue opere annegate nel colore. Spazi permeati dal silenzio meditativo, espresso nelle carte in cui 2501 con il pennello ha tracciato delicati intarsi di china. Entrambi i supporti su cui lŽartista lavora sono il risultato di un processo di ricontestualizzazione della tradizione delle tangke tibetane - composizioni pittoriche realizzate su lino bardato di seta e parte del background di 2501, che comprende la filosofia Buddhista tibetana e le sue pratiche. Ed è proprio questo bagaglio culturale che ha fatto si che lŽatto del dipingere per lŽartista divenisse mezzo di riflessione e introspezione, tramutandosi in rituale. In mostra da The Don Gallery 2501 presenta unŽenorme opera aperta costituita ad oggi da oltre cento disegni, ma in continuo ampliamento, un che rientra in Italia dopo esser stata presentato alla Black Book Gallery di Denver negli Stati Uniti, un trittico di acetati di grandi dimensioni, una serie di chine stese con pennino su carta, unŽinstallazione site specific per lo spazio di Matteo Donini e un video realizzato in collaborazione con Alice Schillaci. 2501 (Milano, 1981) Vive e lavora tra Milano, Berlino e San Paolo del Brasile. LŽesordio è come writer sui treni e sui muri della sua Milano a 14 anni. Da quel momento lŽartista non ha mai smesso di dipingere. Parte della sua formazione un diploma in Montaggio alla Civica Scuola di Cinema del capoluogo lombardo e un master di Visual Communication alla nuova Bauhaus di Weimar in Germania. Grazie a Studio Bici parteciperà come aiuto montatore alla realizzazione di Racconti di guerra di Mario Amurra, film vincitore del David di Donatello nel 2005 e selezionato al Festival del Cinema di Berlino. A 20 anni lŽartista si trasferisce per un anno a San Paolo del Brasile, dove lavora come graphic designer e collabora con alcune Ong insegnando a dipingere ai bambini delle favelas. LŽincontro con i maggiori esponenti della scuola di graffitismo Sud Americana, tra cui Os Gemeos, Herbert Baglione, Highraff e Zezaő, sarà fondamentale nel dare una nuova direzione alla tecnica pittorica dellŽartista. Oltre alle mostre e agli interventi murali realizzati in tutto il mondo, lŽartista è presente anche in alcune pubblicazioni chiave della bibliografia internazionale dedicata alla street art, dal celebre Street Logos di Tristan Manco, in cui compare con lŽalias Robot Inc, a The Art of Rebellion 2 di Christian Hundertmark. Lasciatosi alle spalle il progetto Robot Inc, lŽartista avvia una nuova fase del suo percorso con 2501, portando avanti una ricerca che integra graffiti, pittura su tela, acetato, scultura e video. E sarà proprio un suo video, Mask, ad essere proiettato in Time Square a New York in occasione della vincita del Metropolis Art Prize 2009, presieduto da un giuria costituita da Isabella Rossellini, Cedar Lewisohn curatore della mostra Street Art realizzata alla Tate Modern di Londra nel 2008, Lee Wells curatore di Multi-channel Video Installation, inaugurato allo State Hermitage Museum di San Pietroburgo in Russia nel 2008 e da Howard Halle editor di Time out New York. 2501 è tra i pionieri della street art tricolore ed ha partecipato alle prime mostre del genere nella penisola, da Urban Edge ad Arte Impropria, che hanno portato in Italia alcuni degli esponenti di spicco di questa corrente artistica internazionale.  
   
 

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