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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Novembre 2011
 
   
  ALLUVIONI: L´ALTO ADIGE INVESTE NELLA TUTELA DI FIUMI E TORRENTI

 
   
  Bolzano, 9 novembre 2011 - Nubifragi e alluvioni di questi giorni in Italia mostrano quali danni possono provocare fiumi e torrenti che esondano: "E confermano l´importanza del lavoro dei bacini montani e della tutela degli argini", spiega il presidente della Provincia Luis Durnwalder. L´alto Adige investe ogni anno 25 milioni di euro in questi interventi, "perchè abbiamo sperimentato con le alluvioni degli anni Sessanta la necessità della prevenzione e del controllo." Sono state in particolare le alluvioni del 1965 e del 1966 ad introdurre un cambiamento di rotta in Alto Adige: "Da allora sappiamo quanto sia importante assumere misure preventive per ridurre al minimo il rischio di danni da alluvione", sottolinea il presidente Durnwaalder, competente su opere idrauliche e bacini montani. Da 125 anni i torrenti vengono messi in sicurezza, "ma solo da metà degli anni Sessanta i tecnici dei bacini montani hanno avviato l´attuazione di pacchetti di misure a lungo termine, per mantenere la sicurezza al livello più alto possibile", aggiunge Durnwalder. Ogni anno la Provincia investe circa 25 milioni di euro nella tutela contro i rischi di alluvione. "Nel corso degli anni sono state costruite oltre 35mila opere di protezione nei bacini imbriferi e in prossimità delle aree abitate", ricorda ancora il Presidente. Infrastrutture realizzate dalla Ripartizione provinciale opere idrauliche, che su incarico della Giunta provinciale cura anche la loro manutenzione. "Sono opere che servono a stabilizzare il terreno, a contenere acqua e detriti, a tutelare gli argini, a garantire il rimboschimento", osserva il direttore di Ripartizione Rudolf Pollinger. Gli operatori dei bacini montani sono al lavoro anche per liberare i letti dei corsi d´acqua da piante e altro materiale. Si interviene sulla base di periodici sopralluoghi e di un programma di manutenzione complessivo. Ma il lavoro non mancherà anche in futuro, in seguito alle trasformazioni della società che investono lo sviluppo urbanistico, la mobilità, le mutate condizioni climatiche: "A lungo andare le opere di protezione non possono essere l´unica soluzione - conferma Pollinger - serve piuttosto un moderno piano di management del rischio, nel quale le opere dei bacini montani vengono completate dalla pianificazione delle zone a rischio e dal programma di intervento di protezione civile in caso di catastrofe." Contro i pericoli naturali e in aree di montagna, in ogni caso, la sicurezza al 100% non sarà mai raggiunta, "per questo la popolazione deve accrescere la sensibilità verso questi aspetti e ricordare che la responsabilità per la tutela del patrimonio naturale tocca anche il cittadino", conclude il presidente Durnwalder.  
   
 

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