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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Novembre 2011
 
   
  RECLUSIONE IN ISTITUTI PER GIOVANI DELINQUENTI - SOLO COME ULTIMA RISORSA, DICONO GLI ADDETTI

 
   
  Bruxelles, 9 novembre 2011 Ricercatori che lavorano ad uno studio degli istituti per giovani delinquenti in Belgio, Paesi Bassi, Finlandia e Regno Unito hanno scoperto che isolando i giovani criminali con disturbi psichiatrici, dopo un incidente aggressivo, è sempre un´opzione di ultima istanza per il personale responsabile del loro benessere. La studio si è concentrato su unità di medicina legale che vanno da 8 a 12 posti letto e che trattano giovani delinquenti con problemi quali gravi disturbi di salute mentale, comportamento criminale, violento e non adeguato e problemi di controllo degli impulsi. "Il comportamento aggressivo degli adolescenti rappresenta una sfida per il personale impiegato nelle unità di medicina legale che ospitano ragazzi tra i 12 e i 18 anni che hanno avuto guai con la legge, perché si tratta di comportamenti che si verificano molto frequentemente", dice l´ autore dello studio, Johanna Berg dell´Università di Turku, in Finlandia. "Il nostro studio di unità in Belgio, Finlandia, Paesi Bassi e Regno Unito ha rivelato che, mentre i principi di trattare l´aggressione erano abbastanza simili, ci sono alcune differenze nelle soluzioni pratiche". I loro risultati, presentati sul Journal of Psychiatric and Mental Health Nursing, si basano su colloqui individuali con 58 membri del personale, tra cui infermieri, medici , psicologi , assistenti sociali, istruttori sportivi, educatori, operatori di sostegno e terapisti professionali, d´arte e famigliari. Il team ha scoperto che su tutta la linea, l´intervento verbale si era rivelato il corso d´azione preferenziale ed era più efficace quando era chiaro, strutturato e utilizzato nelle prime fasi di aggressione. Anche parlare dell´incidente a posteriori è stato molto importante, in modo che sia il giovane che l´addetto potesse riflettere su ciò che aveva innescato l´incidente e come si sarebbe potuto evitare una sua ripetizione in futuro. L´isolamento, che è vietato dalla legge in Finlandia, è permesso in Belgio, nel Regno Unito e nei Paesi Bassi. Tuttavia, anche in questi paesi, mettere gli adolescenti in una stanza nuda e chiusa era comunque visto come l´opzione meno preferibile. Le tecniche di isolamento variavano dal separare il giovane aggressivo dai suoi coetanei per 5 a 15 minuti, in modo che potesse calmarsi, fino all´isolamento, usato solo dopo che gli interventi meno restrittivi avevano fallito. Il team ha scoperto che quando si trattava di farmaci, il membro del personale e il giovane decidevano insieme sul prenderli o meno. L´assunzione forzata di farmaci era praticata in rare occasioni e solo dove la sicurezza era seriamente compromessa da un comportamento aggressivo. "Il personale delle quattro unità ha dimostrato elevati standard etici quando si trattava dell´impiego di misure di trattamento restrittive", spiega Johanna Berg. "Hanno cercato di cooperare con l´adolescente il più a lungo possibile e di evitare misure coercitive, pur garantendo la sicurezza degli altri". I fattori considerati nel determinare il livello appropriato di risposta includevano il livello di aggressività, la familiarità del personale con il comportamento dell´individuo e cosa si era dimostrato efficace nel passato. Il personale che partecipato allo studio ha anche sottolineato l´importanza del lavoro di squadra e il fatto che tutti i membri del team multidisciplinare dovevano essere impegnati nella gestione terapeutica dell´aggressione. Sulla base delle loro osservazioni i ricercatori hanno messo insieme alcune raccomandazioni per la pratica clinica. Essi ritengono che l´istruzione permanente è necessaria per garantire che i membri del personale sappiano valutare gli incidenti e attuare le pratiche più sicure ed efficaci quando intervengono in situazioni aggressive. Inoltre, consigliano di tenere a disposizione le risorse necessarie per far sì che le esigenze degli adolescenti possano essere soddisfatte senza compromettere la sicurezza e il benessere del personale addetto alla loro cura. Una tale strategia contribuisce a trattenere il personale qualificato in un ambiente di lavoro stimolante. Per maggiori informazioni, visitare: Journal of Psychiatric and Mental Health Nursing: http://www.Wiley.com/bw/journal.asp?ref=1351-0126&site=1    
   
 

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