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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Novembre 2011
 
   
  UNIONCAMERE PIEMONTE E CONFINDUSTRIA PIEMONTE PRESENTANO I DATI DELLE INDAGINI DEL III E IV TRIMESTRE 2011

 
   
   Torino, 9 novembre 2011 - Ieri, Unioncamere Piemonte e Confindustria Piemonte hanno diffuso insieme i risultati a consuntivo e previsionali delle rispettive indagini congiunturali, con l’obiettivo di tracciare un quadro sempre più esaustivo dell’andamento della congiuntura in Piemonte. Dopo il saluto di Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte, e di Marco Gay, Presidente Federazione Regionale Gruppi Giovani Imprenditori Piemontesi e Vice Presidente Confindustria Piemonte, il responsabile dell’Ufficio Studi e Statistica di Unioncamere Piemonte Roberto Strocco ha analizzato i primi risultati della performance congiunturale del periodo luglio-settembre 2011 (con dati disaggregati per province e settori produttivi) mentre il Responsabile dell’Ufficio Studi economici di Confindustria Piemonte Mauro Zangola ha presentato le linee di sviluppo dell’industria piemontese nel trimestre ottobre-dicembre 2011. Il quadro che emerge dalle due indagini riflette il clima di preoccupazione in cui operano le imprese piemontesi nel mezzo di una crisi finanziaria senza precedenti soprattutto per l’area euro. I risultati ancora positivi registrati dall’indagine di Unioncamere Piemonte sono la riprova che il tessuto produttivo piemontese sta reagendo alla crisi ricercando nuovi sbocchi di mercato. Il rallentamento delle performance rilevato dall’indagine camerale e il peggioramento delle aspettative messo in luce dalle previsioni di Confindustria Piemonte inducono a guardare al futuro con non poche preoccupazioni, soprattutto se si guarda alle previsioni più recenti che delineano per il nostro Paese una crescita del tutto insoddisfacente, se non l’inizio di una nuova fase recessiva. In entrambe le indagini l’export si conferma il principale cardine su cui ruota il nostro sistema manifatturiero. Anche in questo campo, tuttavia, la prevedibile stagnazione dell’area euro è fonte di preoccupazione, dal momento che verso quest’area si dirige più del 50% del nostro export. "In questi giorni di profonda turbolenza finanziaria, tornare a parlare di economia reale e di produzione fisica rappresenta una vera e propria boccata d’ossigeno - ha commentato il Presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello -. Infatti, a fronte di indubbie difficoltà finanziarie dei debiti sovrani e di volatilità speculative dei valori mobiliari, la produzione industriale appare in leggera crescita rappresentando pertanto un elemento concreto di stabilità economica. L’economia reale, in primo luogo proprio quella produttiva, potrebbe essere il punto di partenza dal quale innescare un nuovo cammino di progresso economico locale incentrato sui driver dell’innovazione, dell’internazionalizzazione, del know how delle risorse umane e della sostenibilità. Soltanto rimettendo al centro dell’attenzione questi fattori di competitività si saranno compiuti importanti passi verso l’uscita dal tunnel della crisi economica. Mai come adesso occorre rimboccarsi le maniche, e in Piemonte sappiamo come farlo". Commentando i risultati delle due indagini, Marco Gay, Presidente Federazione Regionale Gruppi Giovani Imprenditori Piemontesi e Vice Presidente Confindustria Piemonte, sottolinea “la perfetta complementarietà delle due analisi, che contribuisce all’arricchimento della conoscenza del quadro in cui operano le imprese piemontesi. Alla condivisione dell’analisi, che mettiamo a disposizione di tutti gli operatori, deve seguire un’altrettanta ampia condivisione delle politiche da mettere in atto per cercare di contrastare il nuovo rallentamento che sembra delinearsi. L’esigenza, resa ancor più impellente dalla grave situazione finanziaria in cui si trovano la Regione e gli Enti locali, impone una difficile scelta dei campi su cui concentrare le scarse risorse disponibili. Per Confindustria Piemonte, i campi su cui intervenire in via prioritaria sono tre: la ricerca e l’innovazione, il sostegno dell’export e la formazione professionale”. Iii Trimestre 2011: I Dati A Consuntivo Di Unioncamere Piemonte Prosegue, nel Iii trimestre del 2011, il cammino di ripresa dalla profonda crisi internazionale del biennio 2008-2009: per il settimo trimestre consecutivo, infatti, la produzione industriale piemontese risulta in crescita. Nel periodo luglio-settembre 2011, la variazione tendenziale grezza della produzione industriale è stata pari a +3,1 punti percentuale. Sebbene si tratti di un risultato positivo, si segnala come il ritmo di crescita stia progressivamente decelerando, coerentemente con il clima di incertezza che caratterizza lo scenario economico e finanziario internazionale. La buona performance del tessuto produttivo locale si associa ai risultati incoraggianti realizzati dagli altri indicatori, anche se i relativi incrementi risultano più contenuti rispetto a quelli registrati nel Ii trimestre dell’anno. Gli ordinativi interni concretizzano un aumento dell’1,0% rispetto al periodo luglio-settembre 2010, mentre quelli esteri crescono del 5,6%. Anche il fatturato appare in crescita: le imprese manifatturiere piemontesi registrano, mediamente, un incremento tendenziale del fatturato totale pari al 5,8%, sostenuto da un’espansione del 9,6% del fatturato estero. Sono questi alcuni dei risultati emersi dalle anticipazioni della 160ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di settembre e ottobre 2011 con riferimento ai dati del periodo luglio-settembre 2011, e ha coinvolto finora 1.080 imprese industriali piemontesi. Si evidenzia come, per via delle modifiche metodologiche introdotte a partire dal I trimestre 2011, i risultati successivi all’ultimo trimestre del 2010 non siano statisticamente confrontabili con quelli delle precedenti rilevazioni. La performance complessiva del tessuto produttivo locale trae origine dai buoni risultati di quasi tutti i principali comparti dell’economia regionale. Le industrie tessili, dell’abbigliamento e delle calzature registrano un incremento tendenziale dell’output prodotto dell’8,9%, seguite dalle industrie meccaniche, che concretizzano un aumento dell’8,8%. Si collocano al di sopra della media regionale anche le variazioni tendenziali realizzate dalle industrie dei metalli (+4,4%), e dalle industrie elettriche ed elettroniche (+3,6%). Risulta inferiore alla media regionale, invece, l’entità della crescita messa a segno dalle industrie chimiche, petrolifere e delle materie plastiche (+2,3%), da quelle alimentari (+1,3%) e dalle industrie dei mezzi di trasporto (+0,5%). A livello territoriale, si rilevano buone performance nella maggior parte delle province piemontesi. Biella (+4,9%), Cuneo (+4,6%) e Torino (+4,5%) conseguono i risultati migliori; inferiori alla media regionale, ma pur sempre positive, le variazioni tendenziali della produzione industriale registrate nei territori di Alessandria (+2,5%), Asti (+1,6%) e Novara (+0,8%). Risultano, invece, negative le variazioni dell’output prodotto dai comparti manifatturieri delle province del Verbano Cusio Ossola (-0,4%) e Vercelli (-2,6%). Iv Trimestre 2011: I Dati Previsionali Di Confindustria Piemonte Le aspettative delle imprese piemontesi per il Iv trimestre 2011 sono improntate a una crescente incertezza. I principali indicatori previsionali registrano un peggioramento di entità variabile, ma comunque apprezzabile, rispetto ai livelli di giugno. I saldi ottimisti-pessimisti relativi a produzione e ordini, in particolare, ritornano su valori negativi; anche gli indicatori puntuali (tasso di utilizzo della capacità produttiva, composizione del carnet ordini e, soprattutto, la segnalazione di ritardi negli incassi) fanno registrare un peggioramento. Peggiorano anche le aspettative sull’export, sebbene il saldo si mantenga comunque positivo, a conferma dell’impulso deciso che le vendite all’estero stanno dando alla ripresa. Ristagnano gli investimenti; si mantengono stabili le previsioni di ricorso alla Cig, mentre il saldo ottimisti-pessimisti relativo all’occupazione fa registrare un lieve arretramento. I saldi relativi a produzione e ordini totali si riducono di circa 5-10 punti percentuale rispetto ai valori registrati tre mesi fa (rispettivamente da +2,8% a -1,7% e da +5,0% a -5,0%), ritornando su valori negativi; nel caso degli ordini, era da cinque trimestri che non si registravano valori inferiori allo zero. Lievemente più favorevoli sono le attese sui mercati esteri: il saldo peggiora di quasi dieci punti rispetto a giugno (da +11,2% a +3,5%), ma rimane al di sopra del punto di equilibrio tra previsioni di aumento e di flessione. In flessione anche gli indicatori puntuali: il tasso di utilizzo degli impianti scende di qualche decimo di punto, dal 73,0% al 72,1%. Risultano stazionari gli investimenti: la percentuale di aziende che hanno in programma investimenti di un certo rilievo (23,6%) è in linea con quella registrata a giugno (23,8%). Si appesantisce la situazione di liquidità delle imprese: la quota di aziende che rileva ritardi negli incassi sale al 56,2%, in aumento rispetto al 49,6% di giugno. Per quanto riguarda il fronte occupazionale, il saldo ottimisti-pessimisti rimane attestato su valori negativi e permangono stabili le previsioni di ricorso alla Cig: la percentuale di aziende che nei prossimi 3 mesi non esclude di dover far ricorso a questo strumento (22,2%) non si discosta da quella di giugno (21,7%). A livello settoriale, le attese del comparto metalmeccanico sono lievemente migliori di quelle dei settori non metalmeccanici: il saldo relativo alla produzione è rispettivamente pari a +0,3 % e -3,2%; nel caso degli ordini totali, il saldo è pari rispettivamente a -2,2% e -7,3%. Per quanto riguarda più in particolare i comparti non metalmeccanici, soltanto nel settore alimentare prevalgono aspettative ottimistiche; al contrario, negli altri comparti il clima di aspettative è improntato a un generale pessimismo, con indicatori in flessione rispetto ai valori registrati a giugno. A livello territoriale, il quadro è molto variegato. Nei territori di Verbania, Ivrea e Novara prevalgono attese moderatamente ottimistiche, con saldi ottimisti-pessimisti lievemente positivi per produzione e ordini. Molto caute le imprese dell’astigiano, che si attendono un rallentamento degli ordini. A Torino, Cuneo e Alessandria il clima è improntato all’incertezza, con saldi intorno ai valori di equilibrio o lievemente negativi. Diverso il quadro riferibile al biellese e al vercellese: i saldi sono sensibilmente negativi, in peggioramento rispetto allo scorso trimestre.  
   
 

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