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Notiziario Marketpress di Lunedì 22 Gennaio 2007
 
   
  RADIO 1 IL COMUNICATTIVO: FORZE DELL´ORDINE, COMUNICARE LA SICUREZZA

 
   
  Roma, 22 gennaio 2007 Temi e ospiti dal 22 al 26 gennaio - Lunedì 22 gennaio “Forze dell´ordine, comunicare la sicurezza” Giuseppe Alverone, capo sezione ufficio relazioni con il pubblico del Comando generale dei Carabinieri. Andrea De Gennaro, generale di brigata della Guardia di finanza e capo del reparto comunicazione e relazioni esterne Roberto Sgalla, direttore relazioni esterne Polizia di Stato. Assunta Borzacchiello, responsabile relazioni esterne Dipartimento di amministrazione penitenziaria. La comunicazione pubblica negli ultimi anni si è fatta un varco nella barriera che, fino a non molti anni fa, la divideva dalla popolazione e dalle stesse istituzioni. La centralità della dimensione comunicativa è divenuta esigenza prioritaria con l’aumento della complessità che caratterizza la società post-moderna e, di riflesso, la cosiddetta sfera pubblica. Emerge sempre più la necessità di una ridefinizione di tutto ciò che è pubblico e un suo riposizionamento rispetto ad altri temi sociali e, più in generale, rispetto alla società civile. Le nuove tecnologie e la globalizzazione hanno stravolto antiche consuetudini e fatto nascere nuove esigenze. A essere coinvolte in questo continuo divenire della società contemporanea sono in modo particolare le forze dell’ordine chiamate a elaborare strategie mai attuate prima, a inventare tempi e modi per fronteggiare necessità inedite. E ogni istituzione, in base alla propria identità e ai propri compiti, elabora una propria strategia di comunicazione per informare e per essere in continuo contatto con la popolazione. Martedì 23 gennaio “Forze dell´ordine e cittadini: quale linguaggio?” Stefano Cazora, capo ufficio stampa ispettorato generale del Corpo forestale dello Stato. Cristiano Aliperta, capo ufficio relazioni esterne Guardia costiera. Emiliano Bezzon, comandante Polizia municipale di Milano. La comunicazione delle forze dell’ordine si è diffusa, è divenuta moderna e capillare riuscendo ad arrivare in ogni ambiente della società civile e istituzionale. È una comunicazione che entra in tutte le case con i pregevoli calendari che, attraverso le immagini rappresentano le singole specialità di ogni Corpo, oppure attraverso la musica, le fiction e le attività editoriali o promozionali. Mercoledì 24 gennaio “Il linguaggio sboccato” Chiara Simonelli, psicologa, Cinzia Leone, attrice, Per la rubrica “Il Comunicattivo in direzione”, ideata per illustrare i compiti, lo stile e le finalità che diversificano i vari media italiani interviene il direttore del mensile “Geo", Fiona Diwan. Per la rubrica "Il pungilingua" interviene il presidente dell´Accademia della Crusca Francesco Sabatini. Dire parolacce nella nostra società è una consuetudine. Questo malcostume è così diffuso che anche i bambini delle scuole elementari se ne sono appropriati perché il turpiloquio fa parte del linguaggio dei fratelli più grandi o perché, spesso, gli stessi genitori dicono parolacce. E anche alcuni programmi televisivi e certi film cosiddetti di Natale ne fanno un uso abbondante. Arginare il fenomeno sembra impossibile. In alcune scuole superiori inglesi gli insegnanti hanno deciso di reagire al crescente turpiloquio degli studenti e hanno posto una regola che prevede per ogni ora di lezione un massimo di cinque parolacce per studente. Se si supera questo numero scattano le sanzioni. Secondo i docenti gli studenti, dovendo contare le parole vietate si renderanno conto del loro uso eccessivo, si accorgeranno che le parolacce escono dalla loro bocca in modo automatico e la riflessione dovrebbe far recuperare alle parole i significati originali che possono fare riferimento alle funzioni digestive, a comportamenti sessuali non ortodossi e via di seguito. La notizia non dice in che modo gli insegnanti conteggeranno le parolacce né viene fatto riferimento a come possono fare lezione se devono contarle, e neanche se sentono diminuito il proprio prestigio e la propria dignità. Giovedì 25 gennaio “Quali fallimenti dietro al bullismo?” Gustavo Pietropolli Charmet, docente di psicologia dinamica all’università Statale di Milano e autore del libro “Ragazzi Sregolati” Antonio Marziale, presidente Osservatorio sui diritti dei minori. Per la rubrica “Il Comunicattivo in direzione”, ideata per illustrare i compiti, lo stile e le finalità che diversificano i vari media italiani interviene il direttore del settimanale "Gioia", Marina Fausti. Due mesi fa Eurispes e Telefono azzurro nel presentare il proprio "Rapporto nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza" rilevarono dati allarmanti sul fenomeno del bullismo, un fenomeno già presente in modo significativo in bambini dai 7 agli 11 anni. Nello stesso rapporto si sottolinea come accanto ai problemi dell’abuso, dello sfruttamento sessuale e lavorativo nuovi pericoli stiano emergendo per i giovanissimi. Le difficoltà di integrazione dei minori stranieri, per esempio, e i rischi, anche per la salute mentale, derivati dall’uso indiscriminato delle nuove tecnologie e della Rete, ma è proprio grazie a Internet che è scattato l’allarme bullismo nelle scuole. È vero, il fenomeno delle violenze e delle prevaricazioni tra i minori non è nuovo, ma oggi, con la diffusione dei media è reso ancora più evidente. Venerdì 26 gennaio Il "Confessionale del Comunicattivo": l´ospite di questa settimana è l’attore Nino Frassica. .  
   
 

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