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Notiziario Marketpress di Venerdì 18 Novembre 2011
 
   
  MILANO (TEATRO SMERALDO): NUOVA TEATRO ELISEO PRESENTA NAPOLETANGO MUSICAL LATINO-NAPOLETANO IDEATO E DIRETTO DA GIANCARLO SEPE CON UN TEMA ORIGINALE DI LUIS BACALOV

 
   
  Ideato e diretto dal regista Giancarlo Sepe, Napoletango ha debuttato in prima internazionale nel prestigioso San Carlo di Napoli il 18 e il 19 giugno 2010, in coproduzione con il Napoli Teatro Festival Italia. Reduce da uno straordinario successo di critica e di pubblico in tutta Italia e dopo l’acclamato debutto al Teatro Coliseum di Londra, Napoletango torna a calcare i palcoscenici dei teatri italiani. Dal 29 novembre al 4 dicembre lo spettacolo approderà al Teatro Smeraldo di Milano. Napoletango prosegue quel percorso teatrale intrapreso da Giancarlo Sepe ormai da molti anni: fondere insieme l’immagine e la musica, trasportandole in quel grande contenitore che è il teatro. Napoletango è la storia della famiglia Incoronato, famosa a Napoli e sul territorio della regione. Essa si sposta come un chiassoso circo familiare, viene chiamata per cerimonie religiose e feste di paese. Essa è la prova vivente della specializzazione dell’ artista, e la specializzazione è il tango. Non il walzer, non la samba, non il fox-trot o il liscio, ma il divino, tragico e sensuale tango argentino. Come lo abbia imparato e da chi è un vero mistero. Sta di fatto che ormai da quattro generazioni la famiglia Incoronato detta legge in materia, le sue invenzioni, il suo ritmo, l’originalità delle figure e la fastosa ridondanza dei corpi che si muovono hanno colpito il mondo intero e hanno creato proseliti un po’ ovunque. Nella compagnia serpeggiano capigliature nere come la pece e vestiti aderenti che fasciano corpi e menti, la loro ispirazione, come appare, è costante e tale da motivare ogni singolo gesto, anche il più elementare, il più quotidiano come il mangiare, il bere, il dormire e finanche il camminare. Sono dei veri fenomeni: Concetta, la matriarca, il figlio con la sua sposa, i figli, i fratelli e le sorelle, i cugini, persone appartenenti a posti e a razze diverse, passano tutti come lontani parenti della famiglia Incoronato, una famiglia allargata da sempre nuovi elementi, anche biondi e anche stranieri, gente che non conosce la lingua napoletana, ma neanche quella italiana, gente di colore, persone non vedenti, cantanti e ballerini. Tutti ballano il tango a Napoli ed è subito Napoletango. È il trionfo della vita sull’accademismo, della bruttezza sulla bellezza, del sangue versato per amore, contro i sentimenti prudenti e intimisti. La famiglia si esibisce in balere, in caffè, in stazioni ferroviarie, circhi, palestre, attraverso filastrocche, canti della terra, canzoni patriottiche, danze ritmate dai propri sentimenti urgenti, necessari. Come dire che la vita è un grande tango che si svolge dalla mattina alla sera. C’è il tango della sveglia, quello della colazione, del lavoro, del rientro a casa, quello dell’amore, della lite, della guerra, del mangiare (in scena si preparerà una vera cena a base di pesce) e poi ancora tango per le feste comandate, processioni religiose, natali e capodanni. Lo spettacolo è un inno alla vita senza i freni della cultura borghese e senza la ricerca affannosa della bellezza, oggi la vera discriminante tra ciò che conta e ciò che va buttato via. Diciannove attori che cantano e ballano e suonano - musica dal vivo – musica registrata – canti, gastronomia, suoni e fuochi artificiali  
   
 

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