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Notiziario Marketpress di Giovedì 17 Novembre 2011
 
   
  RICHIEDENTI ASILO: VERSO LE ÉQUIPES TERRITORIALI LA PROVINCIA DI PARMA COORDINA UN PROGETTO FORMATIVO NAZIONALE. INIZIATIVE IN 20 CITTÀ DI 10 REGIONI ITALIANE.

 
   
  Parma, 17 novembre 2011 – La costituzione di équipe multidisciplinari territoriali per la presa in carico e la progettazione socio-sanitaria dei percorsi di diagnosi, cura e riabilitazione per richiedenti e titolari di protezione internazionale. È un obiettivo importante, alto, quello che si prefigge il progetto Salut-are, di cui la Provincia di Parma è capofila a livello nazionale. Dopo le linee guida per un’accoglienza integrata, esito della progettualità dello scorso anno, ora si punta alla diffusione capillare, in tutta Italia, di prassi condivise, mirando appunto a creare e formare équipe ad hoc. Le parole d’ordine sono “multidisciplinarità” e “presa in carico integrata”, nella consapevolezza che i casi di richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, i più vulnerabili in particolare, necessitino di un approccio che sappia integrare e non disgiungere dimensione sociale, sanitaria e giuridica. Per far questo si farà formazione degli operatori e si partirà da buone prassi già sperimentate in diverse realtà: in primis proprio il Parmense, che sull’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo ha una lunga tradizione proprio come sistema territoriale. L’obiettivo ultimo è contribuire a ri-organizzare il sistema-asilo, in un contesto – quello italiano – ancora orfano di una legge organica in materia. “Stiamo parlando di persone – ha detto nella presentazione di oggi in Provincia di Parma l’assessore alle Politiche sociali Marcella Saccani - per le quali il tema della salute rischia di diventare il crocevia di un possibile progetto di vita. Stiamo parlando di vittime di tortura, di donne stuprate o violentate nel corso di guerre, di persecuzioni. Con le linee guida per l’accoglienza noi abbiamo fatto da scuola a un sistema che è diventato nazionale, con questo percorso vogliamo fare la stessa cosa: diventare modello di fronte al quale ci sia un’uniformità di approccio, di metodo e di capacità di rispondere a bisogni così drammatici dell’oggi”. Della rete coordinata dalla Provincia di Parma fanno parte enti e istituzioni impegnati da anni in progetti di aiuto e sostegno a rifugiati e richiedenti asilo. Due le realtà parmensi coinvolte: il Centro immigrazione asilo e cooperazione internazionale di Parma (Ciac), ente gestore del progetto, e l’Ausl di Parma. “L’importanza delle équipe multidisciplinari per l’integrazione dei rifugiati – ha spiegato il direttore generale dell’Ausl Massimo Fabi - riguarda in particolar modo anche i servizi socio-sanitari: grazie al progetto verranno infatti ulteriormente qualificati i percorsi di cura e presa in carico di persone vulnerabili all’interno dei servizi, per promuovere così la cultura dell’accoglienza tra tutti gli operatori sanitari. Con questi obiettivi, del resto, sono già attivi da anni anche gli Spazi salute immigrati nei Distretti sanitari provinciali”. Destinatari del progetto sono gli operatori, e quindi: il personale socio-assistenziale delle Asl e del sistema integrato dei servizi sociali del territorio; il personale sanitario e para-sanitario delle Asl; i professionisti referenti dei servizi di supporto psicologico e medico, nonché di orientamento legale, dei progetti Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), dei Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) e degli operatori delle comunità per minori. A loro saranno rivolte le iniziative di formazione coordinate che si svolgeranno in 10 regioni e in 20 città italiane (Torino, Milano, Brescia, Trieste, Udine, Bologna, Parma, Ferrara, Firenze, Pisa, Roma, Frosinone, Napoli, Caserta, Cosenza, Crotone, Bari, Foggia, Palermo, Ragusa), con il coinvolgimento di oltre 20 Aziende sanitarie locali: iniziative che potrebbero anche diventare modello per un piano formativo adottabile a livello nazionale. Il costo del progetto è di circa 266mila euro, dei quali poco meno di 200mila provengono dai contributi comunitari (Fondo europeo per i rifugiati – Fer), 7.800 sono dall’ente capifila e quasi 59mila sono contributi pubblici nazionali. “È un progetto importante – ha osservato Michele Rossi, coordinatore dell’iniziativa per il Ciac di Parma - perché vuole promuovere una riforma all’interno del sistema asilo, un sistema che presenta tratti di non sistematicità: insufficienza nella ricettività, incertezza nella definizione dei percorsi, e anche, ancora, il persistere di barriere all’accesso alla rete dei servizi per questa popolazione. Saranno realizzati percorsi formativi per gli operatori, finalizzati a costituire sui territori équipes multidisciplinari capaci di unire diverse competenze e diversi approcci: per risolvere una complessità che è giuridica, sociale e sanitaria e che è tipica della condizione dei rifugiati. Questo modello multidisciplinare l’abbiamo già sperimentato a Parma, con la costituzione di un coordinamento socio-sanitario che ha dato esiti importanti in termini di tutela della salute ma anche di conseguimento di condizioni di autonomia per queste persone”. Tra gli obiettivi, oltre a quello prioritario delle équipe multidisciplinari territoriali, anche l’individuazione di modalità d’intervento condivise, con una programmazione coordinata, la creazione di una piattaforma informatica per il confronto e lo scambio di buone prassi, la raccolta di materiali per la creazione di un archivio informatico ad hoc, la realizzazione di una pubblicazione sull’intera esperienza, il rafforzamento della collaborazione tra Aziende sanitarie locali, Enti locali ed Enti gestori dei servizi di accoglienza. Ecco tutti i componenti della rete: Capofila: Provincia di Parma- Partners: 1.Ciac Onlus, Parma (coordinamento); 2. Regione Emilia Romagna, agenzia sanitaria e sociale regionale, Bologna; 3. Save the Children Italia, Roma; 4. Asgi, Torino; 5. Centro Astalli, Roma; 6. Simm, Roma; 7. Cerisc, Prato; 8. Coop. Sociale Camelot, Ferrara; 9. Coop. Sociale Ethica, Cassino; 10. Associazione Adl, Brescia; 11. Ics Ufficio Rifugiati, Trieste; 12. Less Onlus, Napoli; 13. Fondazione S. Giovanni Battista, Comiso; 14. Gruppo Lavoro Rifugiati, Bari. Aderenti: Regione Emilia Romagna -Assessorato Sociale e Sanità; Regione Puglia; Regione Calabria; Comune di Ferrara; Comune di Firenze; Asl Trieste; Ausl Parma; Ausl Ferrara; Asl Roma A; Asl Frosinone; Dipartimento Disagio, Devianza, Dipendenze; Centro Interdipartimentale in Medicina Legale applicata, Tecniche penalistico-criminologiche e Vittimologia dell’Università degli Studi di Ferrara; Gruppo Articolo 32; Naga Milano Associazione Progetto Accoglienza Borgo San Lorenzo; Caritas Diocesana di Ragusa.  
   
 

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