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Notiziario Marketpress di Martedì 22 Novembre 2011
 
   
  QUASI UN METRO DI ARGINE IN PIÙ PER PROTEGGERE MOTTA DI LIVENZA. ZAIA SALUTA LA FINE DEI LAVORI

 
   
  Motta di Livenza, 22 novembre 2011 - Giorno di festa ieri per Motta di Livenza, più protetta dal pericolo di esondazione del fiume Monticano nel tratto che passa a fianco della città, all’altezza del ponte di Redigole, dove l’argine preesistente è stato alzato su entrambe le sponde di circa un metro. I lavori erano stati consegnati l’11 aprile scorso dal Genio Civile di Treviso all’impresa Carron, trevigiana, e ieri sono di fatto terminati, con una quindicina di giorni di anticipo sul tempo previsto dal contratto, che aveva fissato la data di ultimazione al 6 dicembre prossimo. Il completamento dell’intervento, eseguito in regime cosiddetto “di somma urgenza”, è stato salutato dallo stesso presidente della Regione Luca Zaia, affiancato dal presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro e dal sindaco Paolo Speranzon. Un anno fa, durante la grande alluvione di Ognissanti, il rischio che il Monticano allagasse la città e le abitazioni sulla riva opposta si era fatto drammaticamente concreto e solo l’intervento tempestivo della protezione civile, che aveva rialzato le difese con sacchi di sabbia, ha evitato una tragedia dolorosa. Per precauzione erano stati anche sgomberati l’ospedale ed una caserma delle forze armate. Quella volta è andata bene, ma nel 1966 andò malissimo e Motta finì sotto acqua. Di qui la volontà di dare una prima efficace risposta. “Questo cantiere – ha ricordato Zaia – fa parte degli oltre 250 avviati in tutto il Veneto a seguito dell’alluvione, per una spesa superiore ai 100 milioni di euro. Si tratta di lavori che mettono in maggiore sicurezza il territorio, ma non risolvono i problemi; un innalzamento di argine è un pensiero in meno, ma serve altro. Ci vogliono le casse di espansione, in tutto il Veneto, dove l’ultimo bacino del genere è stato fatto tra le due guerre, a Montebello. Il futuro – ha ribadito Zaia – è recuperare il tempo perso: abbiamo tre bacini la cui realizzazione è già finanziata e ne vogliamo realizzare un’altra decina. Fare un bacino di laminazione, che serve a tutti, significa però decidere che un terreno di privati deve andare sotto acqua, in maniera controllata. E qui l’esigenza comune trova non pochi ostacoli. Io credo che tutti debbano fare un passo indietro, ma il mio impegno è per dare sicurezza al Veneto, diminuendo alla radice il rischio di inondazioni: non posso pensare di dover rivedere scene drammatiche come quelle dello scorso anno. Tutto questo ha naturalmente un costo e vedremo come reperire le risorse perché la nostra società, cittadini e imprese, possano vivere e lavorare con tranquillità”. Per Motta di Livenza e i Comuni limitrofi, questo significa anche operare in collaborazione con il Friuli Venezia Giulia, perché in alcuni casi è lì che l’acqua va fermata in caso di piena eccessiva, per impedire che esca dagli argini a valle. “Stiamo andando avanti anche su questo fronte, per il quale ho avuto contatti con la Edison e con il presidente Renzo Tondo”, ha fatto presente Zaia. L’intervento sul Monticano terminato oggi ha lo scopo di risolvere i problemi che si sono presentanti l’anno passato, dove c’era stato appunto un sormonto rispetto all’argine, contenuto con sacchi di sabbia; si erano inoltre verificati fenomeni d’infiltrazione attraverso il corpo arginale. Sono stati investiti 1,8 milioni di euro. Mediante i quali si è provveduto al rialzo delle arginature (da un minimo di 0,70 m ad un massimo di 1,20m) per un tratto complessivo di 4,5 Km, dei quali 3 Km in sinistra idraulica, sul versante del centro cittadino, ed 1,5 Km in destra. Sono stati utilizzati per questo circa 30 mila metri cubi di terra, prelevati dalle zone di golena del fiume, che così ha anche aumentato la portata. Nei pressi del ponte sono stati realizzati muriccioli in cemento armato, rivestiti in mattoni, per complessivi 280 metri. Sempre sulla sponda sinistra sono stati realizzati consolidamenti arginali per una lunghezza di 210 metri, interponendo al centro dell’argine una barriera in calcestruzzo. L’intero lavoro è stato coperto di stuoie e inerbito e, dal prossimo anno, sarà difficile distinguere il vecchio argine dal nuovo rialzo. Ma non è finita, perchè nella prossima primavera inizieranno altri lavori per 1,2 milioni per consolidare e rinforzare le sponde a sud dell’intervento attuale, mentre con un altro milione si procederà ad innalzare l’intero argine fino alla confluenza con il Livenza. Per la riduzione del rischio idraulico è previsto un bacino di laminazione sul Monticano, in zona Fontanelle, da sintonizzare con quello di Pra dei Gai che potrebbe usufruire di materiali di riporto del primo.  
   
 

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