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Notiziario Marketpress di Mercoledì 23 Novembre 2011
 
   
  CARMEN», SUL PALCO TUTTI «I COLORI DELLA PASSIONE»

 
   
  Busto Arsizio (Varese) 24 novembre 2011 - Si tinge di tutte le mille sfumature del rosso, colore della passione e del sangue, l’allestimento della «Carmen» di Georges Bizet, che il Teatro dell’Opera di Milano proporrà nella serata di giovedì 24 novembre, alle ore 21.00, presso il teatro Sociale di Busto Arsizio. A firmare la regia e l’ideazione scenica dello spettacolo, inserito nell’ambito della stagione cittadina «Ba Teatro», sarà Mario Riccardo Migliara. La mezzosoprano Seon Young Pak vestirà i panni della protagonista, l’ammaliante e sfrontata sigaraia di Siviglia. Il tenore Nester Martorell Perez darà corpo e voce al suo amante, il brigadiere don José. Il torero Escamillo sarà interpretato dal baritono Laurence Meikle; mentre la soprano Alice Quintavalla sarà la dolce Micaela. Sul palco, con i cantanti lirici dell’associazione milanese, considerata oggi la prima compagnia itinerante di produzione di allestimenti completi di opera lirica in Italia, saliranno anche l’Orchestra Accademia Ueco e il coro del Teatro dell’Opera di Milano, diretti rispettivamente da Claudio Morbo e Damiano Cerutti. Le scenografie per questa “rilettura” del capolavoro bizetiano, intitolata «I colori della passione», portano la firma di Arti in Scena; mentre gli abiti sono stati realizzati dall’Accademia del costume per lo spettacolo di Milano. La Fortuna E La Storia Dell’ultima Opera Di Bizet - Il fascino di «Carmen», opera lirica in quattro anni che i librettisti Henri Meilhac e Ludovic Halévy trassero dall’omonima novella di Prosper Mérimée, è tutto racchiuso nelle parole del filosofo Friedrich Nietzsche: «Ho udito ieri -lo credereste?- per la ventesima volta il capolavoro di Bizet. Ancora una volta persistetti in un soave raccoglimento, ancora una volta non fuggii. Questa vittoria sulla mia impazienza mi sorprende. Come rende perfetti una tale opera! Nell´udirla si diventa noi stessi un «capolavoro». [...] Questa musica [...] mi sembra unica. Si avvicina leggera, morbida, con cortesia. [...] La sua serenità è africana: […] la sua felicità è breve, improvvisa, senza remissione. […] Finalmente l’amore, […] l’amore come fatum, come fatalità, cinico, innocente, crudele». A leggere questa affermazione, riportata in una lettera del dicembre 1888, sembra impossibile credere che «Carmen» sia stata fatale per Georges Bizet. Il compositore e pianista francese morì, infatti, tre mesi esatti dopo la «prima», tenutasi il 3 marzo 1875 all´«Opéra-comique» di Parigi. C’è chi ipotizza che la grande freddezza, con la quale il pubblico e la critica accolsero la storia dell’avvenente sigaraia di Siviglia, causò all’autore del «Don Procopio» e de «L´arlèsienne» una forte depressione, che lo condusse al suicidio; c’è chi parla di un attacco d’angina. Sta di fatto che, nei mesi che seguirono la «prima», Georges Bizet, subissato dalle critiche per il soggetto giudicato «immorale» e per la musica altrettanto controcorrente, non avrebbe mai potuto lontanamente immaginare che nell´autunno 1875, a Vienna, la sua «Carmen», alla quale aveva lavorato con passione dal 1872 all’autunno del 1874, sarebbe divenuta un successo mondiale. Un successo destinato a incantare personalità del calibro di Otto von Bismark, della regina Vittoria, di Giuseppe Verdi e di Pëtr Il´ič Čajkovskij, che parlò di «invenzioni piccanti e gustose che accarezzano l’orecchio e tuttavia toccano e commuovono il cuore». Per l’edizione viennese, Ernest Giraud, da sempre amico di Georges Bizet, compose la musica per i recitativi che nella versione originale erano parlati, secondo i dettami dell’opéra-comique. «Carmen» divenne così un grand-opéra, e come tale viene applaudita ancora oggi. La trama è imperniata su sentimenti forti, come l’amore passionale e la morte, l’illegalità e la sfida al destino e alle sue regole imperscrutabili. La sigaraia di Siviglia, con il suo temperamento sfrontato e il suo fascino magnetico, porta fuori dalla ragione il brigadiere don José, caporale dei Dragoni del Re, che per lei lascia l’esercito e si dà alla macchia, vivendo con zingari, contrabbandieri e fuorilegge. Ma la donna, presto, si invaghisce di un altro uomo: il torero Escamillo. Il finale è degno di un articolo di cronaca nera: Carmen muore per mano del suo stesso amante, mentre nell’arena di Siviglia è in corso una corrida e il matador sta sferrando il colpo mortale al toro. Indimenticabili rimangono nell’immaginario collettivo alcuni brani musicali, come la voluttuosa e civettuola habanera «L´amour est un oiseau rebell», la funerea «Aria delle carte» o la fatale «C´est toi! C´est moi!» del finale. Un Allestimento In Rosso - L’allestimento del Teatro dell’Opera di Milano, che si avvale della collaborazione dell’associazione «Istituto del colore» e della rivista «Colore», rilegge cromaticamente il capolavoro di Georges Bizet. Tutte le tonalità del rosso in primis, e poi giallo oro, arancione, blu notte e nero sono le tinte scelte da Mario Riccardo Migliara per raccontare la Spagna di feste, passione e sangue, che fa da sfondo alla storia d’amore e di morte della seducente Carmen. Gli abiti, realizzati dall’«Accademia del costume per lo spettacolo» di Milano, sono delle vere e proprie «macchine sceniche», che alimentano ed enfatizzano le emozioni trasmesse dall’opera. Una «tela di ragno» caratterizza la scenografia, emblema -racconta lo stesso regista- della «seducente ineluttabilità della protagonista, che si trova preda della sua stessa seduzione», «imprigionata nel disegno –inevitabilmente impietoso- del destino». Questo semplice oggetto scenico sarà costruito in fibra ottica, come tutte le restanti immagini scenografiche. «Il materiale scelto per le scene rappresenta –racconta ancora Mario Riccardo Migliara- una delle proposte più innovative del panorama scientifico attuale. E il suo utilizzo decorativo ed illuminotecnico è ancora per lo più inesplorato, soprattutto nel campo della lirica». «Tutti All’opera», Quattro Appuntamenti Per I Melomani - «Carmen» è il primo appuntamento della mini-rassegna «Tutti all’opera», promossa dall’associazione culturale «Educarte» e dal Teatro dell’Opera di Milano, con la fattiva collaborazione della Fondazione comunitaria del Varesotto onlus. Dopo l’allestimento del capolavoro di Georges Bizet, l’iniziativa proseguirà con due opere di Giacomo Puccini, «La bohème» (23 febbraio ‘12) e «Tosca» (22 marzo ‘12). Il primo allestimento ambienterà la storia d’amore tra Mimì e Rodolfo non a Parigi (come vuole il libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica), ma tra le vie della Milano di inizio Novecento, tra i bar degli artisti del quartiere di Brera. L’altro capolavoro pucciniano in cartellone, «Tosca», verrà, invece, rivisitato utilizzando come chiave di lettura l’«assenza di Dio» che caratterizza tutto il mondo di Floria Tosca e Mario Cavaradossi. Un mondo, dove nell’arco di poche ore, si succedono un’evasione, una scena di tortura, un tentativo di violenza sessuale con l’uccisione del mancato stupratore, una fucilazione e un suicidio. «Tutti all’Opera» terminerà, quindi, con il dramma giocoso «La Cenerentola» (10 maggio ‘12) di Gioacchino Rossini, in una versione sperimentale denominata dagli stessi ideatori, Mario Riccardo Migliara e Vito Lo Re, «teatroinmusical». La partitura sarà aggiornata ai tempi moderni, con l’inserimento di «strumenti particolari e armonie nuove»; mentre la trama verrà arricchita da numerosi colpi di scena: Cenerentola avrà anche qualche dubbio sul suo principe azzurro, ma –tranquilli!- la storia avrà il solito, inevitabile lieto fine. O forse no, perché in teatro tutto è possibile. L’abbonamento a tutti e quattro spettacoli ha un costo, molto popolare, di euro 80,00. Il prezzo del biglietto per ogni singolo appuntamento è, invece, fissato ad euro 32,00 per il l’intero ed euro 25,00 per il biglietto ridotto, riservato a giovani fino ai 21 anni, ultra 65enni, militari, associati Cisl Scuola, Cral, biblioteche e dopolavoro con minimo dieci persone.  
   
 

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