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Notiziario Marketpress di Mercoledì 23 Novembre 2011
 
   
  LE PENTOLE ANTICHE CONTENGONO INFORMAZIONI SULLA CUCINA PREISTORICA

 
   
  Un team di ricercatori europei coordinato dalle Università di York e Bradford nel Regno Unito ha scoperto che gli esseri umani modificarono il loro comportamento lentamente, e non velocemente, quando si trattò di cambiare il modo in cui cacciavano e raccoglievano il cibo. Presentati su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), i risultati svelano il mistero di questa transizione con l´aiuto dei residui trovati in antiche pentole. Scienziati provenienti da Danimarca, Germania e Regno Unito hanno esaminato i residui di cottura conservati in 133 recipienti di ceramica delle regioni baltiche occidentali dell´Europa settentrionale per determinare se questi residui erano appartenuti a organismi di terra, mare o acqua dolce. I ricercatori hanno esaminato i recipienti di ceramica di 15 siti risalenti circa al 4000 a.C., un periodo in cui cominciarono a comparire nella regione gli animali e le piante domestiche. I risultati indicano che gli esseri umani non ebbero dubbi a usare l´avvento dell´agricoltura e dell´allevamento a proprio vantaggio rispetto al pesce e alle risorse marine ... Anche se lentamente. I recipienti provenienti dai siti sulla costa contenevano residui ricchi di una forma di carbonio che si trova negli organismi marini. "L´agricoltura trasformò le società in tutto il mondo," scrivono gli autori. "Eppure, nonostante oltre un secolo di ricerca, non c´è accordo su quanto velocemente e quanto completamente avvenne questo cambiamento e, di conseguenza, sulle sue cause principali. I recipienti di ceramica si trovano dappertutto in questi siti e contengono lipidi conservati sorprendentemente bene e derivanti dall´uso originale del recipiente. Ricostruire le pratiche culinarie a partire da questi reperti in ceramica potrebbe contribuire a risolvere le annose discussioni riguardanti le origini dell´agricoltura." Circa il 20% dei recipienti trovati sulle coste contenevano altre tracce biochimiche di organismi marini, sostengono i ricercatori, come grassi e oli che non si trovano in animali e piante che vivono sulla terra. Nei siti dell´entroterra, il 28% dei recipienti contenevano residui di organismi acquatici, che sembrano appartenere a pesci di acqua dolce. "Questa ricerca costituisce una prova chiara che le popolazioni del Baltico occidentale continuarono a sfruttare le risorse marine e di acqua dolce nonostante la comparsa degli animali e delle piante domestiche," spiega l´autore principale, il dott. Oliver Craig del Dipartimento di Archeologia dell´Università di York. "Nonostante l´agricoltura sia stata introdotta velocemente in questa regione, potrebbe non aver causato un abbandono improvviso della vita di cacciatori-raccoglitori, come si pensava in precedenza." Da parte sua, Carl Heron, un professore di Scienze archeologiche dell´Università di Bradford, dice: "I nostri dati rappresentano il primo studio su larga scala che associa un´ampia gamma di prove molecolari e dati isotopici di un singolo composto per distinguere risorse terrestri, marine e d´acqua dolce cucinate in vasellame archeologico e fornisce un punto di riferimento per studi futuri su come gli esseri umani usavano i recipienti in passato." Il team dice che, anche se hanno identificato velocemente dei cambiamenti nell´uso dei recipienti, i loro dati "mettono in dubbio la comune opinione secondo la quale le economie furono trasformate completamente con l´arrivo dell´agricoltura e che la ceramica neolitica era associata esclusivamente a prodotti di animali e piante domestiche". Lo studio è stato finanziato dal Consiglio di ricerca sulle arti e le discipline umanistiche del Regno Unito. Per maggiori informazioni, visitare: Pnas: http://www.Pnas.org/  Università di York: http://www.York.ac.uk/  Università di Bradford: http://www.Brad.ac.uk/external/    
   
 

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