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Notiziario Marketpress di Lunedì 28 Novembre 2011
 
   
  LIBERA CIRCOLAZIONE DEI CAPITALI: LA COMMISSIONE EUROPEA DEFERISCE L´ITALIA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA PER RESTRIZIONI AGLI INVESTIMENTI IN SOCIETÀ PRIVATIZZATE

 
   
  Bruxelles, 28 novembre 2011 — La Commissione europea ha deciso di deferire l´Italia alla Corte di giustizia dell´Unione europea in quanto ritiene che alcune disposizioni della normativa italiana che conferisce poteri speciali allo Stato italiano nelle società privatizzate operanti in settori strategici come le telecomunicazioni e l´energia impongano restrizioni ingiustificate alla libera circolazione dei capitali e al diritto di stabilimento (articoli 63 e 49 Tfue). Uno o più di questi poteri speciali sono stati introdotti negli statuti di Enel, Eni, Telecom Italia e Finmeccanica. La legislazione italiana stabilisce che allo Stato possano essere conferiti poteri speciali onde salvaguardarne gli interessi fondamentali, nel caso in cui essi siano a ris chio. In primo luogo, lo Stato italiano ha il potere di opporsi sia all´acquisto di azioni che alla conclusione di patti da parte degli azionisti che detengono una determinata quota del diritto di voto (pari al 5% o inferiore, se così stabilito). In secondo luogo, lo Stato può opporsi a talune decisioni prese dalle imprese, ad esempio riguardo a fusioni o scorporazioni. La Commissione ritiene che tali poteri rendano gli investimenti diretti e di portafoglio meno vantaggiosi e che quindi scoraggino i potenziali investitori stabiliti in altri Stati membri dall´acquistare azioni di queste società. Stando agli ultimi contatti con le autorità italiane si può prevedere che entro breve l´Italia riuscirà a conformarsi alla legislazione Ue. Pertanto, la Commissione europea ha deciso di rimandare di un mese l´esecuzione della decisione di rinvio dinnanzi alla Corte. Contesto: Gli Stati membri possono giustificare tali misure alle condizioni rigorose stabilite dal trattato Ue e circostanziate nella giurisprudenza della Corte. Tuttavia, in questo caso la Commissione ritiene che le restrizioni riguardanti le acquisizioni e i patti tra gli azionisti, oggetto della procedura in questione, siano inadeguate per proteggere l´obiettivo di salvaguardare gli interessi vitali dello Stato. Inoltre, i criteri per l´esercizio dei poteri speciali non sono sufficientemente precisi e potrebbero comportare un´eccessiva discrezionalità da parte dello Stato. Pertanto, secondo la Commissione, questi diritti speciali pongono restrizioni ingiustificate alla libera circolazione dei capitali (articolo 63 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea — Tfue) e al diritto di stabilimento (articolo 49 Tfue). Qual è l´obiettivo della normativa Ue in questione? La libera circolazione dei capitali è uno dei principi fondamentali del mercato unico e rappresenta una delle "quattro libertà" al suo interno. Essa garantisce l´esistenza di un mercato e di servizi più aperti, integrati, competitivi ed efficienti a livello europeo. Per i cittadini ciò comporta la possibilità di effettuare varie operazioni all´estero: dall´apertura di un conto bancario, all´acquisto di azioni in società estere o di beni immobili. Per le imprese significa essere in grado di investire in imprese di altri paesi europei, di diventarne proprietari e poter svolgere un ruolo attivo nella loro gestione. Per ulteriori informazioni: Libera circolazione dei capitali: http://ec.Europa.eu/internal_market/capital/index_en.htm    
   
 

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