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Notiziario Marketpress di Martedì 29 Novembre 2011
 
   
  QUANTO SALE È NECESSARIO? SECONDO I RICERCATORI DOBBIAMO RICREDERCI!

 
   
  Bruxelles, 29 novembre 2011 - Noi tutti conosciamo bene i consigli sulla salute che ci dicono di ridurre la nostra assunzione di sale se vogliamo un cuore felice. Ma ora, nuove scoperte effettuate da un team internazionale di ricercatori suggeriscono che avere livelli di sale eccessivamente alti o bassi può esporre i soggetti che soffrono di malattie cardiache o di diabete a maggiori rischi di problemi cardiovascolari. Ricercatori provenienti da Canada, Germania, Irlanda, Filippine e Regno Unito hanno contribuito allo studio, che è stato pubblicato nella rivista della American Medical Association. Le scoperte potrebbero mettere in discussione la nostra opinione riguardante la relazione tra sale e problemi cardiaci. Le loro scoperte confermano, come previsto, che un´assunzione moderata di sale è associata con il rischio più basso di problemi cardiovascolari. Tuttavia, essi mostrano anche che, mentre un´assunzione maggiore è associata con un aumentato rischio di ictus, infarto o altra malattia cardiovascolare, un´assunzione ridotta è associata con un aumentato rischio di morte cardiovascolare e ospedalizzazione per insufficienza cardiaca. Il team ha ottenuto i risultati di questo studio esaminando 28.880 soggetti a rischio di malattie cardiache, usando come metodo per misurare il consumo di sodio l´osservazione del rapporto tra attività cardiovascolare ed escrezione di sodio. Il sodio è il principale componente del sale. Uno degli autori dello studio, il professor Martin O´donnell della National University of Ireland (Nui) Galway, spiega come queste nuove scoperte si conciliano con l´esistente insieme delle ricerche su questo argomento: "Questa ricerca affronta un´importante questione relativa alla salute della popolazione: l´associazione tra assunzione di sodio (sale) e malattie cardiovascolari. Questo settore è ritornato ad essere attuale dopo la recente pubblicazione di un altro studio nella rivista della American Medical Association che segnalava un´associazione tra bassa assunzione di sodio e morte cardiaca. In generale, gli studi precedenti basati sull´osservazione avevano segnalato un´associazione positiva, o nessuna associazione o un´associazione inversa tra assunzione di sodio e malattie cardiache e ictus. Ciò aveva generato molte controversie." Riguardo a questa ultima ricerca, egli evidenzia che: "Il nostro studio è il primo a segnalare un´associazione con curva a J tra assunzione di sodio e malattie cardiovascolari, e ciò potrebbe spiegare il perché gli studi precedenti avevano ottenuto risultati differenti." Ma come possiamo vincere allora? Si tratta di un caso in cui qualsiasi decisione si prende sarà comunque sbagliata? Le scoperte certamente mettono in discussione le attuali linee guida dell´Organizzazione mondiale della sanità (Oms) riguardanti l´assunzione di sale che consigliano di consumare meno di 2,3 grammi al giorno. Queste linee guida si basano principalmente su precedenti studi clinici che avevano scoperto che la pressione sanguigna si abbassa leggermente quando l´assunzione di sodio è ridotta fino a questi livelli, come è stato confermato anche in questo nuovo studio. Ma la lacuna nella ricerca identificata dal team si riferisce a una mancata ulteriore analisi di questo risultato e al non aver assodato se livelli così bassi nell´assunzione di sodio riducono l´incidenza di infarti e ictus. Per i pazienti che già soffrono di malattie cardiache, risulta vitale definire con chiarezza quale sia l´assunzione quotidiana di sodio ottimale: essi potrebbero essere vulnerabili agli effetti sia di un´assunzione di sale molto bassa che molto alta. Tuttavia, secondo l´attuale pensiero nel mondo medico, è più probabile che venga loro consigliato di ridurre la propria assunzione di sale. "La nostra ricerca conferma l´associazione tra assunzione elevata di sodio e aumentato rischio di malattie cardiovascolari, e ciò sottolinea l´importanza della riduzione del sale nei soggetti che consumano diete ricche di sodio (oltre 6/7 g al giorno) e l´importanza degli sforzi per ridurre il contenuto di sodio in molti alimenti confezionati ricchi di sale," ha detto il professor O´donnell. Tuttavia, egli ha espresso preoccupazione per la "incertezza riguardante la questione se coloro che assumono sodio in misura moderata/normale lo debbano ridurre ulteriormente". "Il solo modo per chiarire questa incertezza è con un grande esperimento casuale controllato che determini se ridurre ulteriormente l´assunzione moderata di sodio porti a percentuali più basse di malattie cardiache e ictus. Pur ammettendo le difficoltà legate alla realizzazione di un simile esperimento, esso deve essere condotto quanto prima date le sue implicazioni per la salute pubblica," ha sottolineato il professor O´donnell. Per maggiori informazioni, visitare: Nui Galway: http://www.Nuigalway.ie/    
   
 

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