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Notiziario Marketpress di Lunedì 22 Gennaio 2007
 
   
  ORDINI MACCHINE UTENSILI: NEL QUARTO TRIMESTRE IL TREND E’ ANCORA POSITIVO. BENE L’ESTERO, DEBOLE IL MERCATO INTERNO.

 
   
   Cinisello,22 Gennaio 2007 - Alberto Tacchella, presidente Ucimu-sistemi Per Produrre: “le aspettative create dagli organi di governo per il documento di legge finanziaria sono state profondamente deluse, molte delle promesse fatte disattese: tutto questo non aiuta certo gli investimenti in beni strumentali. ” Nel quarto trimestre 2006, l’indice degli ordini di macchine utensili, elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-sistemi Per Produrre, ha registrato un incremento dell’11,8% rispetto allo stesso periodo del 2005, attestandosi a un valore dell’indice pari a 103,5 (base 2000=100). Era dal quarto trimestre del 1994 che l’indice non raggiungeva un valore così alto. Tale risultato è stato determinato, principalmente, dal proseguire del buon andamento degli ordinativi raccolti sul mercato estero, cresciuti del 19,8% rispetto al quarto trimestre 2005. Il valore assoluto dell’indice ha raggiunto 121,5 punti. Sul fronte interno, infatti, l’indice degli ordinativi, cresciuto dell’1,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pur proseguendo il trend positivo, evidenzia un certo rallentamento. A livello complessivo, nel 2006, l’indice degli ordini di macchine utensili ha registrato un incremento del 15,7%, risultato determinato dal positivo andamento degli ordini raccolti sia sul mercato domestico (+13,8%), sia su quelli stranieri (+15,9%). I dati relativi all’andamento degli ordini del 2006 indicano lo stato favorevole dell’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione. D’altro canto, le rilevazioni relative al solo quarto trimestre dimostrano, però, che la grande potenzialità dell’industria italiana di settore, che continua a raccogliere successo oltre confine, risulta ancora, in parte, inespressa sul territorio nazionale, penalizzata fortemente da un contesto politico-economico assai incerto. “I continui aggiustamenti di cui è stata oggetto la legge finanziaria fino al giorno prima della approvazione - ha commentato Alberto Tacchella, presidente Ucimu-sistemi Per Produrre - hanno creato un clima di attesa e sfiducia, che ha spinto a rimandare gli investimenti nel nostro paese”. “Tale situazione ha fortemente penalizzato i costruttori italiani che, dopo i positivi riscontri raccolti nei primi sei mesi del 2006, negli ultimi due trimestri, hanno assistito a uno stallo nella raccolta degli ordini interni, contrariamente rispetto a quanto generalmente accade al termine dell’anno, momento in cui vengono definite molte decisioni di acquisto. A questa preoccupazione - continua Tacchella - si aggiunge ora il timore che la ripresa, innescata sul finire del 2005, possa essere definitivamente congelata”. “Le aspettative create dagli organi di governo per il documento di legge finanziaria - prosegue Tacchella - sono state profondamente deluse, molte delle promesse fatte disattese: tutto questo non aiuta certo gli investimenti in beni strumentali. ” “Con questo indirizzo, le autorità di governo dimostrano di essere ancora troppo lontane dalle reali esigenze dell’industria manifatturiera che è, e deve rimanere, la locomotiva del paese”. “Mentre noi costruttori italiani abbiamo dato il via al progetto Manufuture Italia, prima piattaforma per lo sviluppo e l’innovazione del sistema manifatturiero italiano, con l’obiettivo di meglio rappresentare, a livello internazionale, gli interessi di tutta l’industria produttiva del paese, il governo pare essersi dimenticato di noi. Nella prima stesura del documento che il ministero per lo Sviluppo economico sta realizzando “Industria 2015: indirizzi per una nuova politica industriale”, infatti, il settore dei beni strumentali non è stato preso in considerazione”. “Chiediamo che il sistema-paese intervenga subito con misure concrete in grado di sbloccare lo stallo degli investimenti sul mercato interno. In tal senso risulta indispensabile la completa revisione del sistema degli ammortamenti: se non è possibile liberalizzare le quote, è necessario prevedere un adeguamento delle stesse al nuovo ciclo di vita del prodotto (accorciamento dei tempi)”. “Se sono i mercati stranieri a sostenere le vendite dei costruttori italiani in modo più continuativo, così come emerge dai dati del Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-sistemi Per Produrre, allora occorre prevedere interventi che permettano alle imprese di competere sul mercato globale”. “Il provvedimento inserito in finanziaria relativo alle fusioni, che pur è un segnale di attenzione del governo alle nostre richieste, non soddisfa le esigenze reali delle imprese. Esso, infatti, contiene numerosi limiti che rendono questa misura in completa e chiara contrapposizione rispetto al principio stesso della crescita dimensionale che invece intenderebbe favorire”. “In particolare, lo strumento di alleggerimento fiscale per le operazioni di aggregazione, che il governo presenta come strumento di spinta alle fusioni, è limitato a un massimale di 5 milioni di euro e, in aggiunta, tale beneficio decade se, nei 4 anni successivi all’operazione, la nuova società effettua altre operazioni straordinarie”. “D’altro canto, a sostegno della forte propensione all’export che caratterizza l’industria italiana costruttrice di sistemi per produrre – ha concluso Tacchella - vogliamo ribadire, una volta di più, la necessità dell’abbattimento dell’Irap sul personale, per una quota percentuale pari al rapporto export su produzione realizzato dall’impresa”. .  
   
 

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