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Notiziario Marketpress di
Lunedì 05 Dicembre 2011 |
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GRAZIE ALLA GIUSTIZIA ALTERNATIVA LE IMPRESE RISOLVONO MEZZO MILIARDO ALL’ANNO DI LITI
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25 anni di Isdaci, oggi il compleanno. In questi ultimi anni sono circa 100 mila all’anno le domande di conciliazioni e arbitrati, tra cui gli arbitrati internazionali. Con un valore di circa 200 mila euro all’anno per gli arbitrati (altrettanti presso le Camere di commercio) e circa 30 mila per la mediazione amministrata. Il 28 novembre 1986, nasceva l’Isdaci, per l’Italia iniziava un processo di innovazione culturale ed organizzativa che vedeva diffondersi la giustizia alternativa, fino ad allora quasi inesistente, già diffusa in Europa e a livello internazionale. Un percorso in rapida crescita grazie ai vantaggi di costi limitati e alla giustizia veloce con procedure di circa 160 giorni per l’arbitrato e 65 per la mediazione amministrata. Dal 2010 il tentativo di conciliazione obbligatoria prima di arrivare ai tribunali è diventato obbligatorio in molte materie: liti condominiali, affitto, sanità, contratti bancari, finanziari ed assicurativi. Litigare costa alle imprese milanesi oltre un miliardo all’anno, con la crisi imprese più “ragionevoli”. In media ogni impresa milanese fa tre litigi importanti ogni anno con conseguenze costose. Le imprese, nella loro totalità, litigano quasi un milione di volte all’anno (da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su un’indagine sulle imprese milanesi). Litigare comporta affari bloccati e spese sostenute: si parla di circa un miliardo e duecentocinquanta milioni di euro all’anno. E con la crisi una impresa su quattro cerca di essere più accomodante per ridurre questi costi. I 25 anni di Isdaci. L’istituto per lo Studio e la Diffusione dell’Arbitrato e del Diritto Commerciale Internazionale (Isdaci) nasce nel 1986 su iniziativa della Camera di commercio di Milano e altre istituzioni pubbliche e private, con il compito di promuovere la cultura dell’arbitrato e delle altre procedure extragiudiziali. L’istituto realizza percorsi formativi (seminari, il master per Esperti in Affari Legali d’Impresa, divenuto il corso di specializzazione per addetti agli affari legali d’impresa) e svolge attività editoriali che consistono nelle realizzazione di volumi giuridici attinenti all’arbitrato e le altre procedure extragiudiziali delle controversie. Isdaci si occupa anche di ricerca operativa in relazione a temi giuridici attinenti l’attività delle imprese, delle Camere di commercio, delle associazioni di categoria, di enti e istituzioni e ogni anno presenta il “Rapporto sulla diffusione della giustizia alternativa in Italia”. Oggi convegno per i 25 anni di Isdaci. Sul tema della conciliazione dei diritti dopo l’Unità d’Italia. Con Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano, Livia Pomodoro, Presidente Tribunale di Milano, Giovanni Deodato, Presidente Isdaci, Avvocato in Milano, già Magistrato di Cassazione, Franzo Grande Stevens, già Presidente Isdaci, Avvocato in Torino, Piero Bassetti. “Isdaci e la Camera di commercio sono fortemente collegate - ha dichiarato Carlo Sangalli, Presidente della Camera di commercio di Milano -. Lo sono grazie alle persone essendo stato Bassetti fondatore di Isdaci. Ma siamo uniti anche da una missione, con la collaborazione con la nostra Azienda Speciale, la Camera Arbitrale, ma penso anche all’obiettivo comune di rendere più facile la vita delle imprese, con effetti positivi per l’economia. Quest’occasione particolare, però, ha un valore in più: perché oggi ricordiamo i 25 anni di attività di Isdaci”. “La nostra è una storia che ha visto premiata la convinzione di un settore che si è mostrato in continua crescita e che ha contribuito a cambiare il modo di fare giustizia in Italia - ha dichiarato Giovanni Deodato, presidente di Isdaci -. Le attese più forti sono legate alla recente entrata in vigore dei tentativi obbligatori di mediazioni previsti per numerose materie, i quali potranno arginare il flusso travolgente delle cause con provvedimenti finalizzati ad impedire il loro sorgere e ridurre significativamente la durata dei processi. Ciò dipende dall’organizzazione in capo ai mediatori e del servizio presso i vari organismi” |
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