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Notiziario Marketpress di Lunedì 05 Dicembre 2011
 
   
  ALLA SCOPERTA DELLA FLORA DELLE ALPI

 
   
  Aosta, 5 dicembre 2011 - Nell’epoca della globalizzazione, la società contemporanea tenta di rispondere alla continua ricerca d’identità seguendo un percorso di riscoperta delle proprie radici. Il primo passo è rivolto verso tutto ciò che è naturale, con un interesse crescente per i rimedi tradizionali come le piante officinali e il loro potenziale terapeutico, e una sempre più forte curiosità per la cultura popolare, quella del savoir faire, delle leggende, delle ricette e dei rimedi domestici. S’inserisce in quest’ottica l’iniziativa Alla scoperta della flora delle Alpi, organizzata martedì 29 novembre scorso dall´Assessorato dell´istruzione e cultura, in collaborazione con l’Assessorato dell’agricoltura e risorse naturali, il Comune di Jovençan e il Centre d’études Les Anciens remèdes, e coronata dalla presentazione del libro Glossologie et flore des Alpes di Ivo Lavoyer. Laurent Viérin, Assessore all’istruzione e cultura - Attraverso la riedizione di questo importante volume di Ivo Lavoyer, abbiamo voluto, in collaborazione con l’Assessorato dell’agricoltura, restituire alla comunità una importante ricerca sulle piante e soprattutto, da un punto di vista etnografico, linguistico e antropologico, la loro dizione e la denominazione nelle varie parlate locali - il patois, il titsch e il töitschu, ma anche le parlate che esistono nel Vallese, in Piemonte e in Savoia, quindi nelle zone limitrofe, oltre alle lingue conosciute, come l’italiano, il francese e il tedesco. Si tratta di un importante lavoro di restitution del patrimonio immateriale, che è quello delle piante officinali, e s’inserisce nella nostra volontà di valorizzazione degli antichi rimedi, di questo patrimonio intangibile che i nostri vecchi avevano e che noi vogliamo tramandare alle giovani generazioni. Oltre al suo notevole valore dal punto di vista del patrimonio linguistico, l´opera costituisce un vero punto di riferimento per il lettore alla scoperta della flora locale che faceva parte della vita quotidiana dei contadini. Ogni pianta, infatti, è identificata dal suo nome patois, che molto spesso era diverso da un comune all´altro. Ivo Lavoyer, autore del libro - Si tratta di un libro sui fiori e sui loro nomi locali, che andavano persi. Ho dovuto lavorare tanto, sono anni e anni di ricerche, incontri con gli anziani, perché sono cose che i giovani non sanno. E allora trovarli…perché a volte non si ricordavano e ho dovuto tornare una seconda volta, ho girato tanto, ho cominciato da Courmayeur e sono andato fino a Pont-saint-martin, tutta la Valle, e anche tante frazioni. Perché ci sono variazioni di questi nomi che purtroppo andavano perse. I nostri antenati conoscevano il valore del patrimonio naturale, ne apprezzavano la ricchezza e sapevano utilizzarlo con competenza e rispetto. Grazie a questa sensibilità, il territorio regionale usufruisce oggi di una ricchezza botanica formidabile. Spetta a noi, oggi, il compito di continuare a proteggere l´ambiente. Giuseppe Isabellon, Assessore all’agricoltura e risorse naturali - Per quanto riguarda il nostro Assessorato, stiamo lavorando attivamente sugli aspetti legislativi, che vengono aggiornati, la nuova legge sulla flora del 2009, la recente legge sulle erbe officinali che va a regolamentare tutto il settore dalla primavera di questo anno. Quindi credo che questa pubblicazione capiti al momento giusto, in un percorso che permetterà di sviluppare il settore delle nostre aziende agricole, di dar loro la possibilità di integrare il loro reddito, oltre alla multifunzionalità. Un buon numero delle piante presentate da Lavoyer fa parte del patrimonio preservato con grande cura dal lavoro del Centre d’études Les anciens remèdes, associazione culturale che dall´inizio di settembre gestisce la struttura da cui prende il nome, nata per lo studio e l´attualizzazione dell´uso delle pianti officinali. Laurent Viérin, Assessore all’istruzione e cultura - La Maison è un mondo e un luogo anche e soprattutto didattico, attraverso la mediazione e il linguaggio compatibile con il target di pubblico che la visita. I nostri operatori, i nostri mediatori culturali sanno comunicare con un linguaggio semplice concetti anche scientificamente complessi come quelli delle piante, come venivano utilizzate una volta, come i nonni, i nostri bisnonni le usavano per curarsi. E ci sono dei laboratori didattici dove, con un linguaggio accattivante e con capacità comunicativa, si coinvolgono i ragazzi nella preparazione di tisane, facendo percepire l’importanza di queste piante, il loro uso nel passato e anche oggi, facendo attenzione a sottolineare i rischi che possono derivare dall’uso non corretto delle piante. Anna Montrosset, Presidente del Centre d’études Les Anciens remèdes - Le presenze sono buone e abbiamo rilevato un notevole interesse per queste tematiche, la gente arriva. Abbiamo aperto da tre mesi e abbiamo raggiunto le mille presenze, non solo di pubblico adulto, ma anche ragazzi delle scuole elementari, per i quali sono state organizzate e studiate delle attività specifiche, come visite e attività di laboratorio. Questi ragazzi oltre a visitare e ad avvicinarsi per la prima volta alle piante officinali, ne sperimentano anche l’utilizzo. Il sabato e la domenica siamo aperti invece a un pubblico adulto e abbiamo un buon numero di visitatori, che si dimostra sempre interessato.  
   
 

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