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Notiziario Marketpress di Martedì 06 Dicembre 2011
 
   
  MONITER, PRESENTATO A BOLOGNA LO STUDIO PROMOSSO DALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA SUGLI EFFETTI AMBIENTALI E SANITARI DEGLI INCENERITORI. LE CONCLUSIONI CONDIVISE DALLA REGIONE E DAL COMITATO SCIENTIFICO

 
   
  Bologna, 6 dicembre 2011 – Sono stati presentati il 2 dicembre a Bologna i risultati del progetto Moniter, lo studio promosso dalla Regione e coordinato da Arpa, sugli inceneritori di rifiuti urbani. Iniziato nel 2007 lo studio si è concluso nel 2011. Le conclusioni dello studio, condivise dal Comitato scientifico presieduto dal professor Benedetto Terracini, confermano che i valori delle emissioni in atmosfera degli impianti di incenerimento, per quanto riguarda tutti i principali inquinanti, sono nettamente inferiori ai limiti di legge. Di 100 volte per quanto riguarda diossine e furani, di 1000 volte se si considerano gli idrocarburi policiclici aromatici. Le indagini chimiche, realizzate sul particolato presente in atmosfera, confermano l’attuale impossibilità di identificare una “traccia” dell’inceneritore e di distinguerla da altre fonti di inquinamento come ad esempio il traffico veicolare o il riscaldamento urbano. Per quanto riguarda gli effetti sulla salute umana, l’indagine epidemiologica condotta nell’ambito di Moniter non mostra una coerente associazione con le emissioni degli inceneritori di rifiuti né per le patologie tumorali, né per la mortalità in generale. Possibile eccezione è un modesto eccesso dei linfomi non Hodgkin a Modena, che tuttavia non raggiunge la significatività statistica e non è comunque attribuibile ad esposizioni recenti. Rimane solo la conferma, già emersa nella prima fase dello studio, di un aumento delle nascite pretermine in relazione all’aumentare dell’esposizione. Anche questo dato non mostra differenze significative tra le aree in studio e la media regionale, e non risulta che sia correlato con aumento di rischio per la salute dei neonati. Per quanto riguarda le malformazioni congenite, il risultato complessivo, a causa delle difficoltà rilevate nell’individuazione dei nati malformati e dell’esigua numerosità della casistica, non è indicativo di un’associazione causale con l’esposizione all’inceneritore. Lo studio non ha mostrato eccesso di malformazioni dell’apparato urinario, segnalate in letteratura come tipicamente associate all’esposizione agli inceneritori. “Come si è espresso nel suo documento conclusivo, che condividiamo pienamente, il Comitato scientifico, i risultati di Moniter sono complessivamente rassicuranti - ha detto l’assessore alle politiche per la salute Carlo Lusenti – nel suo insieme l’impatto degli inceneritori è contenuto, ma non è nullo, e questo ci spinge a rafforzare ulteriormente il nostro impegno sia sul fronte del costante adeguamento tecnologico degli impianti, sia sul fronte della sorveglianza sanitaria, sia per quanto riguarda più in generale le politiche per la gestione dei rifiuti e l’informazione alla cittadinanza.” “ E’ importare continuare il nostro impegno sul fronte dei rifiuti – ha detto l’assessore regionale all’ambiente Sabrina Freda – con una corretta gestione che punti innanzi tutto a prevenirne la produzione e a incentivarne il riciclo, perseguendo l’obiettivo della discarica zero e il ricorso al termovalorizzatore con recupero di energia come soluzione sempre più residuale in linea con le indicazioni dell’Unione europea”. Moniter è uno studio senza precedenti per estensione e completezza, che è stato finanziato dalla Regione con 3 milioni di euro, per analizzare le emissioni in atmosfera degli inceneritori di rifiuti urbani, le ricadute sull’ambiente (aria e suolo) e sulla salute delle persone che vivono in un raggio di 4 chilometri dagli impianti. L’indagine epidemiologica ha interessato complessivamente 220 mila persone residenti nell’area di massima ricaduta dagli inceneritori. I dati sulla natalità si riferiscono invece a circa 10 mila bambini nati nel periodo 2003-2006 da donne residenti nelle aree di ricaduta delle emissioni. Da Moniter a Supersito: un nuovo progetto della Regione per studiare gli effetti dell’inquinamento atmosferico - Raffinare sempre più le metodologie di analisi dell’inquinamento atmosferico, concentrandosi in particolare sullo studio delle particelle fini e ultrafini (Pm 2,5, Pm1 e Pm 0,1), sul contributo delle diverse sorgenti di emissione (traffico veicolare, ma anche riscaldamento domestico, attività industriali, agricoltura), sui processi di trasformazione chimica e fisica che avvengono in atmosfera (il cosiddetto particolato secondario). Con questi obiettivi la Regione ha avviato Supersito il nuovo progetto per lo studio delle emissioni in atmosfera e delle loro conseguenze ambientali e sanitarie. Supersito raccoglie il testimone di Moniter, per ampliare il raggio di azione e studiare le diverse fonti di inquinamento (oltre agli inceneritori) che agiscono nella nostra regione così come in tutta l’area padana, uno dei territori più a rischio inquinamento sia per la forte antropizzazione, sia per le particolari condizioni geomorfologiche.Supersito, che ha un costo di 7 milioni di euro, prevede cinque stazioni di monitoraggio di ultima generazione: Bologna pressa la sede del Cnr, San Pietro Capofiume (Molinella, Bologna), Parma (stazione di monitoraggio di Cittadella), Rimini (stazione di monitoraggio di Marecchia) e Monte Cimone, nell’Appennino modenese.  
   
 

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