Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Mercoledì 07 Dicembre 2011
 
   
  DISSERVIZI FERROVIARI IN VENETO: UN’EPIDEMIA DI INFLUENZA?

 
   
  Venezia, 6 dicembre 2011 - “Per rubare una frase altrui, bisogna fare e non urlare. E io non urlo, e neppure mi arrendo in quella che è ormai da tempo una battaglia quotidiana contro i disservizi ferroviari del trasporto locale in Veneto. Mi batto anche se ho armi piuttosto spuntate di fronte ad un gestore di fatto monopolista”. Renato Chisso, assessore alle politiche della mobilità del veneto, non si tira indietro e non le manda certo a dire, di fronte all’ondata di lamentele dei viaggiatori, specie in questi ultimi giorni. “A parlar del servizio ferroviario locale in Veneto ormai ci si azzecca quasi sempre: è un sostanziale disservizio. Basta un colpo d’aria per far venire il raffreddore ai treni, che non viaggiano o lo fanno lentamente e con fatica. Gli esempi li riportano giustamente gli organi di informazione, che si fanno interpreti delle doglianze dei viaggiatori. Io ricordo che, nell’ultima metà di novembre, il primo treno locale da Mantova a Venezia è stato soppresso due volte, mentre una volta ha avuto un ritardo di mezz’ora e, mi dicono, in un’altra occasione di 90 minuti: non un vecchio convoglio arrancante, ma un Taf abbastanza moderno. Sono ancora in attesa di spiegazioni. Di sicuro in troppi casi trovare il treno, trovarlo puntuale e con i posti che dovrebbe avere è diventata una lotteria. Che noi e i cittadini paghiamo e di fronte alla quale possiamo solo prendere nota e accumulare le multe per inadempienza del contratto. Certo, se potessimo farlo lo disdiremmo, ma questa possibilità al momento non c’è e invocarla diventa una grida inutile. Abbiamo davanti una stagione economicamente difficile e con risorse pubbliche, e non, solo risicate. Ribadisco che siamo chiamati a fare le nozze coi fichi secchi. Ma i disservizi sono indipendenti da quello che paghiamo. E meno male che abbiamo ben investito finchè lo potevamo e almeno tra qualche mese cominceranno ad arrivare i nuovi treni completi regionali”. “Ora sul tappeto c’è la questione della chiusura di alcune biglietterie: ne chiuderanno 10 sulle 21 presenti in Veneto – ha ricordato Chisso – in nome di un neologismo che si chiama ‘efficientamento’. Abbiamo capito che efficientamento vuol dire risparmiare usando la scure, rispetto alla vetusta ottimizzazione, che significa migliorare i servizi allo stesso prezzo. Significherà che nelle stazioni interessate non sarà presente personale del gruppo Ferrovie dello Stato, sostituito da macchinette. Bene: allora pretendo due cose, e ho scritto in proposito a Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana: che ci sia almeno una emettitrice automatica di ultima generazione, in grado di fornire qualsiasi tipo di biglietto e abbonamento ferroviario (posso sorvolare su quello annuale); che gli edifici, di fatto abbandonati, vengano ceduti in comodato ai Comuni, in modo che possano restare vivi ed essere utili alla comunità. Francamente non sono particolarmente ottimista, anche se non mi aspetto opposizioni formali: l’accordo che avevamo sottoscritto un paio d’anni fa per la cessione in uso degli edifici impresidiati finora non ha avuto finora alcun effetto. Lentezze burocratiche o malattie da raffreddamento? Sembra quasi che le ferrovie preferiscano il degrado al fare una azione buona, utile e profittevole anche per loro. Che faccia anche questo parte della politica di efficientamento?”. “Per quanto mi riguarda – ha concluso Chisso – visto che risparmiare bisogna, voglio che almeno i nostri cittadini non si trovino ad essere ‘mazziati e cornuti, ma anzi rimborsati in tempo reale per eventuali disagi. Ho chiesto perciò ai miei uffici di elaborare una proposta di legge che preveda il viaggio gratuito qualora non funzionino le emettitrici automatiche delle biglietterie che chiudono. Mi sembra davvero il minimo. Di fronte ad un numero di viaggiatori che continua a salire, fenomeno rispetto al quale le ferrovie anziché gioire si irrigidiscono”.  
   
 

<<BACK