Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Martedì 06 Dicembre 2011
 
   
  SI È CONCLUSO CON SUCCESSO IL III° BOROLI WINE FORUM CHE PER QUESTA EDIZIONE AVEVA PUNTATO SU UN TEMA DI GRANDE ATTUALITÀ, “IL VINO È SOCIAL”.

 
   
  Un parterre de rois composto da produttori, stampa internazionale ed esperti del settore ha ascoltato con attenzione gli interventi dei relatori che hanno movimentato il dibattito con le loro testimonianze. Primo tra tutti Enzo Vizzari (Direttore de Le Guide de L’espresso), insignito del ruolo di moderatore, ha introdotto e condotto l’intero dibattito, proponendo la sua visione di esperto: “che il vino sia uno strumento di aggregazione sociale nelle occasioni tradizionali ma anche come fuori tavola nelle diverse ore della giornata, è cosa ormai nota. Ecco perché parlare di come usare al meglio i nuovi mezzi di comunicazione, è fondamentale per comprendere i cambiamenti di questo settore. Il web ha un grande potere per rilanciare i vini del vecchio mondo ma ha un ruolo ancora più importante per la comunicazione dei nuovi paesi produttori. Per capire a cosa mi riferisco, cito i dati di una ricerca apparsa su “Wine Future” di Hong Kong: in Cina il 62% dei consumatori di vino si informa attraverso i social network, mentre in Italia ed in Francia solo il 13% dei consumatori usa il web come mezzo di informazione. La stessa fonte afferma che in Cina il 70% delle scelte di consumo avviene tramite il passaparola della rete”. Quindi il web ha coinvolto il settore a livello globale ma come risulta dagli interventi dei produttori, è necessario comprendere come fare comunicazione e soprattutto come usare la rete, così come afferma Lamberto Vallarino Gancia (F.lli Gancia): “per noi la comunicazione è il segreto dei nostri vini, anche perché in Italia c’è una grande complessità di vitigni quindi si tratta di un settore molto complesso da comunicare. Io ho cercato di riassumere la mia personale visione in cinque elementi che ritengo fondamentali per la comunicazione: prima di tutto “la marca” che deve essere molto forte e determina il successo del produttore; il secondo elemento è il “territorio”; poi segue il “vitigno”; “l’annata” che nei grandi territori di eccellenza è il vero valore ed infine il “rapporto qualità/prezzo” che determina il successo di un prodotto… è indubbio dunque che il web deve comunicare questi elementi ed i social network sono il presente ed il futuro del vino”. Uno degli argomenti che ha suscitato una accesa discussione è quello delle Guide e del potere dei critici, rispetto al web ed ai blogger: “in passato bastava essere presenti con dei buoni punteggi sulle guide per vendere… quindi tutto andava bene sia per i grandi sia per i piccoli - così come ha spiegato Filippo Mazzei (dei Marchesi Mazzei). Quando il mercato del vino ha subito una contrazione, il problema si è presentato soprattutto per le aziende di nicchia come la nostra. Con l’esplosione di internet le aziende di nicchia hanno potuto cogliere le mille opportunità offerte dal web. Non è stato comunque facile per quelli della mia generazione avvicinarsi ai social network, ecco perché mi sono circondato di giovani che mi aiutano nella gestione della comunicazione in rete”. Insieme all’aspetto della comunicazione in senso generale, il forum ha messo in luce anche la necessità di rafforzare la comunicazione per così dire istituzionale, quella fatta dalle grandi associazioni di tutela dei territori. Non a caso chi ha sottolineato questo aspetto è stato l’ospite francese, Bruno Paillard che oltre ad essere un grande produttore (Maison Champagne Bruno Paillard), è a capo della commissione “Appelation” del Civc, Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne, che riunisce i viticoltori e le Maisons de Champagne:” non sono uno specialista di comunicazione ma prima di tutto esiste il problema tra marca e appellation ovvero la denominazione: la marca è una questione privata mentre la denominazione è un bene comune. Ciò che è veramente importante oggi è difendere il riconoscimento della denominazione e questo è quello per cui il Civc lavora, ovvero far si che la zona della Champagne sia una zona geografica protetta. Noi lavoriamo molto negli Stati Uniti ed in Russia, dove per questa denominazione esistono ancora molti problemi. Ecco perché comunichiamo molto con le Associazioni territoriali come quella della Napa Valley che parla con i produttori di qualità, anche attraverso internet. In Francia cerchiamo di lavorare su siti molto accurati come www.Champagne.fr e da questo anno abbiamo iniziato a diffondere informazioni tramite social network come facebook e twitter”. Bevo, bloggo e twitto come molti cybernauti affermano a proposito del vino, sembra essere una tendenza che sta prendendo piede anche in Europa ma sono gli Stati Uniti a farla da padrone. La voce americana al Boroli Wine Forum è stata quella di Antonio Galloni (editore di “The wine Advocate”), che come sempre ha tracciato un profilo molto chiaro di cosa significa essere “social”: “per far capire cosa intendo per trattare il vino secondo l’aspetto social, uso un aneddoto ben conosciuto in America. Nel ’79 una coppia ha iniziato quasi per gioco a scrivere una guida sui ristoranti, mettendo insieme le opinioni dei loro amici e dando dei voti. L’importanza di questa guida è cresciuta esponenzialmente, tanto che l’anno scorso è stata venduta a Yahoo! per 150 milioni di dollari! Questa guida è la Zagat …oggi è la più grande negli Stati Uniti. Questo è per me il vero significato di social network, Zagat è l’esempio di una vera rete sociale. Ecco perché Il mio approccio con il vino è di fare una guida che parla alle nuove generazioni, per creare un rapporto più diretto … twitter e facebook mi permettono di parlare con molte più persone ed ho un riscontro immediato, ho un feedback istantaneo con il mio lettore. Quasi tutto il vino di grande prestigio negli Stati Uniti è venduto on-line, dovete ricordarlo per capire cosa significa la rete in america. La rete non è solo comunicazione, è business”. Il dibattito del Boroli Wine Forum ha dunque sottolineato il nocciolo della questione, chi passa del tempo in rete ha ben presente l’importanza di essere ascoltati, quando si cercano informazioni su un vino e su un territorio, le aziende devono capire che il punto fondamentale nel web, è creare delle conversazioni continue e costanti, anche quando certi commenti non sono positivi. E’ attraverso questo meccanismo che si attiva il processo del passaparola e del consenso, così come sostiene Luciano Pignataro (giornalista e wine blogger): “in Italia si è detto sempre che la comunicazione risolve tutto, con il web invece bisogna dire che sono i contenuti l’aspetto importante, quindi le aziende devono capire prima cosa devono e vogliono comunicare e soprattutto quale posizionamento intendono raggiungere. Oggi i social network hanno acquisito un peso maggiore rispetto ai blog, attraverso di loro il consumatore mette in atto mille forme di dialogo, perché internet è uno strumento non una filosofia”. Tutto questo dunque potenzia la realtà sociale del vino, “bere e produrre non è solo una questione di bianco o rosso, di gradazione, di quanti archetti fa nel bicchiere – spiega Achille Boroli – è una grande esperienza che comprende anche la condivisione, il momento dell’assaggio, la compagnia che, grazie al web, non fa che arricchirsi”. La sensazione è che il pubblico pretenda qualità, la sappia riconoscere e abbia voglia di andarla a cercare, magari rinunciando a qualche bicchiere. In pratica, si beve meno ma meglio: “il dialogo con i lettori si è amplificato molto online” - come ha spiegato Sara Tieni (giornalista per vanityfair.It e vanityfood.It), “ecco perché nel nostro sito molti lettori hanno mostrato interesse per il food ed il vino, perché sono settori che permettono di condividere qualcosa di piacevole. Con il web abbiamo scoperto che si vuole andare a colpo sicuro in un periodo di crisi, le persone si fidano più del passaparola sul web che del critico … abbiamo capito dai nostri lettori che agli italiani piace cucinare e degustare del buon vino, senza avere troppi filtri”  
   
 

<<BACK