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Notiziario Marketpress di Mercoledì 07 Dicembre 2011
 
   
  CONCLUSA A MILANO LA QUARTA EDIZIONE DE “LA SCUOLA DELL’ATOPIA”, CONVEGNO PLURIDISCIPLINARE PER FAR FRONTE AD UNA MALATTIA DELLA PELLE COMPLESSA

 
   
  “L´atopia non è la malattia di un organo ma piuttosto un difetto delle membrane che delimitano il nostro “confine”; come la pelle rappresenta il confine tra "esterno" ed "interno" e facilmente entra in contatto con numerosi allergeni, così avviene anche per la mucosa che riveste il nostro intestino. Il fatto che queste membrane si chiamino pelle, intestino, congiuntiva, bronchi o quant´altro, nel passato, ha complicato e artificialmente frammentato la comprensione ed il trattamento di un fenomeno unitario. Oggi sono più chiari i concetti alla base dell´atopia, che per troppo tempo hanno oscillato tra una primitiva visione squisitamente clinica ed una successiva unicamente immunologica, - afferma Carlo Gelmetti, Direttore dell’U.o.s. Di Dermatologia Pediatrica Fondazione I.r.c.c.s. Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico - Se l´atopia è un problema globale, esso può essere adeguatamente affrontato solo in un contesto pluridisciplinare e in clima collaborativo, non solo tra medico e medico ma anche tra medico e paziente.” - aggiunge Gelmetti. La fase neonatale è particolarmente critica nel perfezionamento dei meccanismi di difesa delle mucose. Il periodo che segue la nascita è infatti caratterizzato da uno stato di immaturità sia del sistema di barriera esercitato dalle mucose sia del sistema immunitario in generale. Ciò spiega il motivo per cui esistono una serie di semplici regole nell’introduzione dei vari alimenti, in base all’età del bambino, alla quantità e alla scansione temporale degli alimenti introdotti e alla struttura e composizione delle proteine contenute nei cibi. Gli allergeni alimentari sono proteine che possono reagire con anticorpi specifici di classe Ige. Tuttavia, sia nei bambini che negli adulti sono relativamente pochi gli alimenti che inducono reazioni allergiche mediante da questi anticorpi. I più comuni sono: latte vaccino, uova, arachidi, noci, soia e grano, nell’infanzia e arachidi, noci, pesce, crostacei, molluschi, frutta e verdura nell’adulto. La manifestazione più frequente dell’atopia è la dermatite atopica o eczema atopico, che si presenta con pelle secca e arrossata, croste, micro-desquamazioni e soprattutto prurito, a volte così intenso da impedire il sonno interrotto più volte dal continuo grattarsi fino a procurarsi delle vere e proprie ferite: un serio problema che colpisce in Italia più di 1 milione tra bambini e ragazzi da 1 a 18 anni e il 1-2% degli adulti. “La dermatite atopica è una malattia geneticamente determinata spesso associata a forme allergiche come asma e rinite. L’incidenza della dermatite atopica è molto elevata soprattutto nei primi anni di vita: nel 60% dei casi l’esordio avviene nei primi due anni, percentuale che sale al 90% dei casi nei primi cinque anni di vita. Poi tende a regredire spontaneamente, tuttavia in circa il 50% dei casi persiste dopo la pubertà e nel 10% in età adulta” continua Gelmetti. Nei primi mesi di vita le aree più colpite sono il cuoio capelluto (crosta lattea persistente), gote e area del pannolino; in seguito la malattia colpisce in particolare mani, viso e pieghe di gomiti e ginocchia, mentre negli adulti si concentra intorno a bocca, palpebre e sul dorso delle mani. La malattia, spesso deturpante, incide pesantemente sulla qualità della vita con ansia, depressione, isolamento, difficoltà nei rapporti sociali, nel rendimento scolastico e lavorativo. La diagnosi dermatologica si basa su un semplice ma accurato esame clinico che escluda altre patologie (scabbia, micosi o linfomi cutanei) che richiedono diagnosi differenziali e indagini diagnostiche strumentali (biopsia cutanea). Gli ultimi progressi terapeutici per trattare la malattia, puntano sui farmaci immunomodulatori per uso topico, sulla fototerapia e su semplici regole igieniche, ambientali e alimentari. L’introduzione delle terapie con immunomodulatori è importante per la loro potente attività antinfiammatoria e minimo assorbimento percutaneo, che garantisce sicurezza per l’uso prolungato, ma soprattutto consente di limitare o eliminare il ricorso ai “vecchi” cortisonici causa di effetti collaterali sull’organismo e sulla pelle con aumento della fragilità cutanea e assottigliamento della pelle. “Gli immunomodulatori - ricorda infine Gelmetti - possono essere impiegati esclusivamente dai 2 anni in poi. Nei bambini più piccoli, specie nelle forme in fase acuta e con lesioni essudanti, i corticosteroidi topici rimangono una scelta obbligata”. La fototerapia è invece indicata nei casi resistenti nell’adolescente e nell’adulto dove possono essere effettuati con successo cicli di fototerapia Puva (psoraleni + raggi ultravioletti A) o Uvb a banda stretta (ultravioletti B). Fondamentali le regole di stili di vita per prevenire le recidive che caratterizzano l’andamento della malattia: lavarsi con detergenti a pH 5,5, applicare sempre creme lipidizzanti ed emollienti. Attenzione però non bisogna banalizzare la terapia con l’utilizzo di comuni creme emollienti: si devono impiegare prodotti specifici, talora ad azione antibatterica (es. Piroctoneolamina e gluconato di zinco) e di principi attivi capaci di intervenire sulle filaggrine e involucrine e quindi sul meccanismo che regola la perdita di acqua dagli strati profondi della pelle. Evitare il contatto con sostanze chimiche sensibilizzanti, detersivi, prodotti per la pulizia, solventi soprattutto se la dermatite atopica è localizzata alle mani. Indossare indumenti di cotone, lino liscio e seta, evitando oltre alla lana anche le fibre sintetiche e quelle ruvide. Scegliere divani e letti privi di cuscini di piume ed evitare i tappeti gli ambienti surriscaldati, esposizione al freddo e brusche variazioni di temperatura ed eccessiva umidità. Non sottoporsi a lavoro fisico eccessivo. Evitare cibi irritanti come pomodoro, parmigiano, agrumi che possono provocare un´irritazione della zona intorno alla bocca. I soggiorni ad alta quota eserciterebbero un influsso positivo sulla sintomatologia, (gli acari della polvere - spesso fattori scatenanti di allergie respiratorie associate alla dermatite atopica non sopravvivono oltre i 1500 metri). Utile anche il training autogeno, perché lo stress può riacutizzare la malattia. Attività sportive: sono preferibili quelle che non causano forti sudorazioni (si irrita la pelle), come il nuoto, soprattutto al mare  
   
 

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