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Notiziario Marketpress di Martedì 06 Dicembre 2011
 
   
  A NATALE 9 VIP AMBASCIATORI OMS A MILANO CONTRO LA TUBERCOLOSI

 
   
  Milano, 6 dicembre 2011 – Nei loro paesi sono delle star, seguite da centinaia di migliaia di persone. Con le loro testimonianze e il loro impegno contro la tubercolosi hanno già aiutato tanti connazionali, sensibilizzando sull’importanza di effettuare il test e sulle modalità di cura, semplici e poco costose. E oggi sono a Milano, a portare il loro messaggio di speranza agli immigrati dei loro paesi e ai cittadini milanesi. Perché la tubercolosi è ancora un problema, ma si può sconfiggere. Si tratta della delegazione dei Goodwill Ambassadors dell’Oms, Organizzazione Mondiale della Sanità: nove tra cantanti, attori, registi, presentatori e giornalisti provenienti da diversi paesi del mondo, riuniti nella nostra città per incontrare le Istituzioni e affrontare un tema purtroppo ancora attuale anche in Italia. L’iniziativa è promossa da Stop Tb Italia, Stop Tb Partnership, International Federation of Red Cross and Red Crescent Societies, Lilly Mdr-tb Partnership e con il contributo di Oms. Prevede un incontro formale con rappresentanti della Regione Lombardia e del Comune di Milano alle ore 12.30 presso Villa Marelli, la struttura milanese di riferimento per la diagnosi e cura della tubercolosi. Parteciperanno all’evento la dottoressa Maria Gramegna, Direttore Unità Organizzativa Governo della Prevenzione e Tutela Sanitaria della Regione Lombardia, il dottor Pierfrancesco Majorino, Assessore alle Politiche Sociali e Cultura della Salute del Comune di Milano ed il dottor Pasquale Cannatelli, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda di Milano. L’obiettivo principale della visita è quello di diffondere tra i loro connazionali che vivono a Milano la cultura della prevenzione: oggi la malattia può essere diagnosticata gratuitamente nelle strutture sanitarie. E, in caso di positività del test, la cura dura sei mesi ed ha un costo di circa 20 euro. La tbc a Milano: positivo 1 bambino su 5, dopo il panico tra i genitori il difficile ritorno alla normalità Dopo il caso di cronaca della scuola elementare, anche Milano è tornata a fare i conti con una malattia che sembrava completamente scomparsa nei paesi industrializzati. Dalla scorsa primavera, 960 bambini sono stati sottoposti al test di Mantoux, 192 sono risultati infettati e 15 ammalati: in pratica 1 bambino su 5 è stato contagiato dal batterio della tbc. Oggi, grazie alla terapia semestrale, sono tutti guariti, ma dopo il panico scatenatosi tra i genitori dei piccoli studenti risulta difficile tornare alla normalità. “I genitori adesso sono preoccupati anche se il bambino svolge le attività che prima normalmente praticava, come la piscina, la scuola appunto, il viaggio sui mezzi pubblici” – spiega il dottor Giorgio Besozzi, Direttore Centro Formazione Tbc, Istituto Villa Marelli, A. O. Niguarda Ca’ Granda Milano, Membro del Direttivo dell’Associazione Stop Tb – “E anche affidarli alle cure di una tata, baby sitter o domestica straniera può diventare una fonte di ansia e preoccupazione”. “I problemi emersi durante l’epidemia, sono stati affrontati tuttavia con estrema rapidità attraverso il coordinamento delle istituzioni e la società civile, rappresentata in questo caso da Stop Tb Italia” – continua Besozzi – “L’impegno sia sul piano tecnico che su quello comunicativo hanno contribuito, diversamente a quanto successo in altri analoghi episodi, ad attutire l’ansia e l’incertezza dei genitori e delle famiglie coinvolte. Questi episodi dimostrano ancora una volta come non sia opportuno abbassare la guardia e come il problema dell’informazione corretta sia importante ai fini di contenere una preoccupazione che molte volte è legata alle scarse conoscenze sulla malattia”. “La Regione Lombardia dispone di un Sistema informativo dinamico e completo, in grado di descrivere l’andamento epidemiologico sul territorio: poco più di 1100 casi, sostanzialmente stabili nell’ultimo quinquennio, con una lieve flessione nel 2010” – aggiunge la dottoressa Gramegna – “Si tratta in prevalenza di soggetti stranieri, di età giovane-adulta mentre gli italiani si collocano nell’età anziana. Dal 2006 è disponibile la tracciabilità dei singoli casi, con riduzione dei soggetti persi in follow-up o di cui non viene completata la registrazione dell’esito del trattamento. L’attività di prevenzione, sorveglianza e controllo è garantita dalle Asl che operano in stretta collaborazione con la rete delle strutture ospedaliere e della medicina/pediatria del territorio, in costante raccordo con la Direzione Generale Sanità – Uo Governo della Prevenzione e tutela sanitaria e con i Centri di Riferimento regionali per la tubercolosi: Ao Niguarda – Villa Marelli e Laboratorio e Ao Morelli di Sondalo”. La Direzione Generale Sanità della Regione ha attivato un tavolo tecnico che, con il supporto delle Università e dei Centri di Riferimento per la Tubercolosi presenti in Lombardia, con il compito di valutare l’attuale attività di sorveglianza/controllo ed i percorsi diagnostico terapeutici attivi in Lombardia per la tubercolosi, in particolare per raggiungere i soggetti appartenenti a fasce di popolazione socialmente deboli. “Lo scorso 27 ottobre la Eli Lilly ha annunciato di aver stanziato un finanziamento di 30 milioni di dollari per confermare il suo sostegno alla Lilly Mdr-tb Partnership nella battaglia contro la tubercolosi multi resistente” - ha affermato Patrik Jonsson, General Manager Eli Lilly Italia - “Questo finanziamento sarà utilizzato nei prossimi cinque anni per fornire la formazione necessaria agli operatori sanitari e migliorare la disponibilità e l’accesso ai farmaci di seconda linea sicuri. La Lilly Mdr-tb Partnership continuerà a collaborare con i suoi partner soprattutto in Cina, India, Russia e Sudafrica, i quattro Paesi maggiormente colpiti dalla Mdr-tb. Con questo ulteriore finanziamento di 30 milioni di dollari, Lilly avrà contribuito complessivamente con 165 milioni di dollari in denaro, prodotti, servizi e della ricerca per la scoperta di nuovi farmaci contro la Tbc”. La diffusione della malattia in Lombardia Prima regione in Italia per numero di malati, la Lombardia ha fatto registrare nel 2008 ben 1.272 casi (quasi il 30% del totale nazionale), secondo i dati del Ministero della Salute. 805 le occorrenze polmonari, sempre preponderanti, 378 quelle extra-polmonari e 89 le forme miste. Emergenza assoluta nella provincia di Milano, interessata dal 45% dei casi regionali (573). Alta la concentrazione nel Comune del capoluogo, che fa registrare più del 40% dei casi provinciali, percentuale che sale al 50% se si considerano anche i principali comuni rappresentativi dell’hinterland (Sesto San Giovanni, Cologno Monzese, Cinisello Balsamo, Bresso, Cormano, Cusano Milanino). Seguono Brescia e Bergamo, con rispettivamente 186 e 156 casi (quasi il 15% e più del 12% del totale regionale). 76 occorrenze nel 2008 sono state rilevate a Varese, 60 a Cremona, 50 a Pavia, 42 a Mantova, 36 a Lodi, 35 a Como e Lecco, 10 infine a Sondrio. Unica città, Lecco, in cui i casi di forme extra-polmonari (19) superano quelle polmonari (16).  
   
 

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