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Notiziario Marketpress di Mercoledì 14 Dicembre 2011
 
   
  XV MEETING DEI DIRITTI UMANI: ASILO E LIBERTÀ DI CIRCOLAZIONE VALORI INALIENABILI

 
   
  Firenze, 14 dicembre 2011 – Il Meeting sui diritti umani è anche un appuntamento con una miniera di opinioni e arricchimenti della conoscenza, portati da tante personalità della cultura e del mondo della formazione e dell’insegnamento. Ieri la vivace platea di studenti provenienti da tutta la Toscana ha potuto così ascoltare il costituzionalista, Emanuele Rossi, professore dell’Università di Pisa; e poi lo scrittore Piero Colacicchi, nella sua veste di presidente dell’associazione Osservazione. Tema comune ai due interventi la libertà di circolazione delle persone. “Un diritto sancito dalla nostra Carta costituzionale all’articolo 35 – ha ricordato il professor Rossi -, scritto da un’assemblea costituente che voleva dare dignità e diritto al lavoro italiano che doveva andare all’estero, da emigrante, per cercare di sfuggire alla povera economia del dopoguerra di un paese distrutto. Proprio come i paesi da cui vengono oggi coloro che chiedono asilo, assistenza e lavoro a noi, diventati ricchi”. Un diritto da considerare sacro, ha aggiunto, che non è sufficiente affermare in astratto; al contrario, da mettere in pratica attraverso pratiche autentiche di libera circolazione e di protezione dei rifugiati, concedendo casa e lavoro. Proprio il contrario di quei respingimenti in mare che il diritto internazionale respinge, ma che al contrario sono diventati pratica costante di polizia. E il dato che brucia, ha concluso Rossi, è quel segno meno 42 per cento di asili concessi nel nostro paese a partire dal 2001. Una vera e propria “cultura del respingimento” che funziona da sempre per i Rom, ha ricordato Colacicchi nel suo intervento. “Non dobbiamo cadere nella trappola del pregiudizio – ha sottolineato – creato il più delle volte da studi approssimativi e guidati dall’ideologia, quindi falsi; come quelli di fine ottocento che hanno creato l’inesistente figura dei nomadi Rom, in realtà desiderosi come tutti noi di lavoro e qualche certezza abitativa. Oggi è essenziale lottare contro le discriminazioni che fanno agire i Comuni in modo punitivo; e i giovani possono invece fare tantissimo per contribuire alla costruzione un’autentica cultura dell’accoglienza”.  
   
 

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