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Notiziario Marketpress di Mercoledì 14 Dicembre 2011
 
   
  PARTE IN PIEMONTE IL RIORDINO DEL SISTEMA DEGLI ENTI LOCALI

 
   
  Torino, 14 dicembre 2011 - Trasformazione delle Comunità montane in Unioni di Comuni, definizione degli ambiti territoriali ottimali e dei limiti minimi geografici, contributi per la gestione associata delle funzioni, formazione per amministratori e dipendenti sono gli elementi che caratterizzano il disegno di legge “Disposizioni organiche in materia di enti locali”. Il provvedimento, che dopo l’approvazione nella Giunta regionale del 12 dicembre passa ora all’esame del Cal e del Consiglio, viene giudicato dall’assessore agli Enti locali, Elena Maccanti, “una grande opportunità, in quanto costituisce il primo strumento normativo per il riassetto dei livelli di governo del sistema delle autonomie locali nel rispetto delle specificità del nostro territorio”. Anche se costituisce una necessaria conseguenza dell’entrata in vigore di alcune norme statali, secondo Maccanti “non è da interpretare come un acritico adeguamento alla normativa. E’ stato invece pensato come un’opportunità per ridisegnare la geografia amministrativa del Piemonte proprio sulla base delle sue caratteristiche, tra tutte la concentrazione straordinaria di Comuni sotto i 5.000 abitanti (1077 su 1206, di cui quasi 600 sotto i 1000), e per rispettare quale principio costituzionale da salvaguardare l’autonomia organizzativa dei nostri Comuni. Da questi presupposti è nato il tavolo tecnico convocato dalla Regione a cui hanno a lungo lavorato e si sono confrontati tutti i rappresentanti delle autonomie locali e delle organizzazioni sindacali, con l’obiettivo di definire limiti minimi geografici in grado di assicurare la migliore organizzazione dei nostri territori e delle nostre valli”. L’assessore all’Economia montana, Roberto Ravello, ricordando quanto previsto dallo Statuto, che all’art. 8 comma 2 dice che “la Regione riconosce la specificità dei territori montani e collinari e prevede politiche di intervento a loro favore, al fine di assicurarne le opportunità di sviluppo e la conservazione del particolare ecosistema”, assicura la continuità delle politiche regionali per lo sviluppo ed il mantenimento dei servizi essenziali in montagna: “Sarà necessario inoltre mettere mano alla l.R. 16/99 per garantire alla montagna piemontese diritti non inferiori a quelli da sempre riconosciuti, inserendo i necessari riferimenti alle innovazioni tecnologiche che sono diventate parte integrante della vita quotidiana ed alla nuova organizzazione del lavoro e della società, riconoscendo nella geografia delle vallate l’entità di riferimento per la nuova governance”.  
   
 

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