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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Dicembre 2011
 
   
  UNO STUDIO IDENTIFICA I FATTORI CHE POSSONO AIUTARE A SALVARE LE GRANDI SCIMMIE

 
   
  Bruxelles, 19 dicembre 2011 - Le grandi scimmie africane sono in pericolo; le loro popolazioni stanno diminuendo di numero, in particolare quelle che si trovano in zone gestite male e non abbastanza protette. Un nuovo studio internazionale fornisce informazioni che mostrano che le zone più duramente colpite negli ultimi 20 anni sono quelle che non sono ben protette dal bracconaggio. Lo studio, presentato sulla rivista Conservation Letters, suggerisce che l´applicazione della legge è fondamentale per aiutare ad assicurare un futuro alle grandi scimmie. Scienziati provenienti da Australia, Burundi, Germania, Ghana, Giappone, Nigeria, Paesi Bassi, Regno Unito, Repubblica democratica del Congo e Stati Uniti hanno raccolto dati generati lungo un periodo di 20 anni da 109 aree di gestione. Hanno scoperto che la massiccia presenza del supporto di organizzazioni non governative locali e internazionali (Ong) e di difensori della legge è il fattore più importante per la sopravvivenza delle scimmie. Il team ha scoperto che anche la ricerca e il turismo sono fattori chiave per aiutare le grandi scimmie e, secondo i ricercatori, hanno anche un impatto misurabile. Contrariamente alle Ong e al sostegno della legge, lo sviluppo nazionale e l´alta densità di popolazione hanno un impatto negativo sulle grandi scimmie. È necessario introdurre misure efficaci in modo da assicurare il futuro delle risorse naturali e il futuro delle popolazioni delle grandi scimmie. Questo studio è il primo a quantificare come le attività di protezione aiutano a mitigare il rischio di estinzione di una specie, per esempio i gorilla, i bonobo e gli scimpanzé. Secondo i ricercatori i dati e le variabili ambientali e antropogeniche confermano che prolungate attività di protezione portano a una sensibile diminuzione della probabilità che le scimmie si estinguano. Più durano, minori sono le probabilità. "I risultati confermano e provano quantitativamente che il rischio maggiore per la sparizione delle scimmie è la non applicazione della legge, piuttosto che l´assenza di turismo e ricerca, che rimangono comunque attività con un impatto positivo misurabile," dice l´autore principale, Sandra Tranquilli dell´Istituto Max Planck (Mpi) di antropologia evolutiva in Germania. "Inoltre, la persistenza delle scimmie è influenzata positivamente dalla presenza del sostegno delle organizzazioni non governative." Commentando l´importanza di questo studio, Hjalmar Kuehl, anch´egli del Mpi di Antropologia evolutiva, dice: "Le rimanenti regioni selvagge stanno scomparendo a una velocità inimmaginabile per la maggior parte delle persone. Se vogliamo conservare alcuni di questi luoghi per il futuro, abbiamo bisogno di molti più studi di questo tipo. Questi studi ci aiutano a capire meglio quali provvedimenti di protezione sono più efficaci e in quali di esse dovrebbero essere investite le limitate risorse disponibili. Queste informazioni ci aiuteranno ad aumentare l´efficacia delle misure di conservazione massimizzando il ritorno delle risorse investite." Fiona Maisels della Wildlife Conservation Society commenta: "È un esempio perfetto di ricerca per la protezione basata sulle prove, nella quale le attività e le strategie di protezione sono valutate quantitativamente. I nostri risultati assicureranno che le limitate risorse umane e finanziarie siano usate al meglio, in particolare per quanto riguarda l´applicazione della legge sul posto. Per maggiori informazioni, visitare: Mpi di Antropologia evolutiva: http://www.Eva.mpg.de/  Conservation Letters: http://www.Wiley.com/bw/journal.asp?ref=1755-263x    
   
 

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