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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Dicembre 2011
 
   
  LA COMMISSIONE EUROPEA FIRMA CON LA CROAZIA UN ACCORDO PER IL SOSTEGNO ALLA FORMAZIONE DI GIUDICI E MAGISTRATI DELLE PROCURE

 
   
  La Commissione europea e la Croazia hanno firmato oggi un accordo per sostenere la formazione dei magistrati nazionali in vista dell´adesione del paese all´Unione europea nel luglio del 2013. Nel quadro dell’accordo firmato da Viviane Reding, Commissaria Ue per la Giustizia, e Dražen Bošnjakovic, ministro croato della Giustizia, la Croazia potrà partecipare ai programmi Ue di sostegno alla formazione di giudici, avvocati e altri professionisti del diritto. L’accordo fa seguito alla firma da parte della Croazia del trattato di adesione all´Unione europea lo scorso 9 dicembre (Memo/11/883), che ha spianato la via all’entrata del paese come 28° Stato membro dell’Unione. «Tutti i professionisti del diritto nei paesi dell´Unione possono avere a che fare con il suo diritto. Comprendere il diritto dell’Unione è essenziale per rafforzare lo spazio europeo di giustizia e l´Unione europea intera in quanto comunità di diritto», ha commentato Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria per la Giustizia. «L’accordo odierno consentirà a giudici e magistrati delle procure croati di partecipare ai progetti della formazione giudiziaria europea prima dell’adesione. Questo rappresenta una parte fondamentale dei preparativi finali per l´adesione all’Ue e aiuterà a far sì che la futura appartenenza all’Unione apporti il massimo beneficio ai cittadini e alle imprese della Croazia». L’unione fornisce sostegno finanziario attraverso il cofinanziamento di attività nel quadro della formazione giudiziaria europea, sia a livello nazionale che europeo, con l’obiettivo generale di fornire formazione in diritto dell’Unione a 700 000 professionisti entro il 2020 (Ip/11/1021). Secondo i due protocolli d’intesa firmati oggi, la Croazia potrà partecipare ai programmi Ue di finanziamento per la giustizia civile e penale, destinati a sostenere progetti di formazione giudiziaria in diritto dell’Unione a livello europeo, nazionale e locale. Secondo l´accordo i giudici, magistrati delle procure e altri professionisti del diritto croati potranno quindi ottenere formazione in diritto europeo prima dell’adesione del loro paese all’Ue. Lo stesso accordo consentirà altresì all’Accademia giudiziaria croata di partecipare a pieno titolo alla rete europea di formazione giudiziaria, che coordina le attività europee organizzate da strutture formative nazionali destinate a giudici e magistrati delle procure in Europa. Contesto L’unione conta attualmente circa 1,4 milioni di professionisti del diritto compresi giudici, magistrati delle procure, avvocati, notai, ufficiali giudiziari e personale giudiziario. La Commissione intende permettere ad almeno la metà di loro di partecipare, entro il 2020, a formazioni giudiziarie europee a livello locale, nazionale o europeo; suo obiettivo ulteriore è far sì che ogni professionista del diritto possa usufruire, lungo la propria carriera, di un minimo di una settimana di formazione in diritto dell’Unione. Per far questo, la Commissione ha richiesto l’impegno dei governi nazionali, dei consigli dell’ordine, degli organismi professionali e degli istituti di formazione giudiziaria, sia a livello di Unione che nazionale, a integrare il diritto dell’Unione nei rispettivi programmi di formazione e ad aumentare il volume dei corsi e il numero dei partecipanti. Dal canto suo, la Commissione vuole rendere più agevole l´accesso ai finanziamenti Ue per dare sostegno a progetti formativi di qualità, compreso l’apprendimento per via elettronica (e-learning). Nell’ambito del nuovo quadro finanziario pluriennale dell’Ue, la Commissione ha proposto di far rientrare la formazione giudiziaria europea tra le più importanti priorità, nell’intento di garantire formazione a più di 20 000 professionisti del diritto all’anno sino al 2020. A partire dal 2014, la Commissione darà il via a un programma di scambi di due settimane per giudici e magistrati delle procure neo-assunti, allo scopo di sviluppare una cultura giudiziaria comune europea fondata sulla fiducia reciproca. La Commissione sosterrà la formazione attraverso il portale europeo della giustizia elettronica (lo sportello unico elettronico dell’Unione sui sistemi giudiziari e l´accesso alla giustizia in tutti i paesi dell’Ue) e grazie alla condivisione di orientamenti pratici sulle metodologie di formazione e la valutazione. Si può accedere alla formazione giudiziaria europea agli inizi della carriera o nell’ambito della formazione continua, nei seguenti campi: · la legislazione dell’Unione, compreso il diritto sostanziale e quello processuale, unitamente alla giurisprudenza rilevante della Corte di giustizia dell’Unione europea, · la conoscenza dei sistemi giudiziari nazionali. A queste materie può essere associata la formazione linguistica. Il programma per la formazione giudiziaria europea include due componenti complementari: attività generali di formazione giudiziaria, organizzate a livello locale, nazionale o europeo, e scambi transnazionali. La Commissione incoraggerà anche i partenariati pubblico-privato in vista di sviluppare soluzioni formative innovative, anche a partire dai punti di forza di tutti i formatori esistenti. Base giuridica Come sottolineato in una risoluzione del Consiglio del 2008, la formazione giudiziaria compete in primo luogo agli Stati membri. Il trattato di Lisbona (articolo 81, paragrafo 2, e articolo 82, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea) prevede che l’Unione europea adotti misure volte a "sostenere la formazione dei magistrati e degli operatori giudiziari", in materia sia civile che penale. Il programma di Stoccolma del 2009 ha fatto appello a un intervento forte dell’Ue a sostegno dell’impegno nazionale nel campo della formazione e per sviluppare strutture formative a livello di Unione. In una sua risoluzione, anche il Parlamento europeo ha sottolineato che un’adeguata formazione giudiziaria contribuisce in modo decisivo a migliorare il funzionamento del mercato interno e ad agevolare l’esercizio da parte dei cittadini dei propri diritti  
   
 

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