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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Dicembre 2011
 
   
  ANFITEATRO ARTE RACCONTA SOTO I PORTEGHI 2 COLLETTIVA: GIUSEPPE BIASIO, LEO BORGHI, GIOACCHINO BRAGATO, PAOLO MENEGHESSO, FULVIO PENDINI. PADOVA DAL 17 DICEMBRE 2011 AL 21 GENNAIO 2012,

 
   
   Padova, 19 dicembre 2011 - Anfiteatro Arte Via Ognissanti 33 dedica il suo racconto natalizio al proprio territorio con una mostra collettiva che ripropone titolo e artisti della mostra ospitata nella stessa sede a dicembre 2009. In mostra una quarantina di opere di Giuseppe Biasio, Leo Borghi, Gioacchino Bragato, Paolo Meneghesso e Fulvio Pendini. “Un viaggio che ci porta a conoscere meglio la nostra città e anche noi stessi, prendendo coscienza di chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo. In una passeggiata immaginaria tra i tetti di Pendini, gli scorci di Bragato e le mura di Borghi, incontrando di tanto in tanto gli angeli di Meneghesso e portandoci inevitabilmente appresso il ricordo lasciato dalle tracce di Biasio.” Lalli Munari All’ingresso della mostra siamo accolti da un abbraccio caloroso di Paolo Meneghesso. A guardar bene più che braccia quelle che si allargano dal corpo e si allungano verso di noi sono proprio ali: trattasi infatti di Arcangelo, opera di straordinaria fattura realizzata nel 1967. Dinnanzi a questo ingresso appare chiara la cifra artistica del suo autore, negli anni in cui ha sapientemente unito la sua forte attrazione classica nei confronti della tematica sacra con una più moderna propensione linguistica vicina all’astrazione della figura, portandoci a immaginare ciò che si intravede senza poterlo realmente mai toccare. Una volta entrati nella prima sala, ci infiliamo in un singolare confronto tra due artisti che, in momenti diversi e con modi diversi, hanno riversato sulla tela lo stesso sguardo innocente e mai disincantato nei confronti della “loro” Padova. Con l’impressione di percorrere un viale nello spazio e nel tempo passeggiamo tra le opere di Gioacchino Bragato (nove dipinti realizzati tra il 1974, Natura morta, e il 2006, Casone di via Caovilla, Saonara) da un lato, e dall’altro le vedute cittadine, i paesaggi campestri e le nature morte di Fulvio Pendini (quattordici opere di cui quattro “tavolette”, realizzate tra il 1952, Maschere, e il 1972, Piazza dei Signori, Padova). Una sorta di passaggio del testimone tra la stilizzazione delle forme di Pendini e la poetica naif di Bragato che ci permette di scrutare Padova in momenti e luoghi diversi, dal 1952 al 2006. La passeggiata si conclude con due immagini figurative nuovamente di Paolo Meneghesso. Ancora angeli, questa volta più recenti e più vicini a una realtà volutamente tangibile. La Fortuna del 1995 e L’angelo del Compianto del 1998, ben occupano lo spazio delimitato dai caratteristici pannelli di legno della galleria, segnando la fine di una parte della mostra e, inevitabilmente, un nuovo inizio. Nella sala di mezzo trova spazio Giuseppe Biasio, con sei opere recenti realizzate tutte nel 2011. Di ritorno dal Sudan, l’artista ha iniziato un nuovo ciclo di opere realizzate con sacchi di iuta che vanno ad arricchire la sua poetica astratta e visionaria, fatta di sovrapposizioni e cancellature. Applicando con cura l’eterna regola del mettere per poi togliere, come dice Dostoevsky, si piega a una continua e inarrestabile ricostruzione di ciò che si è volutamente distrutto per ricominciare nuovamente daccapo. (Tra questi: Preghiera vietata, 2011 - opera in mostra anche ad Arte Padova 2011 - e Anticinese, 2011). La fine della mostra è scandita dalle opere di Leo Borghi. Dalle due esili colonne che si ergono dal centro della sala si apre un ventaglio di immagini che si raccoglie attorno allo spettatore circondandolo proprio come quelle mura che tanto ha amato e dipinto l’artista per tutta la vita. Qui è possibile ascoltare storie passate, di amori e di guerre. Racconti che col calore della pittura ci appaiono epici e romanzeschi. Altre volte invece rimangono semplici favole narrate dalla voce esperta di chi ha dipinto infinite volte l’amore per la nostra città e la nostra storia. (Guido Riccio da Fogliano, 2008 e Paolo e Francesca, 2005).  
   
 

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