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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Dicembre 2011
 
   
  NUOVA VALSUGANA. CHISSO A PUPPATO: NASCE DA DECENNI DI RICHIESTE ENTI LOCALI

 
   
  Venezia, 19 dicembre 2011 - “Circa la Valsugana io ho addirittura perso il conto dei morti che l’hanno insanguinata nel sciagurato tratto di Carpanè e San Nazario: forse un centinaio, di certo molte decine. Leggere la dichiarazione della consigliera Laura Puppato sulla questione mi fa pensare che, al di là del legittimo confronto politico e della diversità di posizioni, lei non sappia di cosa sta parlando”. Renato Chisso è un, il 15 dicembre, po’ sconfortato da quelle dichiarazioni. “Dove sta l’interesse pubblico? Ne discutiamo in cimitero, verrebbe da dire. Mi limito ad un minimo di storia: la Valsugana, strada strategica in tutti i sensi, storico, trasporti stico, economico e per un certo periodo anche militare, venne adeguata alle nuove esigenze di traffico verso la fine degli anni settanta e divenne, da Trento a Bassano, una superstrada a quattro corsie, due per senso di marcia, tranne che per una decina di terribili chilometri, che hanno funestato gli utenti e compromesso la qualità della vita delle comunità locali. I Comuni interessati, da almeno un trentennio e forse più, chiedono l’eliminazione del problema: non c’è nessuna voglia di asfalto o di cemento, c’è da risolvere una voragine nera e la richiesta delle realtà locali è fortissima”. “I vari tentativi progettuali fatti nel corso dei decenni successivi si sono scontrati con veti degli apparti statali, che dicono no, ma non danno suggerimenti. Soluzione in destra Brenta? Non si può. Soluzione in sinistra? Non si può. Finalmente – ha ricordato Chisso – si è arrivati, circa un lustro fa, ad una ipotesi concordata ritenuta accettabile e senza veti, il cui costo, circa 700 milioni di euro, non era però sostenibile da nessuno: né dallo Stato, né dalla Regione, né tantomeno da Provincia e Comuni, né da tutti questi enti assieme. Nasce qui l’ipotesi di una struttura capace di ripagarsi senza gravare su casse pubbliche esauste e sui residenti. Una prima ipotesi, in destra Brenta, venne ritenuta troppo impattante. Abbiamo aperto ad una proposta alternativa, in sinistra, come chiedevano i sindaci. Ora c’è un project financing che prospetta una risposta vera, che le società proponenti ritengono sostenibile. Il problema non è di opporsi, ma farlo nel migliore dei modi per rispondere a tutte le esigenze del territorio. E’ quanto stiamo facendo”. “Ed è questo il punto – ha concluso Chisso – noi siamo chiamati a fare, non a predicare o a polemizzare. La nostra gente ci chiede fatti, e non da oggi: sulle strade, sulle ferrovie, sul lavoro. E noi tutti dobbiamo impegnarci, sapendo che i soldi sostanzialmente non ci sono o sono pochissimi, ma almeno con la consapevolezza che il Veneto ha saputo non indebitarsi. Troviamo le risposte, diamo tutti contributi rispetto al fare”.  
   
 

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