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Notiziario Marketpress di Mercoledì 11 Gennaio 2012
 
   
  CONSUMATORI: L’UE METTE SOTTO OSSERVAZIONE I SITI WEB DI CREDITO AL CONSUMO - UN MERCATO DALLE PRESTAZIONI INADEGUATE VERSO I CONSUMATORI

 
   
  Bruxelles, 11 gennaio 2012 - Siete mai stati in procinto di firmare un contratto per un prestito personale, una carta di credito o un’altra forma di credito al consumo, per poi scoprire che era ben più caro di quanto preventivato in un primo tempo? Un’indagine svolta su scala Ue sui siti web che offrono credito al consumo ha cercato di accertare se i consumatori - prima di firmare un contratto di credito al consumo - avessero ricevuto le informazioni cui hanno diritto in virtù delle norme Ue a tutela dei consumatori[1]. Le competenti autorità nazionali hanno verificato più di 500 siti web in 27 Stati membri nonché in Norvegia e in Islanda, segnalando ben 393 siti (pari al 70%) che richiedevano ulteriori indagini soprattutto in relazione alle seguenti problematiche: pubblicità priva delle informazioni standard prescritte; offerte prive di informazioni essenziali per prendere una decisione; costi presentati in modo fuorviante. Le autorità nazionali contatteranno ora le istituzioni finanziarie e gli intermediari del credito per chiedere loro conto delle presunte irregolarità, chiedere chiarimenti o pretendere eventuali correttivi. Obiettivo primario dell´indagine a tappeto: accertare come le imprese applicano la direttiva sul credito al consumo (recentemente recepita dagli Stati membri), che punta ad agevolare la comprensione e la comparazione delle varie offerte di credito. John Dalli, commissario Ue per i consumatori, ha affermato che “quando si cerca un credito, può talora capitare che alla fine esso costi più quanto inizialmente preventivato, per imprecisione o mancanza di informazioni importanti. Il credito al consumo non è sempre di facile comprensione: per questo esiste una legislazione europea che aiuta i consumatori a prendere delle decisioni fondate. Occorre quindi che le imprese offrano ai consumatori le informazioni necessarie in modo corretto. La Commissione ha il dovere di collaborare con le competenti autorità nazionali per raggiungere questo obiettivo”. Un’“indagine a tappeto” (sweep) è un’operazione finalizzata ad attuare la legislazione dell´Ue. Condotta dalle autorità nazionali sotto supervisione Ue, essa prevede controlli simultanei coordinati per individuare - in un settore particolare – eventuali violazioni della legislazione a tutela dei consumatori. L’indagine a tappeto sul credito al consumo si è tenuta nel settembre 2011. Sei paesi – tra cui l´Italia - hanno condotto un’indagine più approfondita (sweep-plus) su 57 siti per verificare il rispetto delle norme a tutela dei consumatori, come gli accordi di pagamento, le procedure di reclamo, modalità e condizioni di erogazione. Il mercato che è stato oggetto dell´indagine viene utilizzato quotidianamente dai consumatori. Nel 2010, gli istituti finanziari nella zona euro avevano più di 600 miliardi di euro di credito in essere al consumo[2]. Risultati- Del 562 siti web inizialmente controllati, solo il 30% ha superato la prova sweep di verifica della conformità alle norme comunitarie sui consumatori (in Italia solo 3 su 15, ovvero il 20%), mentre il restante 70%, ovvero 393 siti (Italia 80%, 13 siti) sarà sottoposto a ulteriori accertamenti. I principali problemi riscontrati sono: carenza d’informazioni nella pubblicità del credito al consumo: in 258 siti (46% di quelli controllati) la pubblicità non contiene tutte le informazioni richieste dalla direttiva sul credito al consumo, come (i) tasso annuo effettivo globale (Taeg), essenziale per comparare le offerte; (ii) se l’onere per servizi accessori obbligatori (p.Es., assicurazioni) è compreso nel costo totale o (iii) durata del contratto di credito; omissione di informazioni fondamentali sull’offerta: 244 (43%) siti Web non davano informazioni chiare su tutti i vari elementi del costo totale, come (i) tipo del tasso d’interesse (fisso, variabile, entrambi), (ii) durata (eventuale) del contratto di credito e (iii) alcuni costi connessi al credito (p.Es., commissione di accordo); presentazione fuorviante dei costi per cui questi sono esposti in modo falso o ingannevole per i consumatori. Esempio: (i) modalità di calcolo del prezzo o (ii) il consumatore non è informato che oltre ai costi del credito al consumo in sé esiste l’obbligo di un’assicurazione aggiuntiva. In 116 (20%) siti Web sono emersi problemi di questo tipo. L’indagine “Sweep plus” - 6 paesi (Italia, Estonia, Lettonia, Lituania, Slovacchia, Svezia) hanno condotto uno studio più approfondito su 57 siti controllati: la cosiddetta operazione “Sweep plus”. I principali problemi rilevati erano connessi all’informazione precontrattuale e ai termini dei contratti. Quali saranno i prossimi sviluppi? Ora avrà inizio la fase correttiva: nei prossimi mesi e settimane le autorità nazionali contatteranno gli operatori e chiederanno loro di fornire chiarimenti o di correggere i loro siti. A seconda della legislazione nazionale applicabile, non ottemperare alle suddette indicazioni può comportare sanzioni dalla multa fino alla chiusura del sito web. Le autorità nazionali competenti sono invitate a riferire alla Commissione europea entro l’autunno 2012. La Commissione pubblicherà una relazione con i risultati.  
   
 

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