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Notiziario Marketpress di Mercoledì 24 Gennaio 2007
 
   
  NASCONO NEL LABORATORIO DEL SERVIZIO RIPRISTINO LE SCENOGRAFIE DEL FILM DI ALESSANDRO BARICCO

 
   
   Trento, 24 gennaio 2007 - – Qualcosa si sa. Molto di più sarà comunicato – in forma ufficiale – il prossimo 2 febbraio, in una conferenza stampa che vedrà presente anche Alessandro Baricco. Ma è certo che il film affidato allo stranoto scrittore (atteso al varco come regista) riguarda non poco il Trentino. Chiedere in Primiero, dove in questi giorni sono state gettate le basi organizzative in attesa del ciak: con ogni probabilità la prima scena sarà girata verso metà febbraio, in val Canali. Ma il film – titolo, ancorché soggetto a possibili mutamenti, “Lezione 21” – vive una sua vita originale, creativa e di fatica anche alle porte di Trento. Per la precisione nella zona industriale di Spini di Gardolo, nel grande laboratorio (un po’ officina, un po’ falegnameria, un po’ fucina, un po’ capannone) del Servizio Ripristino e valorizzazione ambientale della Provincia autonoma di Trento. Sì: le ancora misteriose scenografie del film baricchiano nascono in questi giorni, grazie all’impegno di quella pattuglia di lavoratori che da anni – licenziati dalle fabbriche e espulsi dal processo produttivo – hanno ritrovato dignità e collocazione (e busta paga) grazie all’intuizione di chi, anni fa, credette possibile affidare ad uomini e donne over 45 la realizzazione delle piste ciclabili, la manutenzione e la cura di parchi e giardini, le biglietterie dei musei, le scenografie di festival e quant’altro. Fino ad arrivare appunto alla stretta collaborazione con il team della Fandango, la casa di produzione del film di Baricco. Collaborazione assai apprezzata, come ci ha raccontato questa mattina Elia Mazzoni, un giovanottone romano che è appunto il direttore di produzione della Fandango per questo film. Ecco cosa ci ha detto (e cosa non ha detto, fedele ad un riserbo caro a chi rispetta i ruoli), ecco cosa abbiamo visto. Non troverete, qui, i nomi di chi il direttore di produzione della Fandango ringrazia. Ci piace infatti pensare che in questa intrapresa collettiva – che comunque assicurerà al Trentino un inevitabile ritorno d’immagine: e non a caso la Provincia autonoma di Trento e Trentino Spa assicureranno anche un appoggio finanziario – l’impegno, la fatica e la creatività di un dirigente e di un direttore valgano tanto quanto quelle degli operai ieri visti all’opera a piallare, segare, smussare. Ma certamente quel “di più” che la Fandango giura di aver trovato in Trentino non sembra risiedere tanto nell’aiuto economico – la Provincia autonoma di Trento ha già sostenuto, con ritorni certi, altre importanti produzioni: si pensi allo sceneggiato televisivo su Alcide Degasperi – quanto, soprattutto, nella felice collaborazione tecnica. Come Baricco e il suo staff abbiano scoperto il Trentino è già stato detto. Per i distratti, ripetiamo: il colpo di fulmine è scoccato ad Arte Sella. E quando quelli della Fandango hanno scoperto che la scenografia ormai mondialmente conosciuta della cattedrale vegetale, era opera proprio degli operai del Servizio Ripristino, ecco fatto. Perché non utilizzare i mezzi, le strutture, l’inventiva e la indubbia capacità manuale di questi operai anche per realizzare parte delle scenografie che serviranno per “Lezione 21” (o come diavolo si chiamerà il film, poco importa)?. Dice Elia Mazzoni: “L’originalità dell’impegno e dei progetti messi in campo in questi anni da questa struttura della Provincia autonoma di Trento – e che non ha riscontro in Italia, nella mia esperienza ormai decennale – ci hanno convinto. E queste prime settimane di lavoro in Val Canali e nel Primiero hanno confermato la bontà della scelta”. Di più non vorrebbe dire. E non dice. Della trama, manco parlarne. Sarà Baricco a svelare qualche arcano, semmai. Del cast, ancora meno: è un mondo suscettibile quello dei produttori e degli agenti, fare un nome anziché un altro può causare telefonate interminabili, pasticci e mal di stomaco. Dunque, aspettiamo: mica casca il mondo. “E comunque i nomi fatti finora, scordateveli”. Già fatto, grazie. Soprattutto, c’è altro da vedere e raccontare. Il lavoro certosino di un falegname del Servizio ripristino, ad esempio. Ha davanti dei pattini in legno di inizio secolo: e da lì ha preso spunto per realizzare un prototipo dal quale ricavare poi un bel po’ di pattini in legno nuovi nuovi. Serviranno probabilmente in qualche scena di massa. Il fatto che nel Primiero stiano cercando comparse a tutto spiano, fa pensare in quella direzione. Ipotesi, ché la trama è ultrasegreta, appunto. In un angolo del grande capannone si tagliano rami di frassino. Opportunamente modellati, piegati ed intrecciati andranno a formare forse una porta misteriosa, o un passaggio verso chissà dove. L’eco delle strutture di Arte Sella è evidente. Già: Baricco ha deciso in valle di Sella di girare qui gli esterni del suo film (gli interni saranno girati invece a Roma). Delle sagome in legno lanciate verso l’alto – strutture notevoli, metri e metri di lunghezza e larghezza – fanno invece pensare a delle vette dolomitiche. Gli operai vanno avanti e indietro, gettano l’occhio su schizzi e progetti. “Scusi, signor Elia, ma non è che questa struttura diventerà poi una sorta di nave, magari un veliero?”. La domanda non avrà risposta. Non ora. Al giovane direttore di produzione stava a cuore sottolineare l’ottima collaborazione con le strutture tecniche della Provincia e le risposte puntualmente trovate, finora, ad ogni richiesta. Scherzando, gli si potrebbe dire che la collaborazione è arrivata fino alla tanto attesa nevicata in Primiero e val Canali. La neve dovrebbe essere uno degli elementi decisivi del film. Cosa invece possa rappresentare questa nave-montagna rimane un mistero. Probabilmente collegato alla dimensione onirica e sognatrice che il film dovrebbe avere (ma qui siamo proprio nell’azzardo, chissà chi lo sa…). Però se dal capannone di Spini di Gardolo dovesse uscire una struttura in legno lunga tot metri e larga tot metri ed alta tredici metri (l’unica cifra che siamo riusciti a sbirciare da uno schizzo appeso alla parete), di che meravigliarsi? “Non sono i soldi, sono la gente e le strutture tecniche il grande e decisivo aiuto che stiamo incontrando nella lavorazione di questo film. Senza queste persone e queste strutture non ci sarebbe film, punto e basta”, commenta Elia Mazzoni. “Spunti ed idee, nel confronto con gli artigiani del luogo, sono continui e quel genius loci che aveva impressionato Baricco ad Arte Sella ha trovato altre conferme. C’è una piacevole alchimia nel rapporto con le persone”. Ci vorranno un paio di mesi per girare gli esterni e il film potrebbe dunque arrivare nelle sale a fine anno o nei primi mesi del 2008. “Però a me toccava dire di un aspetto, quello della manodopera e della collaborazione” conclude Mazzoni “altro tocca ad altri”. Nell’attesa, un ultimo sguardo al gioco dei legni di quella che sembra proprio una prua. Piace immaginare e fantasticare sui possibili approdi filmici di questa matassa di legna sapientemente modellata. .  
   
 

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