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Notiziario Marketpress di Mercoledì 24 Gennaio 2007
 
   
  L’ETÀ ART NOUVEAU A FAENZA. IL CENACOLO BACCARINIANO FAENZA, MIC MUSEO INTERNAZIONALE DELLA CERAMICA 23 FEBBRAIO 2007 31 MARZO 2007

 
   
  Faenza, 24 gennaio 2007 Nel centenario della morte di Domenico Baccarini, le città di Faenza e di Ravenna si uniscono nel promuovere due esposizioni: “L’età art nouveau a Faenza. Il Cenacolo Baccariniano” organizzata dal Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, imperniata sugli artisti che composero originariamente il “Cenacolo”; e “Domenico Baccarini. Una meteora del primo Novecento”, antologica, dedicata all’intera opera dell’artista, organizzata dal Museo d’Arte della città di Ravenna. L’esposizione faentina, che comprende 150 opere tra le quali anche sculture, ceramiche e disegni di Baccarini, riserverà la sua attenzione ai protagonisti della scultura, senza dimenticare la grafica e, fra le arti applicate, la stessa ceramica, visibile nel percorso permanente del museo dall’estate scorsa. Sono trascorsi 23 anni dalla mostra dedicata a Domenico Baccarini nel primo centenario della nascita, realizzata a Faenza nel Salone del Podestà e nel Museo Internazionale delle Ceramiche, e fortemente voluta da Ennio Golfieri che ne curò anche allestimento e catalogo con un manipolo di preziosissimi collaboratori. Già nei primi anni del secolo scorso si era formato a Faenza un gruppo di valenti pittori-scultori-incisori-ceramisti che dedicavano grande attenzione alla maiolica. Emerge fra questi la figura di Domenico Baccarini, la cui prematura scomparsa (nel 1907 a soli 24 anni) non gli impedisce di raggiungere risultati di altissimo livello, in linea con la sensibilità inquieta venata di simbolismo che domina l´arte del periodo. Al Cenacolo Baccariniano - dapprima riferito agli anni della Scuola di Disegno e Plastica diretta da Antonio Berti, in seguito trasferita nel retrobottega di Maddalena, la madre di Baccarini - accomunato da una medesima volontà di intenti, aderirono anche scrittori come Alfredo Oriani, collezionisti come Ercole Alberghi, filantropi socialisti come Ugo Bubani. Ma furono le arti figurative a primeggiare impersonate da Domenico Rambelli, Giuseppe Ugonia, Giovanni Guerrini, Francesco Nonni, Pietro Melandri, Ercole Drei e altri ancora, un gruppo folto destinato a diradarsi nel terzo periodo del consesso, allestito in casa di Antonio Missiroli dopo la morte dell’artista, divenuto esclusivo di un gruppo di sei ritenuti gli unici alfieri del movimento - in verità ben più vasto - baccariniano. L’intento del Mic è ora quello di restituire l’ambiente culturale faentino del primo decennio del Novecento spingendo la ricerca fino al terzo, dopo il quale anche i protagonisti del “Cenacolo” cambiarono ideali artistici, forti di esperienze maturate in città e fuori di essa, al seguito o meno delle avanguardie. Per tratteggiare assonanze e fonti ispirative, in sintonia con l’Italia e l’Europa, l’esposizione fornirà una serie di parallelismi di confronto con opere provenienti da musei e collezioni italiane e straniere di artisti famosi, molti dei quali presenti nella esposizione faentina del 1908, tenuta nell’occasione del terzo centenario della nascita di Evangelista Torricelli: dipinti, disegni e incisioni di Klimt, Knopff, Munch, Larsson, Bonnard, Pellizza da Volpedo, Martini, Balla, Costetti, Romani, Mentessi, Previati, Segantini, De Carolis, Meunier ecc. Particolare peso assumerà poi la produzione di Achille Calzi, figura poliedrica di primo piano nella vita culturale e produttiva della città nei primi vent’anni del secolo scorso. Pittore, ceramista, scrittore, insegnante e direttore della Pinacoteca, Calzi entrò in contatto, per formazione e poi per frequentazione, con poeti e artisti di prima grandezza - da Carducci a D’annunzio, da Pellizza da Volpedo a Sartorio - coltivando un’arte eclettica in assonanza con le aree mitteleuropee e contribuendo alla rinascita delle fabbriche di maioliche faentine. La Pinacoteca di Faenza entrerà nella manifestazione dedicando invece una esposizione ai più significativi disegni di Domenico Baccarini nelle collezioni comunali. Il catalogo è a cura di Jadranka Bentini e i testi sono di Marco Antonio Bazzocchi, Franco Bertoni, Orsola Ghetti Baldi e Marcella Vitali. .  
   
 

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