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Notiziario Marketpress di Giovedì 19 Gennaio 2012
 
   
  COMMERCIO ESTERO: ASSOCAMERESTERO, EXPORT A PROVA DI DOWNGRADING. TESTA A TESTA ITALIA-GERMANIA

 
   
  Roma, 19 gennaio 2012 – Dopo il calo delle vendite sui mercati esteri nel mese di ottobre (-3,2%), a novembre balzo in avanti per l’export italiano, che, nei dati destagionalizzati, segna un aumento del 2,3% con un valore di 31,6 miliardi di euro, in linea con quello registrato della Germania (+2,5%, per un valore di 90,7 miliardi di euro). Risultati analoghi nel preconsuntivo dei primi undici mesi dell’anno, che vedono una crescita del nostro export totale del 12,2%, a brevissima distanza dalla performance della locomotiva tedesca (+12,3%). L’italia si conferma inoltre terzo esportatore europeo (342,7 miliardi di euro), ma accorcia le distanze rispetto alla Francia, che si attesta a 390,8 miliardi. “Ancora una volta l’economia reale va al di là delle previsioni e affermazioni di soggetti più attenti alla finanza che ai fondamentali su cui si basa la crescita di un Paese e imprime una forte spinta propulsiva allo sviluppo grazie al miglioramento delle posizioni sui mercati esteri. – sottolinea Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, commentando i dati diffusi dall’Istat – A novembre infatti, tra i principali esportatori europei, solo Italia e Francia aumentano la loro quota di vendite fuori dall’Europa, confermando la nostra posizione di secondo esportatore verso i Paesi extra-Ue. Molto probabilmente a questa situazione concorre anche il deprezzamento dell’euro sul dollaro, che rende più convenienti in termini di prezzi relativi i nostri prodotti fuori dall’Ue”. A livello di saldo della bilancia commerciale, nel periodo gennaio-novembre 2011 aumenta di circa nove miliardi il surplus al netto dell’energia rispetto allo stesso periodo del 2010, con un valore di 30,5 miliardi di euro. Se si guarda ai singoli settori, da sola la meccanica registra un avanzo che supera addirittura il dato complessivo del Made in Italy (39,8 miliardi contro i 30,5 miliardi).  
   
 

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