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Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Gennaio 2012
 
   
  LUCI SULL’EST INTERVIENE SULL’OPERA TEATRALE IN PROGRAMMA AL “FRANCO PARENTI” DI MILANO «CASTELLUCCI EVITI SCENE OFFENSIVE PER SENSIBILITÀ CRISTIANA» IL PORTAVOCE LOREDO: «OFFESE A IMMAGINE DI GESÙ RIENTRANO IN DIFFUSA CRISTIANOFOBIA»

 
   
  Roma, 23 gennaio 2012 – «È inaudito che un regista come Romeo Castellucci, che non nasconde e, anzi, sbandiera la sua ispirazione luciferina, gnostica e freudiana, si permetta di oltraggiare l’icona del Sacro Volto di Nostro Signore Gesù Cristo, senza che i cattolici si sentano offesi e reagiscano legittimamente». Julio Loredo, portavoce di Luci sull’Est – associazione che dal 1991 contribuisce alla diffusione del Vangelo nei paesi usciti dall’influenza dell’ex Urss – interviene sull’ormai prossima rappresentazione, presso il Teatro Franco Parenti di Milano, del nuovo lavoro del regista Romeo Castellucci, già andato in scena in ottobre in Francia con lungo strascico di polemiche e proteste da parte delle associazioni cattoliche. «Il cristianesimo, che in duemila anni, sulla scia dell’entusiasmo della “Buona notizia”, ha prodotto opere ancora oggi mirabili – prosegue Loredo - non può certamente dimostrarsi insensibile all’arte, né alla libertà necessaria all’artista per produrla. Ma l’arte è inscindibilmente legata alla Bellezza. L’esatto opposto dell’opera del Castellucci che, sotto il nome di “Teatro della crudeltà”, cerca invece di mostrare gli aspetti più sordidi della concupiscenza umana. Questa non potrà mai essere chiamata “arte”. Inoltre, l’arte non può essere mai offensiva. Come ha ricordato in una nota la Curia di Milano, guidata dal cardinale Angelo Scola, il volto di Cristo orienta l’esistenza di tanti cristiani, che non meritano di veder oltraggiato ciò in cui credono». «La disinvoltura con cui lo spettacolo di Castellucci, “Sul concetto di volto nel Figlio di Dio”, offende l’immagine di Cristo, il “Salvator Mundi” di Antonello da Messina, se confermata, rientrerebbe in quel fenomeno, oggi così diffuso, che Papa Benedetto Xvi ha definito “cristianofobia”. Auspichiamo che il regista, ascoltando i tanti appelli che gli sono stati rivolti, possa evitare di mostrare al pubblico scene lesive per la sensibilità cristiana, nonché passibili di sanzione, secondo quanto previsto dall’articolo 404 del Codice penale per l’”offesa a una confessione religiosa”».  
   
 

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