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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Gennaio 2012
 
   
  BASILICATA: NELLO STATUTO PIÙ FORZA AL VALORE DEL LAVORO E DELL’IMPRESA

 
   
  Potenza, 24 gennaio 2012 - Nel nuovo Statuto della Regione occorre evidenziare con forza il valore del lavoro e dell’impresa, ma anche la necessità che la pubblica amministrazione sia in grado di programmare lo sviluppo insieme ai soggetti sociali del territorio. Lo hanno rivendicato i rappresentanti di imprenditori, sindacati, associazioni di categoria e professionisti il 21 gennaio nel secondo appuntamento de “I giorni dello Statuto”, il ciclo di incontri voluti dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e dalla prima Commissione permanente (Affari istituzionali) per raccogliere le opinioni e i suggerimenti della società regionale sulla riforma delle regole e dei principi fondamentali della Regione. “Istituzioni, economia, soggetti sociali: programmazione e condivisione” era appunto il titolo dell’incontro di oggi che si è svolto a Matera nella sala convegni di Palazzo Lanfranchi. Il Consiglio regionale “intende sostenere le funzioni del mondo produttivo – ha detto il presidente dell’Assemblea, Vincenzo Folino, aprendo i lavori – mettendo in campo le ragioni delle persone, delle imprese, della sostenibilità e della partecipazione”. E di “una Regione che risponda meglio e di più alle esigenze del mondo produttivo” ha parlato nella sua relazione anche il presidente della prima Commissione, Vincenzo Santochirico, aggiungendo che “proprio mentre, a livello globale, Stati Uniti ed Europa stentano a trovare una risposta alla crisi, bisogna ripensare il rapporto fra il sistema pubblico e il mercato. In Basilicata cerchiamo di fare la nostra parte per costruire un nuovo patto fra istituzioni e cittadini, con una Regione che sia in grado di dare risposte in tempi certi alle autonomie territoriali ed al sistema delle imprese”. “Un documento partecipato e condiviso per la riforma dello Statuto è l’elemento trainante di una Regione che valorizza il protagonismo dei cittadini”, ha detto il presidente della Provincia di Matera Franco Stella, che ha partecipato ai lavori con il sindaco del capoluogo Salvatore Adduce e i consiglieri regionali Benedetto, Sarra e Viti. Mentre il vicepresidente vicario di Confindustria Pasquale Lorusso ha sottolineato la necessità di un documento “che orienti lo sviluppo del territorio e interpreti i diritti delle persone e delle imprese, assicurando chiarezza nei tempi di intervento e sostenibilità delle azioni del sistema pubblico”. Paolo Laguardia, presidente di Legacoop e portavoce del manifesto “Pensiamo Basilicata” (che raccoglie il mondo della cooperazione, dell’artigianato e delle pmi) ha auspicato una “riorganizzazione del sistema Basilicata e del profilo della governance”, chiedendo “di spostare le risorse dalle attività improduttive verso le attività produttive”. Gli ha fatto eco il vicepresidente di Confapi Matera, Nicola Fontanarosa, che ha auspicato “nel nuovo Statuto una riconsiderazione ed un pieno riconoscimento del valore economico e sociale dell’impresa”. Considerazioni analoghe hanno svolto anche il presidente dei commercialisti di Matera, Antonio Longo e Leo Montemurro della Cna. Mentre Antonietta Tarsia di Cittadinanza attiva ha auspicato che “ciò che c’è scritto nel documento programmatico in tema di partecipazione dei cittadini diventi realtà”. “La riscrittura dello Statuto non è un’operazione di ingegneria istituzionale”, ha detto Angelo Vaccaro della Cgil auspicando invece “un processo costituente in grado di misurarsi con la società per riconfigurare la Regione rispetto alle scommesse dell’oggi”. Ed anche per Franco Coppola della Uil “occorre una nuova capacità di programmare e di promuovere la partecipazione dei soggetti sociali, assicurando efficienza e razionalizzazione degli enti pubblici”. Mentre Margherita Dell’otto della Cisl ha insistito sul fatto che “la modifica della Statuto, attraverso il confronto e la valorizzazione delle parti sociali può costituire un volano per lo sviluppo della regione”. Paolo Carbone della Cia ha sottolineato invece che “il carattere rurale della nostra identità non va camuffato o nascosto”. Al centro del dibattito di oggi anche alcuni temi generali (partecipazione, forma di governo) già affrontati nel primo incontro di una settimana fa con ex consiglieri ed ex parlamentari. Ne ha parlato innanzitutto Giuseppe Pace, per il quale “la partecipazione non può essere solo affidata alla benevolenza dei cittadini e il nuovo Statuto deve dotarci dei mezzi necessari per incentivare la partecipazione democratica”. Critico un altro ex consigliere, Giovanni Caserta, che ha definito “fumoso e retorico” il documento programmatico sullo Statuto e in riferimento ai principi (la Regione della persona, la Regione della solidarietà, la Regione della democrazia, la Regione della sostenibilità) ha osservato che “quello della persona è un altissimo concetto ma chiaramente limitativo”, e che occorrerebbe “incentrare il nuovo Statuto intorno ai principi della Regione e della democrazia, dell’uomo e del cittadino, concetti che comprendono quelli della persona come somma di libertà e di dignità”. “Lo Statuto non è uno strumento neutro – gli ha risposto il capogruppo del Pd Vincenzo Viti – ma è l’immersione nel clima civile e storico che viviamo. E quindi occorre ricostruire la democrazia dal concetto di persona che non è individualità e soggetto isolato, ma principio fondativo della democrazia”. Un altro ex consigliere, Nicola Savino, è tornato invece sul tema della “razionalizzazione”, sostenendo che “la programmazione non può non tenerne conto, ma la razionalizzazione non è solo un calcolo aritmetico ma l’interpretazione della complessità”, e la manutenzione del territorio, tanto indispensabile nelle aree dove lo spopolamento rischia di mettere a repentaglio il futuro delle comunità, “è assicurata anche da tribunali, scuole ed altre istituzioni pubbliche”. A tirare le fila del dibattito è stato il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Nicola Pagliuca, che ha sottolineato la necessità di “armonizzare il testo, frutto della visione condivisa proposta con il documento programmatico, riprendendo alcune istanze emerse dal dibattito”. Per Pagliuca “occorre fare i conti con il futuro, inserendo la funzione della programmazione nello Statuto e garantendo maggiore trasparenza al sistema di relazioni fra Regione e territorio anche attraverso l’Albo della partecipazione”. Nel sottolineare positivamente i numerosi riferimenti al valore sociale dell’impresa emersi dal dibattito, Pagliuca ha infine sottolineato la necessità “di contemperare due esigenze antitetiche: quella dello snellimento delle procedure e quella del controllo che è indispensabile per evitare abusi nell’uso delle risorse pubbliche”.  
   
 

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